Ianzano: “studio su Gestione Infermieristica dell’alessitimia e dell’autolesionismo nei giovani adulti”.
Lo studio osservazionale prospettico “La gestione infermieristica dell’alessitimia e autolesionismo nei giovani adulti” rappresenta un contributo significativo alla comprensione di due fenomeni complessi e interconnessi: l’alessitimia (difficoltà nel riconoscere ed esprimere le emozioni) e l’autolesionismo (comportamenti intenzionali di autodanno senza intenti suicidari). Questi temi sono particolarmente rilevanti tra i giovani adulti, una popolazione vulnerabile che spesso affronta difficoltà nella regolazione emotiva e nella gestione del disagio psicologico. Ci presenta lo studio Giulio Ianzano, docente in Infermieristica Psichiatrica presso l’università degli studi di Foggia.

Lo studio, presentato al Terzo Congresso della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) in quel di Rimini con la formula dell’e-poster, è stato realizzato da:
- Giulio Ianzano Università di Foggia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale; SISISM, Società Italiana Scienze Infermieristiche Salute Mentale
- Leccisotti I. Università di Foggia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
- d’Angelo D.P. Università di Foggia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
- Elsa Vitale CTS SISISM, Società Italiana Scienze Infermieristiche Salute Mentale
- Andrea Biondi ASL Foggia, Foggia, Italia; SISISM, Società Italiana Scienze Infermieristiche Salute Mentale
Punti chiave dello studio.
Introduzione:
- Autolesionismo: Comportamento diffuso tra adolescenti e giovani adulti, spesso associato a disturbi come ansia e depressione.
- Alessitimia: Incapacità di riconoscere ed esprimere le emozioni, identificata come un potenziale predittore di autolesionismo.
- Obiettivo dello studio: Esplorare la relazione tra alessitimia e autolesionismo per migliorare la comprensione del fenomeno e individuare strategie di prevenzione.
Materiali e Metodi:
- Revisione della letteratura: Analisi di studi scientifici su PubMed, APA PsycINFO e Google Scholar.
- Campione: Giovani adulti (18-35 anni), inclusi studenti universitari e popolazione generale.
- Strumenti utilizzati:
- Childhood Trauma Questionnaire (CTQ): Valuta esperienze traumatiche infantili.
- Deliberate Self-Harm Inventory (DSHI): Misura frequenza e tipologia di comportamenti autolesionistici.
Risultati:
- Correlazione tra traumi infantili e autolesionismo:
- Negligenza emotiva e fisica: Associata a difficoltà nella gestione emotiva e aumento del rischio autolesionistico.
- Abuso verbale e fisico: Elevati livelli di abuso riscontrati in una parte significativa del campione.
- Abuso sessuale: Il 15-20% dei partecipanti ha segnalato esperienze di coercizione sessuale, con conseguente vulnerabilità psicologica.
- Comportamenti autolesionistici:
- Il 50-60% del campione ha praticato almeno un atto autolesionistico, con una quota significativa di episodi ripetuti e gravi.
- Supporto familiare: L’assenza di supporto emotivo ha contribuito a una maggiore vulnerabilità al comportamento autolesionistico.
Le conclusioni a cui si è giunti:
- Ruolo dei traumi infantili: i risultati confermano che negligenza emotiva, abuso fisico e mancanza di supporto familiare sono fattori di rischio chiave per l’autolesionismo.
- Alessitimia: contribuisce al mantenimento di questi comportamenti, ostacolando l’espressione del disagio.
- Strategie di intervento:
- Identificazione precoce: fondamentale per interventi preventivi efficaci.
- Supporto psicologico e terapia cognitivo-comportamentale: utili per migliorare la regolazione emotiva e ridurre l’incidenza dell’autolesionismo.
- Ruolo del supporto familiare: da esplorare ulteriormente come fattore protettivo.
Implicazioni per la pratica infermieristica
Lo studio sottolinea l’importanza di un approccio infermieristico olistico nella gestione dell’autolesionismo e dell’alessitimia. Ecco alcune raccomandazioni per gli infermieri:
- Valutazione precoce:
- Identificare segnali di alessitimia e comportamenti autolesionistici attraverso strumenti validati e colloqui empatici.
- Valutare la presenza di traumi infantili e la qualità del supporto familiare.
- Interventi mirati:
- Promuovere la regolazione emotiva attraverso tecniche di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e dialogo terapeutico.
- Fornire supporto psicologico individuale e di gruppo per aiutare i giovani adulti a esprimere il proprio disagio.
- Educazione e prevenzione:
- Sensibilizzare i giovani adulti e le loro famiglie sui rischi dell’autolesionismo e sull’importanza di un supporto emotivo adeguato.
- Collaborare con altre figure professionali (psicologi, psichiatri, assistenti sociali) per creare percorsi di cura integrati.
- Supporto familiare:
- Coinvolgere le famiglie nel processo di cura, fornendo strumenti per migliorare la comunicazione e il supporto emotivo.
- Formazione continua:
- Aggiornare le competenze degli infermieri sulla gestione dell’autolesionismo e dell’alessitimia, con particolare attenzione alle tecniche di ascolto attivo e di gestione delle crisi.

Lo studio evidenzia la necessità di un approccio multidisciplinare e personalizzato per affrontare l’autolesionismo e l’alessitimia nei giovani adulti. Gli infermieri, in quanto figure chiave nel sistema sanitario, possono svolgere un ruolo cruciale nell’identificazione precoce, nella prevenzione e nel supporto terapeutico. Investire in strategie mirate e nella formazione continua è essenziale per migliorare la qualità delle cure e ridurre l’impatto di questi fenomeni sulla salute mentale dei giovani.
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