Contratti Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie al punto morto: dura accusa di Nursing Up all’ARAN.
Nessuna apertura sul fronte economico e professionale. Il sindacato infermieristico denuncia un “muro contro muro” e un “pericoloso nulla di fatto” nelle trattative per il nuovo CCNL.
La speranza di un rinnovo contrattuale che portasse reali benefici per i professionisti sanitari si scontra con una realtà fatta di “muri invalicabili” e “pericolosi nulla di fatto”. A lanciare l’allarme è il sindacato Nursing Up, al termine dell’ennesimo incontro con l’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) per il CCNL Sanità 2022-2024.
Le parole del sindacato non lasciano spazio a interpretazioni: “L’ARAN ha deciso non solo di non modificare la sostanza delle proprie posizioni, ma addirittura di fare dietrofront su alcuni punti, presentando un testo che ha trasformato, per come la vediamo noi, il confronto nell’ennesimo pericoloso nulla di fatto”. Una dichiarazione che dipinge un quadro di profonda delusione e stallo nelle trattative.
Uno dei punti cruciali di scontro riguarda le progressioni di carriera. Nursing Up aveva chiesto con forza che l’accesso all’area di elevata qualificazione fosse garantito a tutti i professionisti sanitari, senza distinzioni tra infermieri, ostetriche e tecnici.
La narrazione del sindacato evidenzia un cambio di rotta da parte dell’ARAN: inizialmente sembrava aprirsi alla possibilità di includere anche i laureati triennali con esperienza, ma questa ipotesi è stata poi “del tutto abbandonata”, restringendo l’accesso ai soli laureati magistrali. Una scelta che per molti professionisti “sembra ignorare inspiegabilmente il principio di equipollenza formale tra titoli”, generando un forte senso di “mancato riconoscimento del valore professionale” e alimentando un sentimento di esclusione.
Altro tema dolente è la tutela dei lavoratori senior. La richiesta di riconoscere il diritto all’esonero dai turni notturni e dalle pronte disponibilità per chi ha superato i 60 anni è rimasta “ignorata”. Nursing Up denuncia la mancanza di un concreto riconoscimento dei diritti soggettivi per chi ha dedicato decenni al Servizio Sanitario Nazionale.
Il fronte economico è forse quello più delicato. L’ARAN continua a parlare di aumenti medi di 172 euro lordi mensili, ma Nursing Up smonta questa narrazione, definendola un’“illusione”. Il sindacato sottolinea come tali cifre siano “gonfiate da risorse aggiuntive” non destinate a tutti (come i fondi per il personale del pronto soccorso) e dai fondi della contrattazione decentrata.
La realtà, secondo Nursing Up, è che molti dipendenti vedranno aumenti salariali tabellari ben inferiori a quanto promesso, con cifre che, al netto di tasse e conguagli, si riducono drasticamente, arrivando in alcuni casi a circa 41 euro lordi. Anche i 305 euro destinati agli operatori del pronto soccorso riguardano solo una minoranza esigua e derivano da una legge statale, non dal contratto stesso. Il sindacato accusa l’ARAN di una rappresentazione che rischia di “ingenerare un erroneo recepimento della realtà”, facendo credere che benefici economici limitati siano estesi a tutti.
Nonostante la fumata nera, Nursing Up ribadisce la volontà di “arrivare presto a sottoscrivere il nuovo contratto”, concentrandosi sulla parte normativa. Tuttavia, ciò sarà possibile solo se l’ARAN deciderà di confrontarsi seriamente sulle richieste e rivedere alcuni punti della bozza attuale, cercando un terreno comune.
Il sindacato annuncia inoltre che continuerà a “lottare affinché il Governo destini risorse specifiche per gli stipendi delle professioni sanitarie”.
Nursing Up non risparmia critiche neanche verso il fronte politico. Un recente documento delle Regioni, che parla di valorizzazione e percorsi di carriera, viene definito “un manifesto di buone intenzioni, vuoto e tardivo”, in netto contrasto con l’atteggiamento “invalicabile” dell’ARAN.
Questa “contraddizione istituzionale” genera solo “confusione, disillusione e tensioni” tra i professionisti sanitari. Il sindacato esige “risposte chiare e azioni concrete”, dichiarando che il tempo dei “teatrini” e delle “promesse inconsistenti” è finito. La domanda è diretta e inequivocabile: “Da che parte stanno davvero Governo e Regioni?”
La posizione di Nursing Up è netta: “Difenderemo senza compromessi i diritti e la dignità dei professionisti sanitari. Non ci accontenteremo di briciole, non ci lasceremo relegare a ruoli marginali. La dignità di chi ogni giorno salva vite non è materia di trattativa. Non è negoziabile. Punto”.
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