Buoni Pasto: Infermieri ottengono giustizia e risarcimento danni!
Finalmente un po’ di giustizia per gli angeli in corsia: Infermieri vincono la battaglia per i buoni pasto.
Sentite questa, colleghi, professionisti sanitari, cittadini tutti che avete a cuore la dignità di chi si prende cura della nostra salute: gli infermieri dell’AST Ancona hanno vinto una battaglia storica. Dopo ben nove anni di lotte, il tribunale ha finalmente messo un punto fermo: chi fa turni di oltre sei ore ha sacrosanto diritto ai buoni pasto. Punto e basta. E l’azienda sanitaria locale dovrà sborsare i soldini per risarcire anni di diritti negati.
Ma cosa è successo esattamente in questi nove lunghi anni? Immaginate la scena: infermieri che si fanno in quattro, turni massacranti che spesso non concedono nemmeno il lusso di una pausa pranzo decente. E in cambio? Niente mensa aziendale, niente buoni pasto per compensare, niente di niente. Un’ingiustizia bella e buona, che ha visto il sindacato NurSind alzare la voce e portare la questione davanti al giudice.
E il tribunale, finalmente, ha dato loro ragione con una sentenza che non lascia spazio a interpretazioni: se lavori più di sei ore, il buono pasto ti spetta, che ci sia la mensa o meno. Non solo: l’AST Ancona dovrà anche pagare gli arretrati a partire dal 2019, con tanto di interessi, e farsi carico di oltre duemila euro di spese legali. Una bella batosta per chi pensava di poter ignorare i diritti dei propri lavoratori.
“Il contratto non si interpreta, si applica”, tuona Matteo Rignanese del NurSind Ancona, e non potremmo essere più d’accordo. Questa vittoria dimostra che un sindacato presente e combattivo può davvero fare la differenza, che i diritti non sono optional da calpestare a piacimento.
Però, diciamocelo chiaramente, il problema non si limita certo ad Ancona. Quanti di noi si ritrovano a fare turni estenuanti senza la possibilità di una pausa vera? Quante mense aziendali sono state chiuse o non sono mai esistite? Quanti infermieri sono costretti a ingoiare un boccone di corsa, quando va bene, per poi tornare subito a prendersi cura dei pazienti? Una situazione inaccettabile che questa sentenza, speriamo, possa contribuire a cambiare.
Perché questa vittoria non è solo per gli infermieri di Ancona, ma fa giurisprudenza. Significa che anche altre aziende sanitarie dovranno mettersi in regola, adeguarsi ai contratti, o rischiare di trovarsi di fronte a cause simili. Il messaggio è forte e chiaro: il pasto non è una concessione, è un diritto di chi lavora sodo per più di sei ore.
E tu, caro collega, hai subito lo stesso problema? Non rimanere in silenzio! Contatta il tuo sindacato, chiedi i tuoi arretrati, fai sentire la tua voce. Più siamo a farci sentire, più contiamo.
Questa notizia è importante per tanti motivi: perché finalmente è stata fatta giustizia dopo anni di soprusi, perché crea un precedente legale importante per tanti altri casi simili, e perché dimostra che un sindacato unito e determinato può davvero ottenere risultati concreti.
Se anche nella tua ASL i buoni pasto sono solo un miraggio, ora sai che non sei solo e che qualcosa si può fare. Il NurSind di Ancona ha appena dimostrato come. Speriamo che questa vittoria sia solo il primo passo verso un maggiore riconoscimento dei diritti di tutti gli infermieri d’Italia. Se lo meritano, eccome se lo meritano.
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