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Cau e Pronto Soccorso: “le file non sono calate, gli accessi sono aumentati del 50%”.

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Centri di Assistenza Urgenza (Cau), nati con l’obiettivo di decongestionare i Pronto Soccorso, non stanno dando i risultati sperati. I dati del 2023 e 2024 mostrano che gli accessi complessivi di pazienti con codici verdi e bianchi (casi meno gravi) sono aumentati del 50% nella provincia di Forlì-Cesena, mentre i tempi di attesa nei Pronto Soccorso rimangono inaccettabili.

I numeri che fanno discutere.

La consigliera regionale Valentina Castaldini di Forza Italia ha presentato i dati che mettono in discussione l’efficacia dei Cau:

  • Provincia di Forlì-Cesena:
    • 2023: 78.272 accessi ai Pronto Soccorso (codici verdi e bianchi).
    • 2024: 76.940 accessi ai Pronto Soccorso (-1,7%) e 45.103 accessi ai Cau.
    • Totale 2024: 122.043 accessi, con un aumento del 55,9% rispetto al 2023.
  • Comune di Cesena:
    • 2023: 43.415 accessi ai Pronto Soccorso.
    • 2024: 41.156 accessi ai Pronto Soccorso (-5,2%) e 20.508 accessi ai Cau.
    • Totale 2024: 61.664 accessi, con un aumento del 42% rispetto al 2023.

«I Cau si sono dimostrati una risposta inadeguata e un inutile impegno di personale», ha dichiarato Castaldini. «Questa riforma regionale dell’emergenza-urgenza è nata male, illudendo i cittadini con una propaganda trionfale».

Le critiche alla riforma.

I Cau, istituiti per alleggerire la pressione sui Pronto Soccorso, non hanno raggiunto l’obiettivo. Anzi, hanno portato a un aumento complessivo degli accessi, senza ridurre significativamente i tempi di attesa. Tra le principali critiche:

  1. Aumento degli accessi: i Cau hanno attratto nuovi pazienti, senza diminuire il carico sui Pronto Soccorso.
  2. Spreco di risorse: i centri hanno richiesto un impegno economico e di personale, distogliendo risorse dalla cura dei pazienti.
  3. Propaganda ingannevole: i cittadini sono stati illusi sulla reale efficacia dei Cau.

«In un momento in cui si aumentano le tasse, il sistema sanitario si trova a prendere in carico una quota considerevole in più di pazienti», ha aggiunto Castaldini.

Le conseguenze per il sistema sanitario.

L’aumento degli accessi ai Cau e ai Pronto Soccorso ha creato ulteriori pressioni sul sistema sanitario, già alle prese con carenze di personale e risorse limitate. Tra le principali conseguenze:

  • Sovraccarico di lavoro: infermieri e medici sono costretti a gestire un numero maggiore di pazienti.
  • Tempi di attesa inaccettabili: i Pronto Soccorso continuano a essere congestionati, con tempi di attesa troppo lunghi.
  • Mancanza di efficienza: i Cau non hanno migliorato l’efficienza del sistema, anzi, l’hanno reso più complesso.

Le proposte per il futuro.

Per risolvere il problema, è necessario intervenire con politiche strutturali:

  1. Ridistribuzione delle risorse: ottimizzare l’uso del personale e delle strutture esistenti.
  2. Potenziamento dei Pronto Soccorso: investire in personale e attrezzature per ridurre i tempi di attesa.
  3. Educazione dei cittadini: sensibilizzare la popolazione sull’uso appropriato dei servizi di emergenza.
  4. Revisione dei Cau: valutare l’efficacia dei centri e apportare modifiche per migliorarne le prestazioni.

I dati del 2023 e 2024 dimostrano che i Cau non hanno raggiunto l’obiettivo di decongestionare i Pronto Soccorso. Al contrario, hanno portato a un aumento complessivo degli accessi, mettendo ulteriormente sotto pressione il sistema sanitario. Per garantire un servizio efficiente e accessibile, è necessario ripensare la riforma dell’emergenza-urgenza e investire in soluzioni concrete.

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