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Asilo nido bloccato e navetta fantasma: al Policlinico di Foggia il welfare è un progetto incompiuto.

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Un asilo nido per i dipendenti, promesso e mai realizzato. Un servizio navetta partito e poi svanito nel nulla. Al Policlinico Riuniti di Foggia, le iniziative di welfare sembrano destinate a rimanere sulla carta. E i lavoratori, soprattutto quelli con figli piccoli o con difficoltà motorie, continuano a pagarne le conseguenze.

L’asilo nido fantasma: “Locali pronti, ma usati come uffici”.

La storia è sempre la stessa: richieste avanzate da anni, progetti avviati e poi abbandonati.

  • 2019: Parte l’idea di un asilo nido interno per i dipendenti del Policlinico, con locali già ristrutturati e adatti ad accogliere bambini.
  • 2020: La pandemia blocca tutto.
  • 2025: Quegli stessi spazi, invece di ospitare un servizio utile alle famiglie, sono ancora occupati da uffici temporanei“Ma temporaneo per quanto?”, si chiede Achille Capozzi, Segretario Provinciale FIALS e Consigliere comunale a Foggia.

«Era un progetto importante, soprattutto per le lavoratrici e i lavoratori con figli piccoli. Invece, tutto è finito nel dimenticatoio», denuncia Capozzi.

La richiesta della FIALS:
– Liberare i locali e ripristinarne la destinazione originaria.
– Attivare una convenzione con il Comune per rendere le rette accessibili.
– Riprendere il dialogo con l’Azienda Ospedaliera per un welfare che non sia solo un’illusione.

La navetta scomparsa: “Dove sono i trasporti per chi ha difficoltà?”.

Stessa sorte per un altro servizio promesso e mai decollato: la navetta interna per collegare i vari plessi del Policlinico.

  • Progetto originario: Con la riqualificazione degli edifici e la chiusura di viale Pinto, doveva nascere un servizio di trasporto per pazienti e dipendenti con problemi di deambulazione.
  • Realtà: Dopo la pandemia, più nulla. Chi deve spostarsi tra i padiglioni deve arrangiarsi, spesso a piedi, anche con difficoltà motorie.

«Se un’azienda ospedaliera non garantisce servizi basilari per la mobilità, cosa possiamo aspettarci per il resto?», commenta amaro un infermiere del Policlinico.

Cosa chiede la FIALS?

  • Ripristinare la navetta, in collaborazione con l’azienda dei trasporti pubblici.
  • Chiarezza sulle ragioni del blocco e sui tempi di riattivazione.

Welfare o parole al vento?

Quello di Foggia non è un caso isolato: in molti ospedali italiani, i progetti di welfare aziendale rimangono incompiuti, tra burocrazia, cambi di amministrazione e mancanza di fondi.

Ma le conseguenze sono concrete:

  • Genitori costretti a rinunciare al lavoro o a rivolgersi a strutture private costose.
  • Pazienti e personale anziano in difficoltà negli spostamenti.
  • Moral basso tra i dipendenti, che percepiscono le promesse come vuote.

«Non chiediamo l’impossibile – conclude Capozzi – ma coerenza. Se un servizio viene annunciato, deve essere realizzato. Altrimenti, è solo pubblicità ingannevole.»

Cosa succederà ora?

La FIALS attende una risposta formale dall’Azienda Ospedaliera. Intanto, i lavoratori sperano che questa volta le parole si traducano in fatti.

E voi? Avete esperienze simili in altri ospedali? Raccontatecelo nei commenti!

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