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Autonomia Differenziata. La sanità al Sud imploderà. E se tornassero i Briganti?

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Autonomia Differenziata e Sanità: un progetto diabolico. È tornato il tempo dei Briganti contro i Piemontesi? Svegliati Sud!

La parola “diavolo” deriva dal greco “diaballo”, che significa separare. Nell’Ottocento postunitario italiano, era spesso associata ai Briganti, i quali combattevano contro l’invasore piemontese che unificò l’Italia a discapito del Meridione. Oggi, però, il contesto è diverso; i Piemontesi non sono più da soli al centro della questione, ma sono in compagnia di tutto il Nord. La riforma dell’autonomia differenziata, è chiaro, potrebbe danneggiare gravemente la sanità del Sud, già afflitto da una crisi economica e occupazionale senza precedenti. Nel Meridione non mancano solo le strutture ospedaliere e i servizi adeguati; vi è una carenza di medici, infermieri, professionisti sanitari e operatori socio-sanitari.

Una politica miope e disastrosa.

Una politica miope, operata sia dal centro-sinistra, con il Partito Democratico primo colpevole, sia dal centro-destra, con Fratelli d’Italia e Lega uniti in una folle alleanza anti-meridionalista, ha ridotto in malo modo una sanità sudista già in crisi per la mala gestione del passato (e del presente). Oggi, ci si mette anche il diavolo di mezzo e la sensazione che da qui a poco servizi pubblici e sanità pubblica saranno ben sovvenzionati solamente da Roma in su. Giorgia Meloni ci tiene alla Capitale e non permetterà mai che il Lazio subisca l’onta di un’autonomia differenziata che sa tanto di Disunità d’Italia.

Diàbolos: colui che divide e inganna.

Diàbolos: colui che separa, che divide, che inganna, che lacera; inganno che ha come effetto la separazione e l’inimicizia fra gli uomini. Lo ha descritto bene Andrea Quartini del Movimento 5 Stelle in un suo recente articolo.

La sanità rappresenta in modo emblematico i rischi che il Paese corre con questo scellerato provvedimento. In ambito sanitario, abbiamo potuto constatare gli effetti della devolution con il regionalismo differenziato che ha generato disuguaglianze inaccettabili per i cittadini, discriminati in base alla regione di residenza, senza le stesse garanzie per chi nasce in zone diverse del Paese.

Disuguaglianze intollerabili.

Gli esempi sono diversi:

  • Aspettativa di vita: minore al Sud.
  • Tassi di mortalità evitabile: maggiori al Sud.
  • Speranza di vita in buona salute: 20 anni tra i due estremi.
  • Mortalità infantile: doppia al Sud.
  • Mortalità materna al parto: maggiore al Sud.
  • Viaggi della speranza e migrazione sanitaria: le regioni del Sud sono clienti delle regioni del Nord e le strutture sanitarie private del Nord.
  • Enorme divario tra i servizi sociali: il diritto alla salute, costituzionalmente tutelato, viene sacrificato.

Una violazione del Diritto alla Salute.

Con questo regionalismo potenziato, il diritto alla salute, uno e indivisibile, verrà violato in modo intollerabile e vergognoso. Senza stanziare fondi per garantire i LEPS, i livelli essenziali delle prestazioni sociali, si sancisce la subordinazione dei diritti alle risorse. La giurisprudenza costituzionale ci dice chiaramente che “è la garanzia dei diritti incomprimibili a incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione” (sentenza n. 275/2016).

Conseguenze della Riforma.

Non si prevedono clausole di supremazia per lo Stato nazionale, fondamentali per esempio in caso di pandemia. Le Regioni avranno mano libera su tickets e tariffe, sui fondi integrativi, con il rischio di ritornare alle vecchie mutue e di creare una concorrenza selvaggia su acquisizione delle risorse umane e dumping salariale. L’atteggiamento di questa destra sulla sanità non può sorprenderci più di tanto, perché il comparto rappresenta oltre il 70% dei bilanci regionali. In pratica, si tratta del bancomat dei partiti nelle Regioni, e si presta a un utilizzo clientelare delle regioni, degli appalti, dei concorsi pubblici, tutto a fini di consenso elettorale.

La lotta per la Sanità Pubblica.

Come AssoCareNews.it continueremo a lottare per una sanità pubblica equa e solidale. Tutti hanno il diritto ad essere curati mediante le massime eccellenze e le massime risorse.

E se tornassero i Briganti?

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    Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

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Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

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