Crisi infermieristica: ammissioni con punteggi bassissimi e carenza di professionisti. Studente passa con “1”.
La professione infermieristica in Italia sta vivendo una delle crisi più profonde degli ultimi anni. A Vicenza, per il secondo anno consecutivo, non sono stati coperti tutti i posti disponibili per il corso di laurea in Infermieristica. In particolare, desta scalpore la notizia che alcuni studenti siano stati ammessi con punteggi estremamente bassi al test d’ingresso, riflettendo un problema strutturale nel settore.
Ammissioni con punteggi minimi: un campanello d’allarme.
La crisi è evidente a partire dalle ammissioni al corso di Infermieristica organizzato dall’università di Verona a Vicenza, dove tutti i candidati sono stati accettati, indipendentemente dal punteggio ottenuto. “C’è chi è entrato con un punteggio di 1 su 100”, afferma Federico Pegoraro, ex presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Vicenza. Questo fenomeno non è un segnale isolato, ma il risultato di una riduzione dell’interesse per la professione infermieristica.
Un settore che non attrae più: il declino delle iscrizioni.
Negli ultimi anni, il numero di iscritti ai corsi di laurea in Infermieristica è progressivamente diminuito. A Vicenza, nel 2023, su 120 posti disponibili, solo 80 studenti hanno scelto di iscriversi, e questo rappresenta un trend preoccupante. Fino a pochi anni fa, i corsi erano sempre pieni, con numerose persone escluse dalle graduatorie per mancanza di posti. Ora, invece, i posti restano vuoti, segnale di un disinteresse crescente verso una professione considerata sempre meno attrattiva.
Le difficoltà del ciclo di studi: uno su tre non si laurea.
Oltre al calo delle iscrizioni, c’è un altro problema strutturale: la difficoltà nel portare a termine gli studi. Secondo Pegoraro, circa il 30% degli iscritti abbandona prima di laurearsi. Questo riflette le sfide della formazione infermieristica, che richiede competenze trasversali in discipline come matematica, chimica e biologia, oltre che capacità relazionali e resistenza mentale. La difficoltà del percorso, unita alla mancanza di incentivi economici, contribuisce all’alto tasso di abbandono.
Un futuro incerto per la sanità italiana: carenza di personale e soluzioni possibili.
La crisi delle professioni infermieristiche si inserisce in un contesto più ampio di carenza di personale sanitario in tutto il Veneto, dove mancano circa 3.500 infermieri. La mancanza di attrattiva del settore pubblico, rispetto a quello privato, contribuisce al crescente numero di dimissioni e pensionamenti anticipati. Tuttavia, il problema va affrontato a livello sistemico, aumentando l’attrattiva della professione con incentivi economici, migliorando le condizioni di lavoro e offrendo opportunità di crescita professionale.
La crisi del settore infermieristico rappresenta una minaccia per l’intero sistema sanitario. Urge un cambiamento nell’approccio alla formazione e alla valorizzazione di una professione che, nonostante le difficoltà, resta centrale nella cura e nel benessere dei pazienti. Senza un intervento tempestivo, rischiamo di assistere a una diminuzione della qualità delle cure, con conseguenze gravi per tutto il sistema sanitario italiano.
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