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Arrivano gli infermieri indiani: un aiuto per aprire le Case di comunità in Italia.

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L’Italia affronta una grave carenza di infermieri, con una mancanza stimata di 65.000 professionisti. Per risolvere questo problema, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato l’imminente firma di un protocollo con l’India per portare infermieri indiani in Italia. Questi professionisti saranno fondamentali per il lancio della Sanità territoriale e l’apertura di circa 1.400 Case di comunità entro il 2026, finanziate dal Pnrr. Tuttavia, Schillaci sottolinea che questa soluzione sarà temporanea e sarà necessario un piano strutturale per affrontare la crisi a lungo termine.

Infermieri indiani per rispondere alla carenza italiana.

La decisione di reclutare infermieri dall’India arriva in un momento critico per il sistema sanitario italiano. Con una carenza stimata di 65.000 infermieri, l’Italia è uno dei Paesi Ocse con il più basso rapporto infermieri-pazienti. Attualmente, ci sono solo 6,4 infermieri per ogni mille abitanti, il numero più basso tra i Paesi del G7.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato la firma di un protocollo con il governo indiano per facilitare l’arrivo di questi professionisti, che verranno impiegati soprattutto nelle nuove Case di comunità e negli ospedali di comunità. Queste strutture, finanziate con 7 miliardi di euro dal Pnrr, saranno fondamentali per fornire cure a domicilio e servizi per malati cronici ed anziani, decongestionando così gli ospedali.

Il piano per la Sanità territoriale e le nuove Case di comunità.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede l’apertura di circa 1.400 Case di comunità entro il 2026, parte di un piano più ampio per potenziare la Sanità territoriale. Queste strutture forniranno cure non urgenti e servizi per i pazienti cronici, con l’obiettivo di alleggerire il carico sugli ospedali.

Tuttavia, senza un numero adeguato di infermieri, questo ambizioso progetto rischia di rimanere incompleto. Per questo motivo, il reclutamento di infermieri dall’India si è rivelato una soluzione immediata, anche se temporanea. Gli infermieri indiani dovranno superare delle prove di lingua italiana, per le quali sono già in fase di sviluppo corsi online e in università italiane, garantendo un’integrazione rapida e funzionale nel sistema sanitario italiano.

La fuga di infermieri italiani all’estero e stipendi bassi.

Negli ultimi tre anni, oltre 15.000 infermieri italiani hanno lasciato il Paese per lavorare all’estero, attratti da condizioni retributive più favorevoli. In Italia, un infermiere al suo primo incarico guadagna circa 1.600 euro al mese, un livello che rende poco competitiva la professione rispetto ad altri paesi del G7, come gli Stati Uniti, dove un infermiere può guadagnare fino a 79.000 dollari all’anno, o la Germania, dove il salario è di circa 59.000 dollari.

Questa condizione ha portato a una drastica riduzione delle iscrizioni al corso di laurea in Infermieristica, con circa 6.000 studenti che abbandonano gli studi ogni anno. La carenza di infermieri è quindi destinata ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni, a meno che non vengano adottate misure strutturali per migliorare le condizioni lavorative.

Il reclutamento di infermieri indiani: una soluzione temporanea.

Sebbene l’arrivo degli infermieri indiani rappresenti una risposta rapida all’attuale crisi, il ministro Schillaci ha chiarito che questa è una soluzione temporanea. Gli infermieri provenienti dall’India, che nel loro paese guadagnano in media 300-350 euro al mese, potrebbero trovare attraente lo stipendio italiano, ma c’è il rischio che, una volta in Europa, decidano di spostarsi in paesi con condizioni salariali migliori come Germania o Francia.

Per contrastare questo fenomeno, Schillaci sottolinea la necessità di una riforma strutturale che coinvolga investimenti significativi per aumentare le retribuzioni e migliorare le condizioni di lavoro degli infermieri italiani. Un piano di assunzioni per oltre 30.000 infermieri è previsto nella prossima manovra, ma resta da vedere se sarà sufficiente a risolvere il problema a lungo termine.

Soluzione rapida, ma non conclusiva.

L’arrivo di infermieri dall’India rappresenta una soluzione rapida e necessaria per affrontare l’emergenza sanitaria italiana e permettere l’apertura delle nuove Case di comunità. Tuttavia, senza un piano strutturale che migliori le condizioni lavorative e retributive degli infermieri italiani, questa soluzione rischia di essere solo temporanea. Investire nella valorizzazione della professione infermieristica è fondamentale per garantire la sostenibilità del sistema sanitario italiano nel lungo periodo.

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