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Genova, “La grande fuga” degli infermieri dal Galliera verso il San Martino e l’Asl3.

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Circa il 10% dell’organico ha scelto di trasferirsi in altre strutture sanitarie. L’ospedale: “Attivate nuove assunzioni per compensare le uscite”.

A Genova si parla già di “grande fuga” dall’ospedale Galliera, dove tra 60 e 80 infermieri hanno deciso di lasciare la struttura per trasferirsi al Policlinico San Martino o presso l’Asl3. La causa principale è l’opportunità di lavorare in realtà più grandi, che offrono una maggiore varietà di reparti e specializzazioni, oltre alle nuove prospettive professionali garantite dalle Case di Comunità recentemente istituite.

Secondo i dati raccolti, questi professionisti rappresentano circa il 10% dell’organico complessivo del Galliera. La maggior parte ha superato il concorso pubblico bandito dalla Città Metropolitana di Genova, che ha aperto le porte a nuovi percorsi lavorativi e ha reso particolarmente appetibili i trasferimenti verso altre strutture sanitarie.

Le motivazioni degli infermieri.

Il passaggio a ospedali più grandi come il San Martino o a realtà territoriali dell’Asl3 è spesso motivato dalla possibilità di accedere a reparti più complessi e multidisciplinari. Il lavoro in queste strutture consente di arricchire la propria esperienza professionale, potendo operare in settori ad alta specializzazione e con risorse tecnologiche avanzate.
Inoltre, le nuove Case di Comunità, previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), stanno diventando una valida alternativa per chi preferisce un contesto di prossimità e cure territoriali, con un approccio più centrato sulla continuità assistenziale e il rapporto diretto con i pazienti.

La risposta del Galliera: nuove assunzioni.

Nonostante l’uscita di un numero significativo di infermieri, la direzione dell’ospedale Galliera rassicura che sono state avviate nuove procedure di assunzione per coprire i posti lasciati vacanti. Questo sforzo mira a garantire la continuità dei servizi sanitari e a mantenere elevati gli standard di cura per i pazienti.

«È fisiologico che, dopo un concorso importante come quello della Città Metropolitana, ci siano spostamenti tra le strutture», fanno sapere dall’ospedale. «Tuttavia, abbiamo già attivato processi di reclutamento per compensare le uscite e garantire la piena operatività dei reparti».

Un fenomeno da monitorare.

Quello che sta accadendo a Genova è un esempio del più ampio fenomeno di mobilità tra i professionisti sanitari in Italia. Gli infermieri cercano sempre più spesso opportunità che consentano una crescita professionale e condizioni di lavoro migliori, soprattutto in un contesto in cui la sanità pubblica sta vivendo profondi cambiamenti organizzativi.

La sfida per le strutture sanitarie sarà quella di saper trattenere e motivare il personale, offrendo non solo stabilità lavorativa, ma anche percorsi di sviluppo professionale e ambienti di lavoro attrattivi e innovativi.

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