Igiene personale notturna in RSA e responsabilità dell’OSS: è legale farla alle 4 del mattino?
Una operatrice socio-sanitaria (OSS), che preferisce rimanere anonima, ha sollevato una questione delicata che interessa alcune Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e Case di Riposo in Italia. Per far fronte ai tagli nel settore socio-assistenziale, alcune cooperative che gestiscono il personale OSS richiedono agli operatori di effettuare l’igiene personale completa degli ospiti durante il turno di notte, per agevolare il lavoro dei colleghi del turno mattutino.
Il problema: svegliare i pazienti alle 4 del mattino.
Secondo quanto riportato, in diverse strutture gli OSS sono obbligati a svegliare i pazienti alle 4 del mattino per eseguire la loro igiene personale. Questa pratica, che dovrebbe semplificare la gestione dei carichi di lavoro, solleva numerosi interrogativi, sia etici che legali.
Una questione di dignità.
Svegliarsi nel cuore della notte per eseguire un’attività che potrebbe essere svolta nelle ore diurne influisce negativamente sul benessere psicofisico degli ospiti, che sono spesso anziani o fragili. Tali pratiche possono compromettere il loro ciclo sonno-veglia, causando stress, irritabilità e affaticamento.
Come sottolineato dall’OSS che ha sollevato la questione, “tra noi colleghi non riteniamo giusto svegliare alle 4 del mattino i suddetti utenti”. Tuttavia, questa pratica sembra essere ampiamente tollerata o ignorata, nonostante il suo impatto sugli ospiti.
È una pratica legale?
Dal punto di vista legale, questa situazione potrebbe essere controversa. Le linee guida sull’assistenza sanitaria e socio-assistenziale mettono al centro la tutela della dignità e del benessere degli assistiti. L’igiene personale è una parte fondamentale della cura, ma il modo e il momento in cui viene eseguita devono rispettare le esigenze degli ospiti.
Inoltre, imporre agli OSS di seguire un elenco di igiene notturna potrebbe violare i principi contrattuali, soprattutto se ciò viene fatto senza consultazione o adeguata formazione. Sarebbe opportuno che le autorità preposte, come i sindacati o i comitati di sorveglianza, intervengano per chiarire la legittimità di queste direttive.
Un appello al cambiamento.
Questa vicenda evidenzia una problematica più ampia nel settore socio-assistenziale: la crescente pressione sui lavoratori per compensare tagli di bilancio e carenze di personale. Tuttavia, soluzioni di questo tipo rischiano di compromettere sia la qualità dell’assistenza sia il benessere degli ospiti.
Occorre che le istituzioni e gli organismi di controllo prestino maggiore attenzione a queste pratiche, aprendo un dialogo con gli operatori e le strutture per individuare modalità di lavoro più rispettose della dignità degli ospiti e delle condizioni lavorative degli OSS.
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