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Guidolin (M5S): “con l’Assistente Infermiere si rischia di fare l’errore fatto con gli OSS nel 2003”.

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In questi ultimi giorni sta facendo discutere l’imminente, sembra, nascita di una nuova figura: l’assistente infermieristico.

Non nascondo che ho accolto con entusiasmo la notizia visto che è dalla scorsa legislatura che mi batto per l’evoluzione dell’OSS, ottenendo anche “piccoli” risultati come l’attribuzione del ruolo socio-sanitario, che andava a completare il lavoro iniziato nel 2018 quando fu creata l’area socio-sanitaria.

Il passo successivo doveva essere l’aggiornamento del profilo dell’OSS.
Purtroppo, dopo un’attenta lettura della bozza di accordo mi sono resa conto che l’assistente infermieristico (io l’avrei chiamato diversamente) rischia di impantanarsi come fece l’OSS con formazione complementare nel 2003 e più recentemente il “SUPER OSS in salsa veneta” che doveva essere la soluzione di tutti i problemi e invece siamo ancora al punto di partenza.
Quali sono gli ostacoli?
Giuridici! E sono gli stessi del 2003.

Chi lavora all’interno delle strutture socio sanitarie sa che spesso l’Oss lavora al limite della legalità tra ciò che può e non può fare.
Gli infermieri, con la loro formazione universitaria, sono i responsabili dell’assistenza e capaci di gestire situazioni complesse in sinergia con i medici. Ecco che l’OSS o la sua evoluzione, dovrebbe essere in grado di svolgere compiti infermieristici di base che da una parte lo fanno crescere professionalmente e dall’altra libera gli infermieri, che in questo modo possono veramente aprirsi anche alle specializzazioni seguendo il sistema degli incarichi introdotto nell’ultimo CCNL.

Un esempio pratico: di fronte ad una situazione di emergenza in reparto l’infermiere si trova a dover scegliere tra il mettere a disposizione tutta la sua competenza per salvare una vita, oppure preparare la terapia che è un’operazione meccanica e che chiunque fa anche a casa per i propri anziani.

Ovviamente l’infermiere fa entrambe le operazioni, sempre di corsa e al limite del sopportabile. L’OSS in questa situazione ha le mani legate. Non puó preparare la terapia e mi spiace dirlo, ma non potrà farlo nemmeno l’assistente infermieristico, il Super Oss o qualunque altra figura che non sia una figura sanitaria. Ah certo, ci sarà chi applicherà contratti che non garantiscono le adeguate tutele ai lavoratori ma anche questa strada ha la vita corta perché alle prime controversie legali voglio proprio vedere poi su chi ricadrà la responsabilità.

Come si puó dare competenze sanitarie ad una figura solo di interesse sanitario e che nasce da un accordo Stato-Regini?

Questa maggioranza anche in questo caso manca di visione. L’assistente infermieristico doveva essere sì un’evoluzione dell’OSS, ma doveva nascere al ministero della salute, collocato nelle professioni sanitarie in modo da essere omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Questo accordo invece puzza di favoritismi verso la sanità privata e anche per gli enti che faranno i corsi di formazione perché, se approvato, i corsi di formazione partiranno, i lavoratori investiranno soldi e tempo in una formazione che li porterà in un vicolo cieco. Anche questo è già successo nel 2003.
Io credo che si stia perdendo ancora una volta l’occasione per risolvere i problemi e qui se ne potevano risolvere molti in un colpo solo.

  • Basta con il demansionamento degli infermieri a fronte di una vera apertura alle specializzazioni e al sistema degli incarichi;
  • Evoluzione dell’OSS verso una crescita in campo sanitario che permetta di investire in formazione e maggiori competenze;
  • Formazione dell’assistente infermieristico omogenea su tutto il territorio nazionale che coinvolge le aziende sanitarie e – perché no? – anche gli Istituti professionali statali che in questo modo possono programmare una formazione adeguata per i nostri giovani che con la maturità avrebbero subito l’occasione di lavorare come assistente infermieristico e poi scegliere di prendere la laurea. È già così in molti stati europei.

Ricordiamoci che uno dei principali problemi di oggi è la disaffezione dei giovani verso queste professioni. E noi che facciamo? Li portiamo alla maturità senza una concreta opportunità di inserimento lavorativo e gli diciamo che se ora vuoi fare l’OSS devi pagarti un corso che dura un anno, fare esperienza per 24 mesi e poi se vuoi fare l’assistente infermieristico devi pagarti un altro corso che dura altri sei mesi. Nel frattempo se ti viene in mente di andare all’università per fare infermieristica avrai perso più di 3 anni e mezzo a fare corsi ed esperienza che in un Paese normale avresti avuto in una formazione statale seria. Negli altri paesi europei è già così.

P.S.: recentemente in Senato abbiamo approvato un ordine del giorno del Presidente di commissione finanza Garavaglia (Lega) che chiede proprio questo.

Sen. Barbara Guidonin, Movimento 5 Stelle

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