Finta OSS 46enne Vicentina arrestata: omicidio, tentato omicidio, furti e minacce.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vicenza hanno arrestato una donna di 46 anni, che si fingeva OSS ed era residente nella provincia. E’ accusata di omicidio aggravato, tentato omicidio, rapina, spaccio di farmaci a base di benzodiazepine e autoriciclaggio. L’operazione, avvenuta nella serata del 18 dicembre, ha seguito un’indagine durata nove mesi e condotta su ordine del G.i.p. del Tribunale di Vicenza, su richiesta della Procura locale.
Accuse pesanti: omicidio e tentato omicidio.
La donna, che si presentava falsamente come Operatrice Socio Sanitaria (OSS), è accusata di aver causato la morte di un’anziana e il tentato omicidio di altre quattro persone nel Vicentino. Secondo le indagini, avrebbe somministrato dosi eccessive di farmaci neurodepressori come Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico. Questi farmaci, spesso somministrati senza prescrizione medica, avrebbero provocato gravi malori, tra cui torpore, stordimento e difficoltà motorie. In alcuni casi, le vittime hanno richiesto interventi d’urgenza.
Una consulenza medico-legale ha confermato che i sovradosaggi di benzodiazepine somministrati dalla donna sono stati causa diretta di almeno un decesso e di gravi conseguenze per le altre vittime.
Rapina e autoriciclaggio.
Tra le accuse, anche quella di rapina aggravata: la donna avrebbe derubato un’anziana, impossessandosi di gioielli di valore dopo averla stordita con benzodiazepine. I preziosi, successivamente venduti a un compro oro per circa 3.000 euro, hanno portato all’accusa di autoriciclaggio. Secondo le indagini, la donna avrebbe raggirato i familiari della vittima, attribuendo a quest’ultima la colpa della scomparsa dei beni.
Una falsa professionista.
La 46enne non possedeva alcuna qualifica sanitaria. Reclutava incarichi tramite gruppi Facebook locali, approfittando della crescente difficoltà nel trovare badanti qualificati. Grazie alla sua abilità di convincere e affascinare le persone, è riuscita per anni a evitare sospetti, guadagnandosi la fiducia delle famiglie delle vittime.
Indagini e collaborazioni istituzionali.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Vicenza, hanno coinvolto la Direzione Generale dell’AULSS 8, Azienda Zero della Regione Veneto e alcune farmacie locali. Sono in corso perquisizioni per verificare eventuali vendite irregolari di farmaci senza prescrizione.
Secondo gli investigatori, i crimini si sarebbero protratti almeno dal 2022. La complessa rete di reati è stata smascherata grazie alla collaborazione tra istituzioni sanitarie e forze dell’ordine, evidenziando la necessità di controlli più rigorosi sui servizi di assistenza domiciliare e sulla vendita di farmaci.
Un monito per il futuro.
L’arresto della falsa OSS rappresenta un importante passo avanti per la sicurezza delle persone più fragili. Il caso mette in evidenza la necessità di verifiche approfondite sulle qualifiche dei professionisti sanitari e sull’autorizzazione alla somministrazione di farmaci. Le istituzioni sottolineano l’importanza di segnalare tempestivamente comportamenti sospetti per prevenire tragedie simili.
Il lavoro dei Carabinieri ha posto fine a una serie di crimini che avrebbero potuto avere conseguenze ancora più gravi, lasciando un forte messaggio sulla necessità di vigilare e proteggere chi si affida all’assistenza sanitaria e domiciliare.
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