Il dibattito sull’Assistente Infermiere: preoccupazioni e richieste della Federazione Migep e degli Stati Generali dell’Oss.
Negli ultimi giorni, il tema dell’Operatore Socio Sanitario (Oss) e della nuova figura dell’Assistente Infermiere ha guadagnato attenzione a livello parlamentare grazie alle interrogazioni presentate dall’on. Ilenia Malavasi (PD) e dalla sen. Barbara Guidolin (M5S). Un segnale importante che ha trovato riscontro nelle istanze portate avanti da anni dalla Federazione Migep e dagli Stati Generali dell’Oss, che denunciano il rischio di precarizzazione e ibridazione della professione.
Secondo la Federazione, la creazione della figura dell’Assistente Infermiere rischia di svilire il ruolo dell’Oss, generando un profilo ibrido privo di un adeguato riconoscimento giuridico ed economico. La principale preoccupazione riguarda la mancanza di tutele per questi operatori, che si troverebbero a svolgere compiti più complessi senza una regolamentazione chiara e senza le necessarie garanzie lavorative. Il rischio concreto è quello di una deresponsabilizzazione del sistema sanitario, che potrebbe ricorrere a figure sottopagate e non adeguatamente formate per supplire alla carenza di personale infermieristico.
Un altro nodo critico è la mancata copertura assicurativa per questa nuova figura professionale, elemento che entra in contrasto con la Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017), la quale sancisce l’obbligo di definire le responsabilità degli operatori sanitari e di garantirne la tutela legale. Questa lacuna solleva dubbi sulla sicurezza delle cure offerte e sulla protezione degli stessi operatori.
La Federazione Migep ha inoltre messo in evidenza il pericolo di una graduale trasformazione dell’Oss in un profilo ancora più flessibile e indefinito, attraverso sperimentazioni non regolamentate come il corso per Oss strumentista di sala operatoria avviato (e successivamente sospeso) presso l’Azienda Ospedaliera di Padova, o la figura dell’Oss di processo introdotta all’ospedale Sant’Anna di Como. Questi cambiamenti, se non adeguatamente normati, potrebbero compromettere la qualità dell’assistenza e aumentare il rischio di abusi contrattuali.
Un altro aspetto sottolineato dalla Federazione riguarda la necessità di un adeguamento normativo che allinei la formazione degli Oss agli standard europei stabiliti dalla Direttiva 2005/36/CE e successive modifiche (Direttiva 2013/55/UE). Senza un percorso formativo ben definito e riconosciuto, le nuove figure professionali rischiano di non essere equiparabili a livello internazionale, limitando la mobilità lavorativa degli operatori e riducendo la qualità complessiva delle prestazioni sanitarie.
La Federazione Migep e gli Stati Generali dell’Oss ribadiscono con forza la necessità di un intervento legislativo chiaro per garantire il giusto riconoscimento e la tutela degli operatori socio-sanitari. L’obiettivo deve essere quello di valorizzare la professione Oss, piuttosto che creare figure ibride prive di diritti e tutele, evitando così di trasformare gli operatori in semplici strumenti di contenimento dei costi a discapito della qualità dell’assistenza.
La battaglia per il riconoscimento e la dignità della professione Oss continua. La Federazione Migep e gli Stati Generali dell’Oss promettono di non abbassare la guardia, affinché questa categoria essenziale per il sistema sanitario italiano ottenga finalmente il rispetto e la tutela che merita.
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