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Dossier. Tra dolore e sofferenza.

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La gestione del dolore è diventata una priorità nella sanità pubblica. Tuttavia, le parole “dolore” e “sofferenza” sono spesso mal utilizzate e mal comprese dalla popolazione. È essenziale chiarire queste terminologie per una corretta gestione del dolore e per garantire il benessere dei pazienti.

Storia del Dolore

Antichità e Medioevo

  • Nell’antica Grecia, il dolore era visto come inevitabile.
  • I Romani praticavano la dissezione umana, scoprendo nuove conoscenze sul cervello e sul sistema nervoso.
  • Galeno, nel II secolo DC, scoprì che il dolore è maggiore quando la persona è cosciente e che il cervello è il centro della percezione del dolore.
  • Nel Medioevo, il dolore era visto come una sofferenza divina.

Rinascimento e Tempi Moderni

  • Durante il Rinascimento, Abroise Paré eseguiva interventi chirurgici senza analgesici.
  • Nel XVII secolo, Cartesio parlava di “arto fantasma” e identificava il cervello come la fonte del dolore.
  • Nel XVIII secolo, il dolore fu riconosciuto come un segno d’allarme.
  • Il XIX e il XX secolo videro progressi significativi nella neurofisiologia del dolore e nell’uso di analgesici come la morfina e l’etere.

Tipi di Dolore

  • Nocicettivo: Avvertito dai tessuti e gestito con analgesici.
  • Neuropatico: Prodotto dal sistema nervoso centrale o periferico.
  • Psicogeno: Dolore senza una causa fisica identificabile, spesso sproporzionato rispetto ai risultati clinici.

Legislazione e Diritti del Paziente

In Italia, la Legge n. 38 del 2010 garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, sottolineando l’importanza del rispetto della dignità umana e dell’autonomia del paziente. Questa legge richiede:

  • Rilevazione del dolore e inserimento nelle cartelle cliniche.
  • Attivazione di reti nazionali per le cure palliative e la terapia del dolore.
  • Semplificazione delle procedure di accesso ai medicinali per la terapia del dolore.
  • Formazione specifica per il personale medico e sanitario.

Dolore vs. Sofferenza

Secondo David Le Breton, il dolore è un concetto medico, mentre la sofferenza è soggettiva e non misurabile. Altri autori distinguono tra dolore fisico (corpo) e sofferenza psichica (anima o spirito).

Valutazione del Dolore

In Italia, le scale del dolore più utilizzate per la valutazione dell’intensità del dolore nei pazienti sono diverse e sono selezionate in base al contesto clinico e alle caratteristiche del paziente (ad esempio, età, capacità di comunicazione). Ecco alcune delle scale del dolore più comuni:

1. Scala Numerica (NRS – Numeric Rating Scale)

La Scala Numerica è una delle più semplici e diffuse. Ai pazienti viene chiesto di valutare il proprio dolore su una scala da 0 a 10, dove 0 indica assenza di dolore e 10 rappresenta il peggior dolore immaginabile. Questa scala è particolarmente utile per adulti e adolescenti che possono esprimere verbalmente la loro percezione del dolore.

2. Scala Verbale (VRS – Verbal Rating Scale)

La Scala Verbale consiste in una serie di descrittori verbali che il paziente può utilizzare per indicare il proprio livello di dolore. Le opzioni tipiche includono “nessun dolore,” “dolore lieve,” “dolore moderato,” “dolore severo” e “dolore molto severo.” È utile per pazienti che possono avere difficoltà a utilizzare scale numeriche.

3. Scala Visiva Analogica (VAS – Visual Analog Scale)

La Scala Visiva Analogica è una linea di 10 cm su cui un’estremità rappresenta “nessun dolore” e l’altra “il peggior dolore possibile.” I pazienti segnano un punto sulla linea che rappresenta l’intensità del loro dolore. La distanza in centimetri dal punto “nessun dolore” fornisce una misura del dolore del paziente.

4. Scala delle Facce (Wong-Baker FACES Pain Rating Scale)

Questa scala utilizza una serie di facce con espressioni che variano da un sorriso (nessun dolore) a una smorfia (il peggior dolore possibile). È particolarmente utile per i bambini e per gli adulti con difficoltà comunicative o cognitive.

5. Scala FLACC (Face, Legs, Activity, Cry, Consolability)

La Scala FLACC è utilizzata per valutare il dolore nei neonati e nei bambini piccoli, nonché in pazienti non comunicativi. Ogni componente della scala (viso, gambe, attività, pianto e consolabilità) viene valutato con un punteggio da 0 a 2, per un totale massimo di 10.

6. Scala COMFORT

Utilizzata principalmente in pediatria, questa scala valuta il dolore osservando vari comportamenti del bambino, come il livello di allerta, la tranquillità/aggressività, la tensione fisica e l’espressione facciale. È utile nei pazienti che non possono esprimere verbalmente il loro dolore.

7. Scala PAINAD (Pain Assessment in Advanced Dementia)

La Scala PAINAD è specificamente progettata per valutare il dolore nelle persone con demenza avanzata. Osserva cinque indicatori comportamentali: respiro, vocalizzazioni negative, espressione facciale, linguaggio del corpo e consolabilità.

8. Scala dei Colori

A volte utilizzata nei bambini, questa scala associa l’intensità del dolore a diversi colori, facilitando la comunicazione del dolore in pazienti molto giovani.

Queste scale del dolore sono strumenti essenziali nella pratica clinica per valutare e monitorare il dolore, consentendo ai professionisti sanitari di adottare le misure terapeutiche più appropriate per alleviare la sofferenza dei pazienti.

Cause e Contesti del Dolore

Il dolore può derivare da:

  • Traumi e Torture: Lesioni fisiche o psicologiche gravi.
  • Pratiche Sportive e Riti: Il dolore può essere usato per superare i propri limiti.
  • Accouchement: Il dolore del parto è influenzato da fattori fisici e psicologici.
  • Pratiche Sessuali e Scarificazione: Alcune persone cercano la dolore per ottenere piacere o sollievo psicologico.

Gestione del Dolore

La gestione del dolore richiede un approccio multidisciplinare:

  • Trattamenti Medici: Gli analgesici sono classificati in tre livelli dall’OMS.
  • Trattamenti Non-Medici: Tecniche fisiche, chirurgiche, neurostimolazione e ipnosi possono essere utilizzate.

Conclusione

La gestione del dolore e della sofferenza è complessa e richiede una comprensione approfondita e un approccio individualizzato per ogni paziente. L’evoluzione storica, le leggi attuali e le diverse metodologie di trattamento dimostrano l’importanza di un trattamento completo e umano del dolore.

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