CCNL Comparto Sanità: Rinvio o un No di Lotta? Verso una mobilitazione per aumenti salariali sdeguati all’inflazione.
Il 14 gennaio 2025, presso la sede ARAN di Roma, la firma del nuovo CCNL del Comparto Sanità è saltata: un risultato che riflette le divisioni interne tra le sigle sindacali e il malcontento dei lavoratori del settore. Da una parte, il fronte del sì composto da NURSIND, CISL e FIALS; dall’altra, la triade del no rappresentata da NURSING UP, UIL e CGIL. Il contratto proposto era stato già criticato a novembre 2024 per i suoi limiti, ritenuti offensivi per i professionisti della sanità pubblica. E’ quanto riferiscono le sigle Sì Cobas FP e Sì Cobas Calabria.
Le criticità del contratto.
Le proposte economiche avanzate sono state giudicate insufficienti rispetto alle aspettative e alle necessità dei lavoratori, soprattutto considerando il contesto inflattivo che ha eroso il potere d’acquisto. Tra i principali punti deboli:
- Aumenti salariali dichiarati tra 130 e 170 euro lordi, che si riducono a circa 50 euro lordi mensili, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale.
- Nessun riconoscimento economico per gli anni 2022 e 2023; arretrati per il 2024 pari a circa 600 euro.
- Incrementi irrisori per le indennità di turno, notturno, festivo e pronta disponibilità.
Questi dati appaiono ancora più critici se confrontati con l’inflazione registrata nel triennio 2022-2024, che si attesta intorno al 17%. Una percentuale che rappresenta una perdita significativa per le famiglie dei lavoratori della sanità.
Non una vittoria, ma un rinvio.
Il mancato accordo non viene considerato una vittoria dai sindacati del no, bensì un passo prevedibile a fronte di risorse economiche insufficienti. Tuttavia, resta il dubbio: si tratta di un rinvio strategico per ottenere consensi tra i lavoratori, o c’è realmente l’intenzione di migliorare il contratto? La risposta arriverà nei prossimi mesi, ma intanto cresce la richiesta di azioni concrete.
Le richieste dei lavoratori.
I sindacati contrari al contratto ribadiscono le loro rivendicazioni, che puntano a ottenere un reale riconoscimento del valore dei lavoratori:
- Aumenti salariali adeguati, con un meccanismo di indicizzazione all’inflazione.
- Introduzione della quattordicesima mensilità.
- Valorizzazione dell’anzianità di servizio, riconoscendo l’esperienza maturata nel settore.
- Internalizzazione dei servizi appaltati, per garantire maggior stabilità e qualità.
- Contratto unico per tutti i professionisti della sanità, sia nel pubblico che nel privato.
Verso una mobilitazione?
Di fronte a questa situazione, ci si attende l’indizione di uno sciopero e una mobilitazione compatta dei lavoratori per ottenere condizioni contrattuali migliori. Solo una lotta determinata potrà portare al riconoscimento che i professionisti della sanità meritano, soprattutto dopo gli anni della pandemia, durante i quali sono stati definiti “eroi” ma poi dimenticati nei fatti.
Il rinnovo del CCNL Sanità rappresenta un banco di prova per l’intero sistema sanitario italiano. La mancata firma del contratto non deve essere un semplice rinvio, ma un’occasione per rivedere le proposte economiche e riconoscere finalmente il valore di chi lavora ogni giorno per garantire la salute pubblica.
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