Concorso per 350 OSS all’Asl Napoli 1 Centro: licenziamenti in vista per altri 300 Operatori.
L’Asl Napoli 1 Centro ha recentemente indetto un concorso per l’assunzione di 350 operatori socio-sanitari (OSS). Tuttavia, questa iniziativa lascia nell’incertezza circa 300 OSS attualmente impiegati dal consorzio Gesco, il cui contratto è stato rescisso con un anno e mezzo di anticipo. Questi lavoratori perderanno il loro posto alla fine di ottobre, a seguito della decisione di internalizzare il servizio.
La protesta degli OSS licenziati.
Il 7 ottobre scorso, circa 150 OSS hanno occupato simbolicamente il Maschio Angioino per protestare contro la rescissione anticipata del contratto. Si tratta di lavoratori che durante il periodo più critico della pandemia da COVID-19 hanno sopperito alle gravi carenze di personale nella sanità pubblica, fornendo assistenza in reparti chiave per affrontare l’emergenza.
Questa scelta dell’Asl Napoli 1 Centro ha anche delle conseguenze amministrative, poiché l’appalto pubblico è stato interrotto unilateralmente, prima della naturale scadenza, e potrebbe generare contenziosi legali.
Le dichiarazioni delle parti coinvolte.
Il direttore dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, ha spiegato che il concorso è stato indetto per colmare i vuoti di organico, specificando che non è possibile mantenere due persone per lo stesso ruolo. Verdoliva ha inoltre sottolineato che esiste una riserva del 50% per chi ha già lavorato in determinati periodi.
Giacomo Smarrazzo, presidente del consorzio Gesco, ha commentato favorevolmente l’assunzione di personale pubblico, ma ha sollevato preoccupazioni riguardo alla perdita di competenze e relazioni che i 300 OSS licenziati hanno sviluppato con i pazienti.
Quali sono le prospettive per i lavoratori licenziati?
Sebbene il concorso rappresenti una potenziale opportunità di riassorbimento per questi lavoratori, la loro partecipazione e successo nel processo di selezione non sono garantiti. Questo solleva dubbi sul futuro occupazionale di chi, durante l’emergenza pandemica, ha dato un contributo essenziale al sistema sanitario regionale.
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