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Ex-Posizioni Organizzative: ecco cosa cambia per Infermieri e Professioni Sanitarie.

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La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 25632 del 25 settembre 2024, ha rafforzato il principio che l’assegnazione delle elevate qualificazioni (ex-posizioni organizzative) nella Pubblica Amministrazione (P.A.) non è un atto automatico, ma deve essere supportata da una motivazione adeguata e da una valutazione comparativa tra i candidati. Ciò vale anche per Infermieri, Professioni Sanitarie, Fisioterapisti e Ostetriche.

Questa selezione deve basarsi sull’analisi di curricula e profili professionali, evitando una designazione sommaria e non giustificata.

Secondo la Cassazione, la discrezionalità della P.A. nell’individuare il candidato più idoneo non esclude l’obbligo di seguire criteri di correttezza e buona fede, come stabilito dagli articoli 1175 e 1375 del Codice Civile, e in linea con l’art. 97 della Costituzione. Anche in assenza di un concorso formale, la trasparenza e specificità nella motivazione sono fondamentali per evitare decisioni arbitrarie.

Questo orientamento si basa su precedenti giurisprudenziali (es. Cass. n. 25083/2018 e n. 2141/2017), che avevano già affermato l’importanza di rispettare i criteri della contrattazione collettiva e di garantire un’esaminazione equa dei requisiti dei candidati. Il mancato rispetto di questo obbligo, secondo la Corte, può legittimare un’azione di risarcimento per “perdita di chance” da parte del dipendente escluso. Tale risarcimento rappresenta un danno patrimoniale, dato che la mancata assegnazione della qualifica ha conseguenze tangibili sulla sfera economica del lavoratore, andando oltre la semplice aspettativa.

In sintesi, la sentenza richiama le P.A. a una gestione più rigorosa e giustificata delle designazioni di incarichi, sottolineando il diritto dei candidati a una procedura trasparente e motivata.

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