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COINA. Divieto accesso mensa in divisa per Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie. Regola fuori dal tempo.

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Segreteria Coina Torino: divieto di accesso alle mense in divisa, regola irrealistica se applicata senza soluzioni a lungo termine.

La Segreteria provinciale Coina di Torino, Sindacato delle Professioni Sanitarie, esprime forte preoccupazione per la recente disposizione del Commissario della Città della Salute, Thomas Schael, che vieta al locale personale sanitario di accedere alle mense e ai bar interni con la divisa da lavoro. Sebbene il principio alla base della misura sia teoricamente condivisibile, nella realtà ospedaliera delle Molinette la sua applicazione risulta del tutto impraticabile senza adeguate soluzioni alternative.

Una misura teoricamente corretta, ma logisticamente inapplicabile

La normativa mira a garantire maggiori standard igienici all’interno dell’ospedale, evitando che gli operatori sanitari transitino in aree di ristoro con indumenti potenzialmente contaminati o che possano potenzialmente contaminare divise sanitarie che poi entrano a contatto con strumenti chirurgici, farmaci e soggetti fragili. Tuttavia, la Segreteria provinciale Coina di Torino sottolinea come questa disposizione non tenga conto della realtà organizzativa delle Molinette, uno degli ospedali più grandi e complessi d’Italia, dove la distanza tra i reparti e gli spogliatoi può rendere l’applicazione della norma estremamente penalizzante per il personale sanitario.

“L’obiettivo dell’igiene è condivisibile, ma la misura non è assolutamente praticabile alle Molinette senza soluzioni alternative”, affermano i portavoce del COINA Provincia di TorinoGli operatori sanitari hanno pause brevi e le distanze interne dell’ospedale sono enormi. Se devono impiegare 10-15 minuti solo per cambiarsi due volte, quando trovano il tempo per mangiare, nell’ambito poi di un lavoro quotidiano dove il tempo per fermarsi e ricaricare le forze è già ridotto al lumicino?

Infatti, il tempo a disposizione per le pause del personale sanitario è già limitato e non può essere ulteriormente ridotto senza avere ripercussioni sulla loro capacità di svolgere il proprio lavoro con efficienza.

Un divieto che rischia di diventare un ostacolo insostenibile

Nella pratica quotidiana, questa decisione appare come una misura calata dall’alto senza un’adeguata valutazione delle sue conseguenze concrete. Il COINA ricorda che le pause sono un diritto fondamentale per tutti i lavoratori, ma per il personale sanitario turnista assumono un’importanza ancora maggiore, considerando i turni prolungati, le alte responsabilità e il livello di stress a cui sono sottoposti.

Se il personale fosse costretto a dedicare una parte significativa della sua pausa per il solo cambio di divisa, si troverebbe di fatto a dover scegliere tra consumare un pasto o godere di un momento di riposo necessario per affrontare il resto del turno di lavoro. Si tratta di una situazione inaccettabile, che dimostra ancora una volta quanto spesso le decisioni amministrative vengano prese senza una reale conoscenza delle condizioni di lavoro nei reparti.

Il COINA sottolinea inoltre che molti ospedali italiani, pur prevedendo norme simili, hanno adottato soluzioni più flessibili, come la predisposizione di aree dedicate per il consumo dei pasti all’interno dei reparti o l’introduzione di modalità organizzative che consentano un’applicazione più realistica delle regole.

Quali soluzioni? Il COINA propone i buoni pasto

Per il COINA non si può introdurre un divieto senza prevedere alternative concrete. L’unica soluzione immediatamente attuabile è l’erogazione di buoni pasto per tutto il personale sanitario, affinché possa organizzarsi autonomamente senza sacrificare la pausa, afferma il sindacato.

Questa proposta consentirebbe agli operatori sanitari di scegliere dove consumare il proprio pasto senza essere costretti a rispettare tempistiche irrealistiche per raggiungere la mensa, cambiarsi, mangiare e tornare al lavoro dopo essersi cambiati di nuovo. Inoltre, sarebbe una misura di equità rispetto ad altre categorie di lavoratori, che già beneficiano di questa forma di supporto.

In alternativa, il COINA chiede che l’ASL valuti la creazione di aree ristoro dedicate esclusivamente al personale sanitario, situate in prossimità dei reparti, per consentire una soluzione più compatibile con i ritmi di lavoro ospedalieri.

Possibile lettera di diffida all’ASL: il COINA non esclude azioni ufficiali

Di fronte alla rigidità di questa decisione, il COINA sta valutando l’invio di una lettera di diffida all’ASL, affinché il provvedimento venga modificato o integrato con misure compensative che tutelino il diritto alla pausa e alla corretta alimentazione del personale sanitario.

“Non si può chiedere ai professionisti sanitari di rispettare una regola che, nella realtà, è impossibile da applicare”, concludono i portavoce del COINA. “Se l’ASL non si dimostrerà disponibile a una revisione del provvedimento, non escludiamo ulteriori azioni a tutela dei diritti dei lavoratori”.

La Segreteria Provinciale di Torino ribadisce che il rispetto delle norme igieniche negli ospedali è essenziale, ma deve essere attuato in modo realistico e senza penalizzare ulteriormente il già fin troppo martoriato personale sanitario. Il divieto di accedere alla mensa in divisa, se applicato senza alternative praticabili, rischia di trasformarsi in un ostacolo ingiustificato per chi lavora ogni giorno in prima linea.

La soluzione non può essere una regola rigida e disconnessa dalla realtà ospedaliera, ma un insieme di misure che garantiscano igiene e sicurezza senza compromettere i diritti dei lavoratori. Il COINA resta in attesa di un confronto sereno e proficuo con l’ASL, ma si dice pronto ad adottare tutte le azioni necessarie affinché venga trovata una soluzione frutto di sinergia con i sindacati delle professioni sanitarie e non frutto come troppo spesso accade di un libero arbitrio che ignora le esigenze del lavoratori.

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