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CGIL e CISL promettono un autunno ‘caldo’. Ma è solo aria fritta?

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Negli ultimi giorni, abbiamo letto con sorpresa e una buona dose di scetticismo l’ultimo volantino firmato da CGIL, CISL e alcune piccole sigle sindacali, in cui si annuncia un autunno ‘caldo’. Ma la domanda che sorge spontanea è: caldo per il clima o per l’efficacia delle azioni sindacali?

Siamo ben lontani dal vedere un reale impegno in difesa dei lavoratori del comparto sanitario, un settore che da anni versa in una situazione di precarietà estrema. Anziché combattere con fermezza per i diritti dei lavoratori, queste organizzazioni sembrano più interessate a mantenere la pace sociale, vendendo fumo piuttosto che soluzioni concrete.

Quando si siedono ai tavoli di contrattazione, più che battere i pugni, sembrano impegnati a prendere appunti dettati dalla dirigenza. Poi, tornano dai lavoratori raccontando di aver ‘ribaltato il tavolo’, ma i risultati effettivi non rispecchiano le promesse. E chi paga il prezzo di questa gestione inefficace? Sono i lavoratori del comparto sanitario, oltre 2000 persone che ogni giorno vedono i loro diritti calpestati e ignorati.

Assunzioni stabili: una chimera?

Da anni si parla di necessità di stabilizzare il personale, ma cosa è stato fatto? Poco o nulla. Nonostante le promesse e i proclami, la precarietà è la regola. Noi, come NurSind e USB, ci battiamo da tempo per richiedere assunzioni stabili e il rispetto dei diritti salariali e giuridici. Diritti che dovrebbero essere inalienabili, ma che, invece, vengono costantemente messi in discussione.

Eppure, mentre noi ci impegniamo in manifestazioni e scioperi per ottenere un cambiamento reale, le sigle sindacali compiacenti sembrano più interessate a mantenere il dialogo con la dirigenza che a difendere i lavoratori. Come dimenticare quanto accaduto lo scorso dicembre, quando, di fronte a decine di licenziamenti, anziché aprire lo stato di agitazione, CGIL e CISL hanno preferito sospenderlo? Una scelta che ha lasciato i lavoratori soli e abbandonati.

La gestione fallimentare della sanità.

Questa gestione fallimentare non è solo una questione sindacale, ma un problema che riguarda l’intera tenuta del sistema sanitario. Le condizioni di lavoro degli operatori sono al collasso, e la dirigenza dell’AST di Ascoli Piceno continua a ignorare le richieste di miglioramento. Sono anni che chiediamo risposte concrete, ma ciò che riceviamo sono solo silenzi e promesse vuote.

Non basta scrivere qualche comunicato stampa per gettare fumo negli occhi ai lavoratori. Occorre pretendere azioni concrete e immediate, perché la situazione è ormai insostenibile. Non possiamo più accettare di essere trattati come pedine sacrificabili.

La nostra lotta continua.

Noi di NurSind e USB non ci arrendiamo. La nostra porta resta sempre aperta per chiunque voglia unirsi a una lotta vera e coerente. Siamo pronti a riaprire lo stato di agitazione e a mettere in campo tutte le azioni necessarie per difendere i diritti dei lavoratori, affinché possano finalmente vedere riconosciuti i loro diritti.

Non accetteremo compromessi, perché la dignità dei lavoratori e la qualità del sistema sanitario non possono essere barattate.

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