Il paradosso dell’Infermieristica Italiana.
Potrebbe sembrare una coincidenza, ma secondo me non lo è. Poco dopo l’approvazione della FNOPI per il controverso ruolo dell’assistente infermiere, emergono tre nuove lauree specialistiche cliniche che, dal punto di vista clinico, apportano ben poco di nuovo. Questo sviluppo, tralasciando il tema della prescrizione infermieristica, ci espone a scenari futuri preoccupanti per la professione.
Qualcuno dovrà fornire una spiegazione ai numerosi colleghi che hanno conseguito master specialistici specifici, investendo tempo e denaro, senza mai ottenere un riconoscimento ufficiale con l’attuale normativa. Cosa accadrà a loro? Verranno dimenticati? Sarà prevista un’equipollenza dei titoli? Dubito, altrimenti non sarebbero state introdotte queste nuove lauree cliniche specialistiche.
Quindi cosa se ne deduce?
Gli infermieri generalisti sono abbandonati a se stessi, costretti a pagare la tassa di iscrizione all’albo per poter esercitare la professione, mentre la FNOPI appare sempre più distante dalle realtà lavorative quotidiane. Qui il giro letti è parte integrante della pianificazione assistenziale e si assiste alla creazione di un’élite professionale che celebra risultati apparentemente eccellenti per la categoria. Tuttavia, la stessa dirigenza infermieristica che promuove tali risultati ci tratta come schiavi, demansionandoci ogni giorno lavorativo.
La prossima mossa della FNOPI sarà sollecitare le parti sociali e la politica affinché solo gli infermieri con laurea magistrale e specializzazione siano inseriti nell’area contrattuale di Alta Formazione, attualmente vuota ma con una quota economica già prevista nella bozza del nuovo CCNL, nonostante le limitate risorse economiche disponibili per il rinnovo contrattuale.
Gli infermieri e le altre professioni sanitarie continueranno a essere penalizzati da un’area contrattuale limitata, con laureati costretti a subire la pressione delle aree di inquadramento inferiori, tra le quali vi è una differenza salariale minima.
FNOPI inaugura un’élite infermieristica, ma purtroppo segna la fine dell’infermieristica generalista. Il resto del danno lo fanno tutti quelli che hanno avallato la nascita dell’Assistente Infermiere.
Nel frattempo:
- i giovani non sono più attratti dai corsi di laurea in infermieristica (- 50% di richiesta in 10 anni);
- i giovani laureati emigrano all’estero (circa 27.000 infermieri italiani);
- nei prossimi anni assisteremo al pensionamento di migliaia di colleghi.
Un magnifico contesto professionale… ma non preoccupatevi, abbiamo l’assistente infermieristico a supporto del SSN… e ricordate, “gli Unni sono alle porte”…
“Inter nos dicere poterit”.
Dott. Gianluca Gridelli, responsabile del Nursing Up Romagna
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