Flat Tax, Saccomanni-Onesti (Aisi): «Estensione possibile anche ai medici della sanità privata, il Governo ci pensi».
ROMA 15 OTT 2024 – «In vista della prossima legge di bilancio e alla luce delle attuali discussioni in corso sulle misure fiscali dedicate al personale sanitario, riteniamo che sia giunto il momento di valutare la possibilità di estendere i benefici della Flat Tax al 15% anche ai medici che operano all’interno delle strutture sanitarie private accreditate.
La recente proposta di detassazione sulle indennità di specificità per i medici del SSN pubblico, pur rappresentando un primo segnale positivo, non può e non deve escludere i medici della sanità privata.
Il nostro sistema sanitario vede una crescente collaborazione tra pubblico e privato, con una parte rilevante delle prestazioni sanitarie erogate da strutture private accreditate».
Karin Saccomanno e Giovanni Onesti, Presidente e Direttore Generale dell’AISI, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, invitano il Governo e le istituzioni a includere i medici della sanità privata accreditata tra i destinatari delle misure fiscali previste per i dipendenti pubblici. Una detassazione equa consentirebbe di offrire un riconoscimento concreto alle competenze di questi professionisti.
«Chiediamo, quindi, che la flat tax venga estesa anche ai medici del privato, come strumento per sostenere e valorizzare una categoria professionale che rappresenta una risorsa insostituibile.
Per includere i medici delle strutture private accreditate nella Flat Tax al 15%, sarebbe necessario, naturalmente, un intervento legislativo ad hoc. La legge dovrebbe esplicitamente estendere il beneficio anche ai medici del privato accreditato. E’ chiaro che questo passaggio richiede una precisa volontà politica e una modifica del quadro normativo che al momento regola la tassazione in ambito sanitario.
Un’estensione della Flat Tax ai medici delle strutture private accreditate, secondo noi, potrebbe essere giustificata anche in termini di equità fiscale, poiché questi professionisti svolgono le stesse funzioni e affrontano sfide simili a quelle dei colleghi nel pubblico», concludono Saccomanno e Onesti.
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