Assistente Infermiere. Le due Italie Infermieristiche: chi vuole l’evoluzione e chi preferisce lo status quo.
Assistente Infermiere: una nuova figura professionale tra controversie e prospettive per la sanità italiana.
Negli ultimi giorni, il dibattito sulla figura dell’Assistente Infermiere ha scosso il mondo della sanità italiana, suscitando reazioni contrastanti tra gli infermieri e gli operatori socio-sanitari (OSS). Questa nuova figura professionale, presentata come una sorta di via di mezzo tra l’infermiere e l’OSS, sembra destinata a cambiare radicalmente l’organizzazione delle professioni sanitarie.
Durante il recente convegno organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Foggia a Pugnochiuso, rappresentanti della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) hanno ribadito il loro sostegno alla creazione di questo profilo. Allo stesso tempo, i sindacati e diverse organizzazioni di categoria si sono espressi apertamente contro la proposta, delineando una frattura profonda all’interno della comunità infermieristica e tra gli operatori sanitari.
Assistente Infermiere: Quali Sono le Prospettive?
La FNOPI sostiene che l’introduzione dell’Assistente Infermiere possa rappresentare un passo avanti nella professionalizzazione dell’infermieristica. Secondo la Federazione, delegare agli Assistenti Infermieri le attività più tecniche e pratiche potrebbe consentire agli infermieri di concentrarsi maggiormente sugli aspetti clinici e intellettuali della professione. In un contesto in cui la sanità si evolve rapidamente, questa figura potrebbe, nelle intenzioni dei promotori, garantire una migliore gestione del carico di lavoro e una più elevata qualità dell’assistenza ai pazienti.
Ma c’è un rovescio della medaglia. Molti infermieri e rappresentanti di sindacati temono che l’introduzione dell’Assistente Infermiere possa comportare una progressiva erosione del ruolo dell’infermiere, già messo in difficoltà da condizioni lavorative complesse e da un profilo professionale considerato obsoleto. I detrattori sostengono che la creazione di questa nuova figura potrebbe ridurre ulteriormente lo spazio d’azione degli infermieri, declassando il loro ruolo e rendendo la professione ancora meno attrattiva.
Un Profilo Obsoleto e un Codice Deontologico Arcaico
Il cuore del problema sembra risiedere non solo nella proposta dell’Assistente Infermiere, ma anche nel fatto che il profilo dell’infermiere, così come lo conosciamo, non ha subito aggiornamenti significativi negli ultimi 30 anni. A questo si aggiunge un Codice Deontologico, rivisitato solo nel 2019, ma percepito da molti come troppo restrittivo e poco al passo con i cambiamenti della professione.
Molti sostengono che la discussione su questa nuova figura avrebbe dovuto essere avviata molto prima, e non introdotta a sorpresa in un periodo già complesso per il settore infermieristico. Tuttavia, anche chi si oppone all’Assistente Infermiere deve fare un passo avanti: la critica, per essere costruttiva, deve accompagnarsi a proposte concrete per migliorare l’organizzazione e il riconoscimento del lavoro infermieristico.
Trovare una soluzione per il futuro della professione.
Il mondo infermieristico italiano è oggi profondamente diviso. Da una parte ci sono coloro che vedono nell’Assistente Infermiere una soluzione per evolvere la professione verso un ruolo più intellettuale (e spingere su una nuova Laurea Magistrale ad indirizzo Clinico); dall’altra, chi teme che questa scelta porterà a un declino irreversibile. Qualunque sia l’opinione, è chiaro che il dibattito non può più essere evitato. La professione infermieristica deve adattarsi ai cambiamenti del sistema sanitario, ma senza perdere di vista i valori fondamentali che la rendono cruciale per la salute pubblica.
L’auspicio è che si possa trovare un equilibrio, un terreno comune su cui basare il futuro dell’assistenza sanitaria in Italia, affinché nessuno si senta escluso o svantaggiato.
Ma chi deve fare il primo passo?
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