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Assistenti Infermieri. Per CNAI serviranno solo per risparmiare, con bassa qualità delle cure e rischi per gli Assistiti.

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Dal risparmio al rischio: l’Assistente Infermiere e la sicurezza dei pazienti. La posizione chiara di Walter Decaro della CNAI.

L’introduzione della figura dell’Assistente Infermiere nel sistema sanitario italiano, proposta come soluzione alle carenze di personale e alle esigenze economiche, sta suscitando forti preoccupazioni tra professionisti, organizzazioni sindacali e società scientifiche. Se da un lato questa figura è presentata come un modo per migliorare l’efficienza del sistema, dall’altro rischia di compromettere seriamente la qualità dell’assistenza sanitaria e la sicurezza dei pazienti.

Cnai Assistenti Infermieri. Per CNAI serviranno solo per risparmiare, con bassa qualità delle cure e rischi per gli Assistiti.

Le dichiarazioni della FNOPI e le critiche.

La FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche), ente sussidiario dello Stato, ha descritto l’Assistente Infermiere come una “risorsa utile per migliorare l’efficienza del sistema e affrontare la carenza di personale”. Tuttavia, queste affermazioni non trovano riscontro nelle evidenze scientifiche internazionali.

Walter De Caro, Presidente Nazionale della CNAI (Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i), ha sottolineato:
«L’introduzione dell’Assistente Infermiere rappresenta una risposta semplicistica a problemi complessi. Basata esclusivamente su logiche economiche, questa figura rischia di frammentare l’assistenza infermieristica e di minare la sicurezza dei cittadini, con un aumento della mortalità fino al 10% in caso di carenza di personale qualificato».

I rischi dell’Assistente Infermiere.

  1. Qualità dell’assistenza e sicurezza dei pazienti:
    Studi internazionali, come quelli condotti da Griffiths et al. (2024) e Dall’Ora et al. (2022), dimostrano che la riduzione del numero di infermieri laureati negli ospedali è direttamente correlata a una maggiore mortalità e a peggiori esiti assistenziali.
  2. Formazione inadeguata:
    La formazione prevista per l’Assistente Infermiere è di sole 500 ore, in parte in modalità FAD (Formazione a Distanza), contro le 4.600 ore richieste per diventare infermiere. Questo gap formativo rappresenta un grave rischio per la sicurezza dei pazienti.
  3. Confusione delle responsabilità:
    Le attività attribuite all’Assistente Infermiere, come la somministrazione di farmaci, la rilevazione dei segni vitali e l’esecuzione di procedure mediche, richiedono competenze e autonomia che questa figura non possiede. Ciò genera ambiguità sulle responsabilità, con possibili implicazioni legali in caso di errori.
  4. Demansionamento e deskilling:
    L’introduzione di questa figura rischia di svilire il ruolo professionale degli infermieri, delegando attività fondamentali a personale meno qualificato. Questo non solo mina la professione infermieristica, ma mette anche a rischio la sicurezza dei pazienti.

Compiti “di base” che richiedono competenze avanzate.

Le attività attribuite all’Assistente Infermiere, come la somministrazione di farmaci, l’esecuzione di ECG e la gestione di tracheostomie, sono erroneamente definite “di base”. Si tratta, invece, di momenti cruciali di valutazione clinica e relazione terapeutica che richiedono competenze infermieristiche avanzate e una formazione adeguata.

Un coro unanime di opposizione.

La proposta ha ricevuto un chiaro parere negativo da parte della maggioranza delle organizzazioni sindacali, tra cui FP CGIL, UIL FLP, NURSING UP, FIALS, FSI-USAE, CONFINTESA, USB e UGL, oltre che dalla Federazione Europea delle Associazioni Infermieristiche (EFN) e da numerose organizzazioni scientifiche professionali.

Anche la petizione online per fermare l’introduzione dell’Assistente Infermiere ha raccolto oltre 15.000 firme, testimoniando il forte dissenso della comunità infermieristica e sanitaria.

Una soluzione reale per la carenza di infermieri.

La carenza di infermieri è un problema reale, ma non si può risolvere diluendo le competenze professionali. È necessario:

  • Investire nella formazione infermieristica, aumentando il numero di sedi e posti disponibili, azzerando le tasse universitarie e promuovendo percorsi di formazione specialistica.
  • Adeguare le retribuzioni e le condizioni lavorative, equiparandole agli standard europei per attrarre e mantenere personale qualificato.
  • Promuovere un dialogo costruttivo con le parti coinvolte, incluse associazioni professionali e sindacali, per individuare soluzioni sostenibili e sicure.

L’introduzione dell’Assistente Infermiere non può essere la risposta alla crisi del sistema sanitario. Le evidenze scientifiche e le opinioni dei professionisti dimostrano che questa figura rappresenta più un rischio che un’opportunità. La vera soluzione deve passare attraverso il riconoscimento del valore della professione infermieristica e un investimento concreto nella qualità dell’assistenza sanitaria.

Per ulteriori informazioni o per firmare la petizione, visita:
www.change.org/assistenteinfermiere

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