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Assistenza infermieristica a paziente con Frattura di Femore

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Responsabilità assistenziale dell’infermiere nella gestione di un paziente con frattura di femore.

L’assistenza infermieristica a paziente portatore di frattura di femore è complessa, ma i professionisti della salute sono preparati e motivati ad adattarsi a qualsiasi situazione. L’Infermiere monitora e assiste il ricoverato nelle 24 ore, coadiuvandolo o sostituendosi a lui. Ma a cosa deve stare attento e come deve agire?

La frattura di femore nello specifico

Il femore è l’osso più lungo, voluminoso e resistente del corpo umano e la frattura di femore, che può verificarsi a tutte le età, rappresenta un evento molto serio e complesso date le numerose implicazioni di questo osso nella mobilità degli arti inferiori.

Il trattamento di una frattura del femore richiede, nella stragrande maggioranza dei casi, l’intervento di sintesi chirurgica, che risulta fondamentale per la sopravvivenza e la ripresa funzionale dell’assistito; solo con la presenza di controindicazioni all’approccio chirurgico si persegue la strada del trattamento conservativo.

Nel servizio vedremo cosa, come, quando e perché l’infermiere agisce sul paziente con frattura di femore.

Classificazione delle fratture del femore

Le fratture del femore si possono classificare in diverse tipologie, a seconda della localizzazione e delle caratteristiche della rottura:

  • Frattura dell’acetabolo: coinvolge l’articolazione dell’anca.
  • Frattura della testa del femore: localizzata all’estremità superiore dell’osso, spesso comporta dislocazione dell’anca.
  • Frattura del collo del femore: con conseguente lesione della vascolarizzazione della testa del femore.
  • Frattura intertrocanterica: si estende dal piccolo al grande trocantere, rappresenta la frattura più frequente.
  • Frattura sottotrocanterica: coinvolge la parte immediatamente sottostante il piccolo trocantere.

Inoltre, le fratture possono essere classificate come:

  • Composte o scomposte: a seconda che vi sia o meno un disallineamento dei segmenti lesionati.
  • Complete o incomplete: a seconda che i segmenti siano o meno separati tra loro dalla lesione.
  • Multiple: in caso di più rotture in punti diversi.
  • Trasversali, oblique o spiroidi: a seconda di come si sviluppa lungo l’osso.

Cause e sintomi delle fratture del femore

Le cause di frattura del femore variano a seconda dell’età del soggetto coinvolto:

  • Cadute accidentali: principale causa negli anziani, spesso associata a osteoporosi e altre patologie.
  • Traumi sportivi o incidenti stradali: più comuni nei giovani, specialmente in assenza di altre patologie ossee.

I sintomi della frattura del femore includono:

  • Dolore acuto e istantaneo, che può irradiarsi verso l’inguine o verso ginocchio e caviglia.
  • Sensazione di uno “scatto” al momento del trauma.
  • Difficoltà o incapacità di stare in piedi e muovere l’arto.
  • Gonfiore, tumefazione in sede di frattura.
  • Accorciamento, adduzione ed extrarotazione dell’arto interessato.

L’intervento chirurgico dipende dal tipo e dalla sede di frattura: può essere necessario il fissaggio con viti, chiodo e placca, oppure la sostituzione della testa del femore con una protesi articolare.

Il ruolo dell’infermiere nell’assistenza al paziente con frattura di femore

L’infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica e di fronte ad un paziente con frattura di femore ha la responsabilità di prendere in carico l’utente.

Accertamento infermieristico

Dopo aver acquisito i dati anagrafici necessari al ricovero del paziente, l’infermiere procede ad effettuare l’accertamento infermieristico per delineare le condizioni del paziente al momento dell’ingresso in reparto. L’infermiere rileva i parametri vitali quali:

  1. Pressione arteriosa.
  2. Saturazione.
  3. Frequenza cardiaca.
  4. Frequenza respiratoria e qualità del respiro.
  5. Temperatura corporea.

Monitorerà, inoltre:

  • Eventuale presenza di edema, pallore, accorciamento e/o deformità dell’arto interessato.
  • Presenza e caratteristiche del polso dell’arto interessato, paragonandolo a quello dell’arto controlaterale.
  • Stato della cute delle estremità del piede dell’arto interessato, ponendo particolare attenzione a variazioni di colorito e temperatura.

Con l’utilizzo di scale validate e contestualizzate e, ove possibile, con la collaborazione del paziente, valuta la presenza di dolore, con relative caratteristiche, localizzazione e intensità, così come accerterà il livello di ansia che affligge la persona.

Piano assistenziale standard

Un piano assistenziale secondo il modello bifocale Carpenito prevede la formulazione di Diagnosi Infermieristiche con relativi obiettivi, la pianificazione e attuazione degli interventi volti al raggiungimento degli stessi ed un sistema di valutazione in itinere per monitorare la risposta del paziente all’erogazione dell’assistenza.

Diagnosi infermieristiche e problemi collaborativi

Le diagnosi infermieristiche sono formulate dall’infermiere in completa autonomia, mentre i problemi collaborativi riguardano complicanze potenziali che potrebbero verificarsi e richiedono una collaborazione con il medico e altri professionisti della salute.

Esempio di piano assistenziale per un paziente con frattura di femore

Caso clinico

La signora Genoveffa, 86 anni, pensionata, proveniente dal Pronto Soccorso dove è stata appena trasportata dal Servizio 118; accede al reparto di Ortopedia con diagnosi di frattura di femore e in attesa dell’intervento chirurgico di sostituzione totale dell’anca (artroplastica).

All’accertamento infermieristico si rilevano i seguenti parametri:

  • P.A. 160/85 mmHg
  • Sat. O2 92% in aria ambiente (AA)
  • F.C. 88 battiti al minuto (bpm)
  • F.R. 24 atti al minuto (am) con respiro normale

Il paziente manifesta:

  • Dolore all’arto interessato di valore 8 sulla scala NRS.
  • Edema e tumefazione in area di frattura.
  • Irrequietezza.
  • Ansia lieve legata alla patologia e all’intervento chirurgico.

Diagnosi infermieristica

D.I. Dolore acuto correlato a trauma tissutale e contrazioni muscolari riflesse secondarie a intervento chirurgico che si manifesta con riferito dolore.

Obiettivo: La persona riferirà la riduzione dell’intensità del dolore.

Pianificazione interventi

  • Garantire la privacy.
  • Informare il paziente su ogni manovra che si andrà ad effettuare.
  • Monitorare i parametri vitali.
  • Posizionare l’assistito nel decubito appropriato mantenendo l’allineamento del corpo.
  • Verificare il sistema di trazione valutando l’adeguatezza dei pesi, il funzionamento della puleggia, controllando che il calcagno non poggi sul materasso e verificando l’eventuale presenza di parestesie all’arto interessato.
  • Monitorare lo stato della cute nella zona circostante l’incisione chirurgica.
  • Controllare il corretto posizionamento del drenaggio.
  • Applicare ghiaccio sulla zona circostante l’incisione chirurgica.
  • Garantire la corretta somministrazione della terapia prescritta dal medico.
  • Insegnare strategie di rilassamento/distrazione dal dolore.

Attuazione interventi

  • Effettuare igiene delle mani dell’operatore.
  • Chiudere la porta della stanza di degenza e posizionare un paravento a protezione dell’assistito durante le manovre invasive e durante gli episodi di acuzie del dolore per garantire la privacy al paziente.
  • Spiegare al paziente con parole adatte al suo livello di comprensione le fasi e l’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione.
  • Tenere monitorati in particolare i valori di P.A., F.C., SatO2, F.R., T.C. per valutare la ripresa post-anestesia e per rilevare eventuali segni e sintomi di infezione.
  • Il corretto allineamento del corpo riduce la pressione su nervi e tessuti, previene le contratture muscolari e riduce il dolore.
  • Ove indicata, la trazione è essenziale per mantenere l’osso nella corretta posizione e ridurre le complicanze legate a una non corretta guarigione.
  • Controllare lo stato della cute per rilevare la presenza di segni di infezione.
  • Verificare il drenaggio per prevenire complicanze infettive.
  • Applicare il ghiaccio per ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore.
  • Somministrare la terapia analgesica per ridurre il dolore.
  • Insegnare tecniche di respirazione profonda e rilassamento muscolare per ridurre la percezione del dolore.

Valutazione

  • Rilevazione costante del dolore e monitoraggio dei parametri vitali.
  • Osservazione dello stato di salute generale e della capacità di mobilizzazione del paziente.
  • Risposta del paziente alle terapie e agli interventi infermieristici.
  • Monitoraggio della guarigione della ferita chirurgica.

Conclusioni

L’assistenza infermieristica al paziente con frattura di femore richiede una valutazione continua e un intervento personalizzato. La collaborazione tra infermiere, medico e altri membri del team sanitario è essenziale per garantire una cura efficace e sicura.

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    Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

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Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

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