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Emergenza Infermieristica: 15 professionisti pronti per il Pronto Soccorso, ma senza risposta.

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Negli ultimi giorni, la questione dell’emergenza infermieristica in Veneto ha assunto una nuova dimensione. Un gruppo di quindici infermieri, pronti a prestare servizio nelle strutture di Pronto Soccorso della regione, ha manifestato la propria disponibilità mediante una lettera indirizzata alla Regione e all’Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL). Tuttavia, la sorprendente risposta è stata un silenzio assordante, con nessuna chiamata o accoglienza da parte delle istituzioni sanitarie.

Questa situazione solleva interrogativi sulla gestione delle risorse umane nel settore sanitario, in un periodo in cui la necessità di personale qualificato è più che mai evidente. Secondo il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Venezia, Giovanni Giglio, la scarsità di infermieri non è solo un problema di disponibilità, ma anche di formazione adeguata. “Gli infermieri sono formati correttamente, ma non possono certificare competenze che non sono richieste o riconosciute per le emergenze,” ha affermato. 

Il fenomeno della mancanza di personale nel settore della salute è un tema che ricorre in molte regioni italiane, e il Veneto non fa eccezione. Le strutture di Pronto Soccorso, già sotto pressione a causa delle continue emergenze sanitarie, si trovano ora in una situazione critica con un alto numero di richieste di assistenza e un personale ridotto.

È fondamentale che le istituzioni prendano atto della disponibilità di questi professionisti, che, seppur pronti a entrare in servizio, si trovano di fronte a barriere burocratiche e organizzative che ne ostacolano l’impiego tempestivo. La soluzione non può limitarsi a un reclutamento di personale, ma deve includere un processo di valorizzazione e integrazione degli infermieri disponibili.

La Regione e le AUSL sono chiamate a rispondere prontamente a questa situazione, implementando strategie che permettano di utilizzare al meglio le risorse umane già presenti sul territorio. Solo così si potrà garantire un servizio di Pronto Soccorso efficiente e all’altezza delle esigenze dei cittadini, che hanno diritto a un’assistenza sanitaria pronta e di qualità.

In conclusione, è tempo di agire. I professionisti della salute non possono rimanere in attesa della chiamata che potrebbe fare la differenza tra vita e morte per i pazienti. La situazione richiede soluzioni rapide e concrete, affinché una crisi umanitaria non si trasformi in una crisi di opportunità per chi desidera servire.

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