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Il Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie, si unisce allo sciopero del 20 novembre. 

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7b869cd6-cca8-4dba-b0d2-415461e174dd-1024x793 Il Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie, si unisce allo sciopero del 20 novembre. 

Ceccarelli (Segretario Nazionale Coina): «Difendiamo il valore e la dignità dei professionisti sanitari».

Roma, 31 ottobre 2024 – Il Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie, annuncia ufficialmente la propria adesione allo sciopero nazionale previsto per il 20 novembre, unendosi alla protesta già indetta dai sindacati dei medici Anaao e Cimo-Fesmed, e dal sindacato degli infermieri Nursing Up. In un momento storico critico per la sanità italiana, il Coina si schiera al fianco di medici, infermieri e professionisti sanitari per richiedere interventi immediati e concreti a favore di un sistema sanitario nazionale (SSN) che rischia il collasso.

Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale del Coina, ha dichiarato: «Lo sciopero del 20 novembre è un atto necessario e non più rinviabile, nato dall’esigenza di riportare dignità e riconoscimento alle professioni sanitarie, troppo spesso trascurate dalle istituzioni e ora relegate a operare in condizioni insostenibili. Non possiamo tollerare che gli operatori sanitari, che hanno già dimostrato il loro valore in momenti di estrema difficoltà, siano costretti ad affrontare turni massacranti e condizioni lavorative che compromettono la loro stessa salute. Vogliamo investimenti veri e non promesse, aumenti salariali adeguati e un piano di assunzioni che rispetti i bisogni reali dei cittadini e del sistema sanitario».

Ceccarelli sottolinea come le misure previste nel bilancio 2025 siano del tutto insufficienti: «I fondi stanziati non sono nemmeno lontanamente all’altezza delle necessità, con conseguenze gravi per la qualità dell’assistenza e per i professionisti già attivi sul campo. Il Coina si oppone con fermezza a un sistema che continua a investire in modo miope, puntando a un ingresso massiccio di personale straniero – come nel caso degli infermieri provenienti dall’India – mentre mancano piani di valorizzazione per i nostri infermieri e tutti gli altri professionisti sanitari ex legge 43/2006, che ogni giorno si sacrificano per il benessere collettivo. Le assunzioni dall’estero non possono essere la soluzione strutturale a una carenza che va risolta con strategie di lungo periodo e con la valorizzazione delle competenze già presenti sul territorio».

Le motivazioni dello sciopero

L’adesione del Coina si fonda su una serie di punti critici che il sindacato considera irrinunciabili.

1 – Finanziamenti insufficienti: I fondi destinati alla sanità pubblica per il 2025 sono ben lontani da quanto promesso e necessario, mettendo seriamente a rischio la qualità e la tenuta dell’intero sistema sanitario.

2 – Aumenti salariali inadeguati: Gli aumenti previsti per gli infermieri e gli altri professionisti sanitari sono irrisori e risultano addirittura offensivi rispetto agli standard europei. Il Coina richiede incrementi salariali più consistenti per equiparare i salari italiani a quelli degli altri Paesi europei, assicurando anche un aumento adeguato delle indennità specifiche per gli infermieri.

3 – Carenza di personale: Il SSN soffre una drammatica carenza di infermieri e personale sanitario, stimata in oltre 100.000 unità. È urgente un piano di reclutamento strutturato che superi i vincoli attuali, per garantire livelli di assistenza adeguati in tutto il Paese.

4 – Condizioni di lavoro critiche: Il personale sanitario è sottoposto a turni e condizioni estremamente pesanti, senza il supporto di risorse adeguate. Sono necessari incentivi per migliorare gli ambienti di lavoro e includere la professione infermieristica tra quelle considerate usuranti.

5 – Salvaguardia del SSN: La sanità pubblica italiana è in pericolo, e le scarse risorse mettono a rischio la qualità dell’assistenza, aumentando le spese a carico dei cittadini. Servono interventi per migliorare la gestione del SSN e garantire standard di qualità e sicurezza.

6 – Abolizione del vincolo di esclusività: Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono avere la possibilità di esercitare la professione con maggiore flessibilità, attraverso l’abolizione del vincolo di esclusività che limita il loro operato e la loro autonomia.

7 – Sospensione della figura dell’assistente infermiere: L’introduzione di questa figura rischia di compromettere la qualità dell’assistenza e minaccia la sicurezza dei pazienti, dequalificando ulteriormente la professione.

8 – Mancato riconoscimento delle competenze avanzate: Le competenze avanzate degli infermieri e degli altri professionisti sanitari, come la pratica specialistica e la capacità di prescrizione, devono essere adeguatamente valorizzate per migliorare l’efficienza e la qualità del SSN.

9 – Revisione della formazione: Il Coina chiede investimenti nella formazione infermieristica e degli altri professionisti sanitari, abolendo le tasse universitarie e introducendo borse di studio per incentivare l’accesso alla professione, garantendo al sistema sanitario una maggiore autosufficienza nazionale.

10 – Assunzione di personale dall’estero senza valorizzazione dei locali: L’arrivo di 10.000 infermieri dall’India è una misura temporanea e insufficiente, che non risolve la mancanza di un piano strutturato di valorizzazione delle risorse locali e della forza lavoro nazionale.

«Per queste ragioni, il Coina ha deciso di sostenere con forza la mobilitazione del 20 novembre. Si tratta di una battaglia per il rispetto, per un sistema sanitario degno di un paese avanzato e per il riconoscimento di tutti i professionisti sanitari che ogni giorno garantiscono il diritto alla salute dei cittadini. Non ci fermeremo finché non vedremo risultati concreti e adeguati alle nostre legittime richieste», conclude Ceccarelli.

Il Coina invita tutti i professionisti sanitari e i cittadini a unirsi a questa battaglia, in difesa della sanità pubblica e di una professione che merita dignità, rispetto e riconoscimento adeguati.

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