Aumenti retributivi nei contratti nazionali: sanità tra i settori più penalizzati. Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie coi nervi a fior di pelle.

La tabella sugli aumenti economici dei rinnovi contrattuali nazionali mette in evidenza disparità significative tra i diversi settori lavorativi. Se da un lato alcune categorie hanno beneficiato di incrementi retributivi considerevoli, dall’altro emergono settori in cui i lavoratori risultano fortemente penalizzati, come quello della sanità e degli autoferrotranvieri.

I dati principali

Analizzando la tabella, si osservano i seguenti trend principali:

• Il settore bancario si distingue per il maggiore incremento retributivo medio, pari a 435 euro, che rappresenta il punto di riferimento per i confronti percentuali.

• La sanità registra un aumento medio di appena 90 euro, segnando il dato peggiore in assoluto con una differenza del -79% rispetto al settore bancario.

• Altri settori fortemente penalizzati includono i giornalisti (+100 euro, -77%) e le ferrovie (+110 euro, -75%).

Disparità tra categorie.

La differenza retributiva tra i settori è impressionante. Oltre al gap numerico, questa disparità riflette le diverse priorità politiche e sindacali nei rinnovi contrattuali:

• Settori privilegiati: banche, medici (+289 euro, -34%), e autostrade (+250 euro, -43%).

• Settori trascurati: pubblica amministrazione (+165 euro, -62%), cooperative sociali (+120 euro, -72%), e turismo (+200 euro, -54%).

Un impatto su milioni di lavoratori.

La tabella evidenzia anche il numero di occupati per settore, con la pubblica amministrazione che conta 3,5 milioni di lavoratori e un aumento di appena 165 euro. Al contrario, settori più piccoli, come quello bancario (300.000 occupati), hanno beneficiato di aumenti molto più consistenti.

La sanità: una questione critica.

Con circa 650.000 lavoratori, il comparto sanità si posiziona agli ultimi posti sia per incremento retributivo che per differenza percentuale con il settore bancario. Questo dato sottolinea la mancanza di riconoscimento economico per una categoria che ha dimostrato un impegno cruciale, specialmente negli anni della pandemia.

La media generale degli aumenti contrattuali si attesta a 186 euro, con una differenza media del -57% rispetto al settore bancario. Questi dati sollevano interrogativi sull’equità distributiva nei rinnovi contrattuali e sulla capacità del sistema di riconoscere adeguatamente il valore dei diversi comparti lavorativi.

Resta da capire come i sindacati e il governo risponderanno alle richieste di maggiore equità nei prossimi rinnovi, soprattutto per i settori che rappresentano il cuore pulsante dei servizi pubblici essenziali.

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