Ven. Ago 2nd, 2024
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Salute, Ceccarelli (Coina): «Oss riconosciuti come professione usurante? Incredibile ma vero, ancora una volta gli infermieri vengono messi da parte! La misura è colma».

«Siamo di fronte alla palese e drammatica realtà di un Governo che sta ancora una volta ignorando la centralità del ruolo della professione infermieristica e di quella ostetrica, nascondendo letteralmente la testa sotto la sabbia.

In questo modo si corre seriamente il rischio di depauperare tutte quelle straordinarie competenze e quelle elevate responsabilità di cui i professionisti dell’assistenza sono legittimamente rappresentanti, accanto a qualità umane innegabili.

Ed è in quest’ottica che sentiamo di dover intervenire sul “caso” dell’ODG presentato alla Camera lo scorso 23 luglio, e approvato da quest’ultima, a firma del deputato valdostano Franco Manes, che ha proposto di riconoscere gli Operatori Socio Sanitari come professione usurante, sostenendo che gli OSS, leggiamo testualmente, si trovano oggi ad operare sempre più in contesti difficili, a contatto con persone molto fragili e con oggettive difficoltà gestionali, organizzative, logistiche e fisiche, sottoposti a stress e carichi psico-fisici diretti e indiretti»

Così Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale del Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie.

«Ci lascia attoniti, con tutto il rispetto per il lavoro degli Oss, che la Camera senza né leggere e né scrivere abbia approvato tale Ordine del Giorno, quando, da tempo, sindacati come il nostro, ahimè senza successo, portano avanti tale battaglia, affinché un riconoscimento del genere sia concesso prima di tutto agli infermieri.

Come è possibile, ci chiediamo, asserire, da parte dell’On. Manes, che al giorno d’oggi sono gli Operatori Socio Sanitari a rappresentare la categoria maggiormente esposta ai rischi di patologie psico-fisiche sul luogo di lavoro?

Non possiamo ignorare il fatto di essere di fronte, infermieri e Oss, a due professioni con responsabilità diametralmente opposte. Noi del Coina non vogliamo entrare in conflitto con nessuno, non saremo certo noi a negare agli Oss la possibilità di portare avanti le battaglie per i propri legittimi riconoscimenti.

Qualcuno, però, dimentica, che in Italia a mancare sono prima di tutto gli infermieri e che gli stessi infermieri, in assenza degli Oss, in tante realtà ospedaliere, non solo portano avanti il proprio delicato compito quotidiano, ma devono anche coprire le mansioni degli stessi Operatori Socio Sanitari, che sono ben diverse dalle nostre, aprendo la strada a quei demansionamenti che rappresentano una delle piaghe del nostro Sistema Sanitario, continua Ceccarelli.

Non si può cancellare la storia e non si può dimenticare il fatto che gli OSS rappresentano una categoria molto più giovane rispetto agli infermieri e alle ostetriche. Il carico di responsabilità che ci portiamo dietro, da sempre, e che caratterizza le citate professioni sanitarie, contraddistinte da un assetto di competenze e funzioni ben differenti e di maggiore impatto psicofisico rispetto a quello di altri operatori sanitari, meriterebbero quella considerazione che per noi è evidente, ma che, nel nostro caso, la politica sembra davvero aver accantonato.

La qualità, la tipologia, le peculiarità dell’impegno professionale infermieristico ed ostetrico, e il carattere stressante dell’attività svolta, pongono sicuramente tali attività non solo tra i lavori cosiddetti “gravosi”, ma decisamente tra quelli “usuranti”. 

Riteniamo quindi paradossale e intollerabile che la Camera, su indicazione del Governo, apra la strada “solo” al riconoscimento degli Oss come professione usurante, e ignori di fatto le richieste di infermieri e ostetriche, la cui condizione rappresenta una sacrosanta priorità, le cui istanze meritano finalmente quella dovuta considerazione che qualcuno continua ad accantonare.

Siamo stanchi di essere relegati al ruolo di eterni secondi! Da anni accade con la professione medica, con cui esiste uno squilibrio economico ingiustificato, e ora anche gli Oss ci passano davanti? 

Sostenitori, da sempre, della collaborazione inter professionale, nel rispetto dei reciproci ruoli, non possiamo esimerci dall’urlare a gran voce che la misura è davvero colma!».

Così Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie.

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