Demenza senile: cos’è e come viene stadiata?
Con il termine “demenza” si fa riferimento a una sindrome, cioè un insieme di sintomi e segni, che comportano una disfunzione cronica e progressiva di alcune funzioni cerebrali e cognitive:
– Memoria;
– Ragionamento;
– Linguaggio;
– Orientamento spazio-temporale;
– Comportamento ed emozioni;
– Capacità di astrazione.
A tali alterazioni si accompagnano cambiamenti della personalità, con comparsa di depressione, apatia, agitazione psico-motoria, deliri e allucinazioni. Queste condizioni si verificano con una severità tale da compromettere le attività della vita quotidiana. Nelle fasi avanzate la demenza comporta un aumento del rischio caduta, infezioni, problemi di malnutrizione, comparsa di lesioni da pressione e un peggioramento generale dello stato clinico del paziente.
La demenza è tra le prime cause di disabilità e di perdita dell’autonomia nelle persone anziane. Ha un andamento cronico-degenerativo e può caratterizzare diverse malattie. La demenza più comune è quella della malattia di Alzheimer, ma è presente anche nel morbo di Parkinson, nella malattia di Creutzfield-Jacob, associata all’AIDS e alla depressione; può presentarsi come demenza vascolare, demenza frontotemporale e demenza con i corpi di Lewy.
Nel corso degli anni, gli studi hanno evidenziato come nel 50% dei casi la demenza si presenti in una forma di deterioramento cognitivo lieve, associato a una condizione di pre-demenza: questa fase non compromette ancora l’autonomia del paziente anziano nella vita quotidiana, ma nel corso del tempo tende a peggiorare progredendo in demenza vera e propria. Le funzioni cerebrali di un paziente con demenza tendono a regredire nel corso di 2-10 anni, periodo in cui la demenza da lieve può diventare sempre più grave.
Demenza lieve
La demenza in fase iniziale è caratterizzata da un minimo disorientamento spazio-temporale, perdita di memoria modesta per eventi più recenti che può interferire con le attività quotidiane, possibile presenza di alterazioni della personalità, del pensiero, e alterazioni del tono dell’umore come la depressione.
Demenza moderata
La demenza, manifestata in forma lieve, può peggiorare nel corso degli anni seguenti e si caratterizza per altri sintomi: disorientamento spazio-temporale più frequente, perdita di memoria di entità severa, difficoltà nelle attività quotidiane soprattutto per l’esecuzione di problemi complessi, con una chiara alterazione del linguaggio, della comprensione e del giudizio sociale. In questa fase spesso si presenta la tendenza al vagabondaggio, maggiore esigenza a essere assistito durante le attività di base (igiene, vestirsi).
Demenza grave
Caratterizzata da perdita di memoria grave, agitazione, alterazione del ritmo sonno-veglia, perdita del linguaggio o mutismo, completa perdita di autosufficienza. Questa condizione evolve fino a una condizione di allettamento, incontinenza, perdita di capacità di comunicare e di alimentarsi.
La prevalenza della demenza aumenta con l’età e risulta più frequente dopo i 65 anni di età. Alcuni fattori di rischio individuati in questa condizione sono: sedentarietà prolungata nel tempo; patologie come diabete, ipertensione arteriosa, obesità, ipercolesterolemia; fumo di sigaretta; consumo di bevande alcoliche; disturbi del sonno; depressione e isolamento sociale; traumi cerebrali; carenza di vitamina D. Uno studio recente ha individuato questi ultimi come i fattori di rischio più comuni per lo sviluppo di demenza in età senile, sottolineando la possibilità di prevenire tali problematiche in quanto fattori di rischio che possono essere modificati.
La demenza senile è causata dalla morte delle cellule cerebrali (neurodegenerazione), innescata nella maggior parte dei casi dall’accumulo nel cervello di una proteina chiamata “amiloide” (o da altre proteine analoghe). Il cervello risulta quindi di dimensioni ridotte in alcune aree specifiche, come il lobo frontale e temporale.
È diffusa l’opinione secondo cui l’invecchiamento porti inevitabilmente a un declino di tutte le funzioni cerebrali, ma non è così. Il deterioramento della capacità mentale, avviene sempre in relazione ai fattori di rischio citati sopra, alla presenza di altre malattie o problematiche di base, che possono esporre i pazienti anziani allo sviluppo di demenza. Molte persone anziane infatti hanno un cervello in grado di funzionare normalmente, perché l’invecchiamento è influenzato da una serie di variabili e non sempre si va incontro a una patologia neurodegenerativa. Risulta dunque importante diffondere la prevenzione e la promozione della salute, favorendo uno stile di vita sano (ad esempio praticando attività fisica, con un’alimentazione adeguata) e riconoscere tempestivamente i campanelli di allarme di un problema neurologico.
Fonti:
– Alzheimer Italia
– Società italiana di Neurologia
– Jones A et. al. Potentially Modifiable Risk Factors for Dementia and Mild Cognitive Impairment: An Umbrella Review and Meta-Analysis. Dement Geriatr Cogn Disord. 2024;53(2):91-106. doi: 10.1159
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