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Catanzaro, Infermieri del Blocco Operatorio diffidano l’Azienda per la negata indennità di Rischio Radiologico.

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Gli infermieri del blocco operatorio dell’Azienda ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro hanno formalizzato una diffida stragiudiziale ai vertici aziendali, chiedendo il riconoscimento dell’indennità di rischio radiologico, prevista dalla Legge 460/1988. Tale legge stabilisce che, in caso di esposizione a radiazioni ionizzanti, i lavoratori devono ricevere un’indennità per il rischio professionale, anche se l’esposizione avviene in modo discontinuo o a rotazione.

La diffida e la mancata indennità.

Dal mese di novembre 2024, alcuni infermieri che avevano regolarmente percepito l’indennità negli anni precedenti si sono visti negare il pagamento. Gli infermieri, supportati dal legale Giancarlo Pitaro, chiedono che venga annullata la delibera n.1948 del 2024, che ha sospeso il pagamento dell’indennità. In caso contrario, l’azienda sarà citata presso l’Ispettorato del Lavoro e l’Autorità Giudiziaria.

Secondo la diffida, gli infermieri continuano a svolgere la stessa attività in ambienti a rischio di esposizione a radiazioni, senza che sia stato cambiato il contesto lavorativo o le condizioni di rischio. L’indennità, spiegano gli infermieri, è un obbligo di legge, che non può essere disatteso e che, oltre ad essere un compenso, rappresenta una forma di tutela per il lavoratore che si espone al rischio radiologico.

Normativa e legittimità dell’indennità.

La Legge 460/1988 stabilisce che il personale sanitario esposto a radiazioni, in modo continuativo o occasionale, abbia diritto a un’indennità. Il rischio di esposizione deve essere tale da non consentire l’esercizio dell’attività sanitaria senza l’esposizione a radiazioni. L’ammontare dell’indennità dipende dalla quantità di radiazioni assorbite, che deve essere valutata in base alla frequenza e al tempo di esposizione.

Inoltre, la diffida richiede che venga riconosciuto anche il diritto ai giorni di riposo biologico previsti dalla legge, che consistono in 15 giorni di congedo aggiuntivo da fruire in un’unica soluzione. La richiesta si basa sul principio che la salute e il benessere degli operatori sanitari debbano essere tutelati con misure specifiche che compensano il rischio legato al loro lavoro.

La questione sollevata dagli infermieri del Policlinico di Catanzaro sottolinea una problematica che coinvolge numerosi lavoratori della sanità esposti a rischi professionali. La mancata corresponsione dell’indennità e il mancato riconoscimento del riposo biologico sono aspetti legati al benessere e alla sicurezza di chi ogni giorno opera per la salute della comunità, e che necessitano di interventi tempestivi e concreti da parte delle istituzioni competenti.

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