Flat tax sugli straordinari: una misura iniqua che divide e penalizza.
La FNO TSRM e PSTRP esprime il proprio sdegno e preoccupazione per la recente approvazione dell’emendamento recepito dal Governo, con il quale si introduce una flat tax del 5% sugli straordinari di una sola professione sanitaria tra le 30 esistenti.
«Apprendo, pervasa da sdegno, la notizia dell’approvazione da parte della Commissione bilancio della Camera dei Deputati e successivamente dell’Aula di un emendamento recepito dal Governo, con il quale si introduce una flat tax del 5% sugli straordinari di una sola professione sanitaria tra le trenta esistenti. Questa decisione è imbarazzante e mostra una palese mancanza di conoscenza del reale funzionamento del nostro Servizio sanitario nazionale» a parlare è Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP.
Calandra sottolinea che «il SSN si regge sul lavoro di centinaia di migliaia di professionisti, non solo delle 18 professioni sanitarie rappresentate dalla nostra Federazione nazionale, tutti necessari e indispensabili al corretto funzionamento del sistema. Stupisce e preoccupa profondamente che i parlamentari, soprattuto quelli che a vario titolo quotidianamente si occupano di sanità, non abbiano compreso che la misura è colma ormai da anni e che una simile stortura si somma a quelle perpetrate nel recente passato, dall’emergenza Covid-19 in poi».
Secondo Calandra, è inconcepibile che professionisti con identica formazione universitaria, pari responsabilità e operanti nello stesso ambito, ovvero quello sanitario, possano essere chiamati a identici sacrifici per sostenere il corretto funzionamento del SSN – che in quanto sotto organico richiede indistintamente a tutti gli operatori di prestare straordinari – con riconoscimenti economici e, come in questo caso, trattamenti fiscali differenziati a seconda della categoria professionale di appartenenza.
«Come si può accettare che, in un momento storico in cui le linee guida ministeriali e di Governo enfatizzano il valore della multiprofessionalità e dell’interdisciplinarietà, si introducano misure che vanno nella direzione opposta? Questi riconoscimenti “ad personam” non solo non risolvono i problemi del sistema, ma esasperano gli animi e alimentano divisioni tra colleghi e colleghe, quando invece sarebbe indispensabile cooperare serenamente per perseguire l’obiettivo comune della tutela della salute pubblica».
La Presidente Calandra conclude: «È arrivato il momento di intraprendere in modo coeso ogni utile iniziativa per far comprendere i danni causati al sistema da simili decisioni, che non rispettano l’equità e la dignità professionale di tutti gli operatori sanitari esclusi, perchè solo attraverso il riconoscimento del contributo di tutti i professionisti, sarà possibile preservare la stabilità e l’efficienza del nostro SSN».
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