Il test di Allen per l’emogasanalisi.
L’emogasanalisi è una procedura che consente di misurare i livelli di ossigeno e anidride carbonica presenti nel sangue arterioso e determinare l’acidità del sangue.
Prima di effettuare la puntura arteriosa, tuttavia, è importante valutare l’afflusso di sangue alla mano e alle dita, in particolare la pervietà dell’arteria ulnare e radiale.
Tramite test di Allen, che non richiede particolari strumenti o presidi, è possibile verificare l’integrità del circolo collaterale della mano. Vediamo come funziona.
Come funziona il test di Allen.
Descritto per la prima volta da Edgard V. Allen nel 1929 (per la valutazione non invasiva dell’apporto di sangue arterioso alla mano, in pazienti affetti da tromboangioite obliterante), il test di Allen è stato poi rivisto negli anni ’50 per adattarlo come test di valutazione della circolazione collaterale, prima dell’incannulazione arteriosa.
In questo modo, prima di procedere con il prelievo arterioso per emogasanalisi o con il posizionamento di un catetere vascolare arterioso in sede radiale, è possibile verificare l’assenza di occlusioni.
Il test di Allen, nella versione modificata, prevede dunque i seguenti step:
- il paziente posiziona il braccio verticalmente rispetto al proprio corpo;
- il paziente stringe con forza il pugno per circa 30 secondi;
- l’operatore sanitario comprime insieme arteria ulnare e arteria radiale;
- il paziente riapre la mano, che nel frattempo appare pallida;
- l’infermiere rilascia la compressione su una delle due arterie e calcola in quanto tempo il palmo della mano riprende il colorito normale;
- la stessa operazione viene eseguita per l’altra arteria.
In genere, la ricolorazione della mano si aggira sui 5-7 secondi, indice di una vascolarizzazione adeguata. Se il colore della mano, invece, non ritorna nella norma nel giro di 7-10 secondi, significa che l’arteria non è del tutto pervia.
EGA arteriosa e da CVC.
L’emogasanalisi arteriosa è un’operazione solitamente adottata per valutare l’efficacia degli scambi gassosi o di terapie che prevedono la somministrazione di ossigeno, oppure per verificare un sospetto squilibrio acido base.
Essa consente di misurare:
- pH del sangue;
- pressione parziale di ossigeno arterioso;
- pressione parziale di anidride carbonica;
- saturazione di ossigeno;
- livelli sanguigni di bicarbonato (HCO3).
Tuttavia, anche l’accesso al sangue venoso centrale, tramite cateteri posizionati in vena giugulare interna, può essere molto utile per avere informazioni sulla perfusione e sul metabolismo dei tessuti.
L’emogasanalisi combinata (arteriosa e venosa centrale) permette inoltre di calcolare diversi micro-parametri, ad esempio estrazione periferica di O2 e differenza veno-arteriosa di CO2.
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