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Coina contro Nursind: “indennità Infermieri di Pronto Soccorso va pagata”.

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Sanità, Ceccarelli (Coina): «Il Nursind fa le capriole per giustificare l’ingiustificabile, ma i fatti sono chiari: l’indennità di pronto soccorso dei professionisti della Regione Lazio va pagata! No al gioco delle tre carte!».

«Il gioco delle tre carte sulla pelle degli infermieri deve finire. Prima hanno chiesto la sospensione dell’indennità di pronto soccorso ai professionisti sanitari della Regione Lazio, poi si sono nascosti dietro l’ARAN per giustificare una decisione che penalizza migliaia di lavoratori. Ma i documenti ufficiali smentiscono questa versione: l’ARAN non ha mai detto che l’indennità può essere sospesa!

«Il Nursind sta facendo capriole per trovare una scusa a un errore che danneggia gli infermieri, ovvero la richiesta di sospensione. Prima si chiede di bloccare i pagamenti, poi cerca di scaricare la responsabilità su altri, come nel caso dei sindacati non firmatari del contratto 2022-2024. Ma i fatti sono scritti nero su bianco e dicono tutt’altro». Esordisce così Marco Ceccarelli, segretario nazionale del Coina.

L’ARAN non conferma le sospensioni: il Nursind si arrampica sugli specchi

«Secondo il Nursind, l’ARAN sosterrebbe la legittimità della sospensione dell’indennità di pronto soccorso. Peccato che l’ARAN, nei documenti ufficiali, non dica affatto che le aziende possono bloccare i pagamenti! Anzi, chiarisce che la questione non rientra nelle sue competenze».

«Se davvero l’ARAN desse loro ragione, lo avrebbe detto chiaramente. Invece non lo dice. Questo perché i fondi sono stanziati e l’indennità è dovuta. Cercare di girare la frittata non cambia la realtà», sottolinea Ceccarelli.

I soldi ci sono: nessun alibi per non pagare i professionisti sanitari

«Le risorse per l’indennità di pronto soccorso sono garantite dallo Stato fino al 2025 e sono già state trasferite alle Regioni per le annualità fino al 2024. Nel Lazio, i fondi sono stati assegnati alle aziende. Il CCNL vigente è ancora valido fino alla firma di un nuovo contratto e prevede espressamente il pagamento dell’indennità. Il mancato rinnovo non è una scusa valida per bloccare i soldi dovuti agli infermieri e agli altri professionisti», chiarisce il segretario del Coina.

Basta giochi a nascondino: il Coina non ci sta!

«Prima bloccano i soldi, poi cercano di dire che non è colpa loro. Ma la verità è che le risorse per il 2022 e il 2023 sono state erogate e addirittura nel 2024 sono arrivate anche se, teoricamente, non avrebbero dovuto esserlo. La volontà politica di pagare c’è, ma qualcuno continua a confondere le acque».

Il Coina sta dalla parte degli infermieri

«Le aziende devono pagare le indennità, senza se e senza ma. La contrattazione regionale e aziendale è già avvenuta, le risorse ci sono. Basta giochi di potere: i professionisti meritano rispetto e certezze, non acrobazie burocratiche per togliere loro quello che spetta di diritto!“, conclude Ceccarelli.

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