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Contratto Sanità 2022-2024: Nursing Up non firma… E salta l’accordo!

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Il sindacato Nursing Up, coerente ed a favore dei lavoratori, non ha firmato la bozza di CCNL proposta dall’ARAN, facendo venir meno il quorum del 51% necessario per la validità della sottoscrizione.

De Palma: «Risorse insufficienti e richieste ampiamente disattese su più fronti. Non tradiremo le speranze dei lavoratori firmando un accordo decisamente inadeguato.»

ROMA 14 GENN 2025 – Si conclude con un inatteso e brusco finale quella che avrebbe dovuto essere la seconda e decisiva giornata della tornata contrattuale per il rinnovo del CCNL Sanità 2022-2024. Il Nursing Up, rappresentato dal Presidente Nazionale Antonio De Palma, annuncia di non aver apposto la propria firma sull’accordo proposto dall’Aran.

«Firmare questo contratto avrebbe significato tradire le attese e le speranze dei lavoratori che rappresentiamo», esordisce De Palma. «Le risorse messe a disposizione sono insufficienti e molte delle nostre richieste, fondamentali per il riconoscimento della professionalità di infermieri, ostetriche e altri professionisti sanitari, sono rimaste ampiamente disattese».

Tra i principali nodi critici che hanno portato al mancato accordo:

– Accesso all’area di elevata qualificazione: la proposta ARAN, di ammettere solo le lauree magistrali e quelle di primo livello, avrebbe escluso infermieri, ostetriche e professionisti sanitari con titoli del vecchio ordinamento, spaccando in due tali professioni. Questo è inaccettabile per il Nursing Up, che si batte da tempo per una progressione di carriera equa e inclusiva.

– Risorse economiche: i 170 euro lordi proposti per i lavoratori sono una cifra irrisoria, lorda, e per troppi aspetti frutto di un calcolo che altro che non è che una triste media dal momento che, secondo De Palma, questi aumenti  arriverebbero come “fumo negli occhi” rispetto alle reali necessità di riconoscimento economico per il personale sanitario.

– Formazione ECM: negata la richiesta del sindacato, che almeno 2 ore fossero estrapolate dal debito orario settimanale di 36 ore, per essere dedicate alla formazione obbligatoria ed  ECM.

– Mobilità del personale: il contratto non offre, come chiesto dal sindacato, garanzie su periodi certi per i bandi di mobilità, lasciando i lavoratori in un limbo organizzativo inaccettabile.

– Nessuna risposta concreta sull’aumento della parte fissa dell’indennità per gli incarichi di base degli infermieri, ostetriche e prof sanitarie o sull’incremento del tempo retribuito per la vestizione e le consegne per il personale turnista.

Il messaggio di De Palma è perentorio: non ci fermeremo qui

«La nostra lotta non si ferma certamente qui. L’obiettivo del Nursing Up è un contratto che risponda davvero alle esigenze dei lavoratori della sanità. Andremo avanti per ottenere condizioni eque e risorse adeguate, e continueremo a rappresentare con forza i professionisti sanitari nelle trattative future».

De Palma sottolinea inoltre l’urgenza di riprendere il confronto con il Governo e con l’Aran su basi più solide, in linea con le promesse fatte nei mesi precedenti , e con l’impegno di valorizzare concretamente i professionisti della sanità.

«Non accetteremo compromessi al ribasso. I lavoratori della sanità italiana meritano di più, e il Nursing Up continuerà a lottare per i loro diritti».

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