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Ianzano: “studio su Gestione Infermieristica dell’alessitimia e dell’autolesionismo nei giovani adulti”.

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Lo studio osservazionale prospettico “La gestione infermieristica dell’alessitimia e autolesionismo nei giovani adulti” rappresenta un contributo significativo alla comprensione di due fenomeni complessi e interconnessi: l’alessitimia (difficoltà nel riconoscere ed esprimere le emozioni) e l’autolesionismo (comportamenti intenzionali di autodanno senza intenti suicidari). Questi temi sono particolarmente rilevanti tra i giovani adulti, una popolazione vulnerabile che spesso affronta difficoltà nella regolazione emotiva e nella gestione del disagio psicologico. Ci presenta lo studio Giulio Ianzano, docente in Infermieristica Psichiatrica presso l’università degli studi di Foggia.

IMG20250320171835-1024x768 Ianzano: "studio su Gestione Infermieristica dell'alessitimia e dell'autolesionismo nei giovani adulti".

Lo studio, presentato al Terzo Congresso della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) in quel di Rimini con la formula dell’e-poster, è stato realizzato da:

  • Giulio Ianzano Università di Foggia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale; SISISM, Società Italiana Scienze Infermieristiche Salute Mentale
  • Leccisotti I. Università di Foggia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
  • d’Angelo D.P. Università di Foggia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
  • Elsa Vitale CTS SISISM, Società Italiana Scienze Infermieristiche Salute Mentale
  • Andrea Biondi ASL Foggia, Foggia, Italia; SISISM, Società Italiana Scienze Infermieristiche Salute Mentale

Punti chiave dello studio.

Introduzione:

  • Autolesionismo: Comportamento diffuso tra adolescenti e giovani adulti, spesso associato a disturbi come ansia e depressione.
  • Alessitimia: Incapacità di riconoscere ed esprimere le emozioni, identificata come un potenziale predittore di autolesionismo.
  • Obiettivo dello studio: Esplorare la relazione tra alessitimia e autolesionismo per migliorare la comprensione del fenomeno e individuare strategie di prevenzione.

Materiali e Metodi:

  • Revisione della letteratura: Analisi di studi scientifici su PubMed, APA PsycINFO e Google Scholar.
  • Campione: Giovani adulti (18-35 anni), inclusi studenti universitari e popolazione generale.
  • Strumenti utilizzati:
    • Childhood Trauma Questionnaire (CTQ): Valuta esperienze traumatiche infantili.
    • Deliberate Self-Harm Inventory (DSHI): Misura frequenza e tipologia di comportamenti autolesionistici.

Risultati:

  • Correlazione tra traumi infantili e autolesionismo:
    • Negligenza emotiva e fisica: Associata a difficoltà nella gestione emotiva e aumento del rischio autolesionistico.
    • Abuso verbale e fisico: Elevati livelli di abuso riscontrati in una parte significativa del campione.
    • Abuso sessuale: Il 15-20% dei partecipanti ha segnalato esperienze di coercizione sessuale, con conseguente vulnerabilità psicologica.
  • Comportamenti autolesionistici:
    • Il 50-60% del campione ha praticato almeno un atto autolesionistico, con una quota significativa di episodi ripetuti e gravi.
  • Supporto familiare: L’assenza di supporto emotivo ha contribuito a una maggiore vulnerabilità al comportamento autolesionistico.

Le conclusioni a cui si è giunti:

  • Ruolo dei traumi infantili: i risultati confermano che negligenza emotiva, abuso fisico e mancanza di supporto familiare sono fattori di rischio chiave per l’autolesionismo.
  • Alessitimia: contribuisce al mantenimento di questi comportamenti, ostacolando l’espressione del disagio.
  • Strategie di intervento:
    • Identificazione precoce: fondamentale per interventi preventivi efficaci.
    • Supporto psicologico e terapia cognitivo-comportamentale: utili per migliorare la regolazione emotiva e ridurre l’incidenza dell’autolesionismo.
    • Ruolo del supporto familiare: da esplorare ulteriormente come fattore protettivo.

Implicazioni per la pratica infermieristica

Lo studio sottolinea l’importanza di un approccio infermieristico olistico nella gestione dell’autolesionismo e dell’alessitimia. Ecco alcune raccomandazioni per gli infermieri:

  1. Valutazione precoce:
    • Identificare segnali di alessitimia e comportamenti autolesionistici attraverso strumenti validati e colloqui empatici.
    • Valutare la presenza di traumi infantili e la qualità del supporto familiare.
  2. Interventi mirati:
    • Promuovere la regolazione emotiva attraverso tecniche di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e dialogo terapeutico.
    • Fornire supporto psicologico individuale e di gruppo per aiutare i giovani adulti a esprimere il proprio disagio.
  3. Educazione e prevenzione:
    • Sensibilizzare i giovani adulti e le loro famiglie sui rischi dell’autolesionismo e sull’importanza di un supporto emotivo adeguato.
    • Collaborare con altre figure professionali (psicologi, psichiatri, assistenti sociali) per creare percorsi di cura integrati.
  4. Supporto familiare:
    • Coinvolgere le famiglie nel processo di cura, fornendo strumenti per migliorare la comunicazione e il supporto emotivo.
  5. Formazione continua:
    • Aggiornare le competenze degli infermieri sulla gestione dell’autolesionismo e dell’alessitimia, con particolare attenzione alle tecniche di ascolto attivo e di gestione delle crisi.
IMG20250320171841-1024x768 Ianzano: "studio su Gestione Infermieristica dell'alessitimia e dell'autolesionismo nei giovani adulti".

Lo studio evidenzia la necessità di un approccio multidisciplinare e personalizzato per affrontare l’autolesionismo e l’alessitimia nei giovani adulti. Gli infermieri, in quanto figure chiave nel sistema sanitario, possono svolgere un ruolo cruciale nell’identificazione precoce, nella prevenzione e nel supporto terapeutico. Investire in strategie mirate e nella formazione continua è essenziale per migliorare la qualità delle cure e ridurre l’impatto di questi fenomeni sulla salute mentale dei giovani.

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