Bologna accoglie 700 esperti di rianimazione cardiopolmonare: proposte e innovazioni al Congresso IRC.
“Insegnare il primo soccorso a chi prende la patente”: la proposta di Italian Resuscitation Council per salvare vite.
Il Palazzo dei Congressi di Bologna ospita oggi e domani oltre 700 esperti italiani ed europei in rianimazione cardiopolmonare per un confronto sulle più recenti evidenze scientifiche e sulle migliori pratiche nel trattamento dell’arresto cardiaco. L’evento, organizzato dall’Italian Resuscitation Council (IRC), celebra i 30 anni della società scientifica senza scopo di lucro, riconosciuta dal Ministero della Salute e attiva nella formazione e sensibilizzazione sul primo soccorso.
Una proposta innovativa: primo soccorso obbligatorio per i neo-patentati.
Tra le proposte centrali del congresso emerge quella di insegnare il primo soccorso a chi ottiene la patente di guida. Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel 2023 oltre 1,1 milioni di persone hanno conseguito la patente, di cui 700.000 giovani sotto i 21 anni. Formare questi nuovi guidatori su tecniche salvavita come il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore automatico esterno (DAE) potrebbe triplicare le probabilità di sopravvivenza per chi subisce un arresto cardiaco.
“È urgente che la formazione sul primo soccorso sia sistematicamente inserita nei programmi scolastici e diventi un requisito obbligatorio per il rilascio della patente di guida”, afferma Andrea Scapigliati, presidente di IRC. “L’auspicio è che questa misura trovi concreta applicazione grazie ai decreti legislativi previsti dal nuovo Codice della Strada”.
L’importanza di una rete di defibrillatori e della tecnologia.
La diffusione capillare dei defibrillatori è un altro pilastro della strategia IRC. In Emilia-Romagna, sono già disponibili 8.385 DAE, con un aumento del 12% rispetto al 2023, e si prevede l’installazione di altri 1.000 dispositivi nei prossimi mesi. Inoltre, oltre 500.000 cittadini sono stati formati al loro utilizzo, e più di 23.000 persone hanno scaricato l’app “DAE RespondER”, che geolocalizza i defibrillatori più vicini.
La tecnologia avanzata sta inoltre aprendo nuove frontiere nel primo soccorso. Durante il congresso, sono stati presentati i risultati di una sperimentazione che ha utilizzato assistenti vocali basati sull’intelligenza artificiale per guidare i soccorritori occasionali. I ricercatori hanno testato diverse modalità vocali di ChatGPT per fornire istruzioni su come gestire un arresto cardiaco, con risultati promettenti in termini di tempestività, accuratezza e supporto emotivo.
Federico Semeraro, anestesista rianimatore e presidente del European Resuscitation Council, sottolinea: “È essenziale esplorare ulteriormente il potenziale dell’intelligenza artificiale come strumento di supporto ai soccorritori, senza mai sostituire il ruolo cruciale degli operatori sanitari”.
L’impatto della formazione obbligatoria: il modello danese.
L’Italia potrebbe prendere ispirazione dalla Danimarca, dove l’insegnamento del primo soccorso è obbligatorio per ottenere la patente dal 2006. Questo ha portato la percentuale di interventi da parte di soccorritori occasionali a salire dal 27% nel 2005 all’80% nel 2019, con un aumento della sopravvivenza a 30 giorni dal 4,5% al 14%.
Arresti cardiaci: numeri e urgenza di intervento.
Ogni anno, in Europa si registrano circa 400.000 arresti cardiaci, di cui 60.000 in Italia. Tuttavia, solo il 58% dei presenti tenta di eseguire le manovre salvavita, e appena il 28% utilizza un defibrillatore. La sopravvivenza si attesta intorno all’8%, ma diminuisce del 10% per ogni minuto senza intervento.
“Insegnare a tutti a riconoscere un arresto cardiaco e intervenire rapidamente chiamando il 112 e avviando le manovre di rianimazione è fondamentale”, ribadisce Scapigliati.
IRC: 30 anni di impegno nella formazione.
Dal 1994, IRC organizza ogni anno circa 10.000 corsi di rianimazione cardiopolmonare (BLSD), formando oltre 120.000 persone. Questo trentennale rappresenta un momento cruciale per rilanciare l’importanza della “cultura del soccorso”, unendo tecnologia, formazione e sensibilizzazione per salvare sempre più vite.
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