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Dietro il camice: il peso invisibile di Infermieri e OSS.

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Avete mai visto la morte negli occhi di un uomo?

Avete mai sentito le urla disperate di una moglie accanto al letto del marito, quando realizza che sta per perderlo per sempre?
Avete mai provato a dare coraggio a una madre incredula, che stringe senza tregua la mano del figlio incosciente, vittima di un incidente?

Se non avete mai vissuto nulla di tutto questo, non giudicateci. Non giudicate noi Infermieri e OSS, se una volta tornati a casa non abbiamo voglia di parlare, di sorridere o di ascoltare.

Non criticateci se a volte sembriamo apatici o distanti, incapaci di dare peso a quei piccoli problemi che per voi sono importanti.

Vivere il Dolore Ogni Giorno

Essere un operatore sanitario significa convivere con la sofferenza altrui ogni giorno. Non è solo un lavoro, è un impegno che va oltre il turno di servizio. Quando entriamo in reparto, mettiamo da parte la nostra vita personale per dedicare ogni energia a chi soffre, cercando di offrire conforto e speranza anche nelle situazioni più difficili.

Ma quando la giornata finisce, cosa rimane? Un cuore che non si spegne, ma che si consuma lentamente, lasciato lì tra le corsie, accanto ai letti di chi lotta per la vita. Tornare a casa significa spesso portare con sé il peso di ciò che si è visto, di chi si è perso, di chi si è cercato di aiutare con ogni forza disponibile.

L’Impatto Emotivo sul Personale Sanitario

Chi lavora nella sanità sa che non esistono barriere emotive realmente efficaci. Non ci si abitua mai del tutto alla sofferenza, si impara solo a conviverci. Ed è per questo che, una volta fuori dall’ospedale, spesso ci si sente vuoti, stanchi, con il cuore a pezzi, in attesa di ricostruirlo poco alla volta, giorno dopo giorno.

Non si tratta di insensibilità, ma di protezione. Di un equilibrio fragile tra il dare tutto a chi ha bisogno e il riuscire a mantenere un minimo di serenità per sé stessi e per chi ci sta accanto.

Un Appello alla Comprensione

Chiediamo solo comprensione. Dietro ogni nostro silenzio, ogni sguardo stanco, c’è una storia che non possiamo raccontare, ma che ci ha segnati nel profondo.

La prossima volta che vedrete un infermiere o un OSS che preferisce il silenzio a una conversazione, che sembra distratto o distante, ricordate che dietro quella divisa c’è una persona che ha dato tutto ciò che aveva per alleviare il dolore altrui.

Siate pazienti con noi, perché il nostro cuore ha amato troppo.

Un gruppo di Infermieri e OSS

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