Arriva AnWj, un nuovo gruppo sanguigno.
La scoperta di un nuovo gruppo sanguigno, il 47esimo sistema di gruppi sanguigni denominato AnWj, risolve un mistero che durava da oltre 50 anni. La ricerca, guidata da Louise Tilley e il suo team presso l’NHS Blood and Transplant del Regno Unito, ha chiarito le basi genetiche del gruppo AnWj, che si caratterizza per l’assenza di un antigene sui globuli rossi, presente nella maggior parte delle persone. Questa scoperta è stata il frutto di 19 anni di lavoro e studi approfonditi, culminati con la pubblicazione dei risultati su una rivista scientifica a metà agosto 2024.
Il gruppo AnWj: Un enigma risolto
Il mistero di AnWj iniziò nel 1972, quando il sangue di una donna incinta mostrò un’assenza di un antigene ritenuto onnipresente. Questo ha rappresentato un enigma per decenni, poiché gli antigeni sono fondamentali per definire i gruppi sanguigni e per garantire che le trasfusioni di sangue siano sicure. La mancanza di questo antigene può comportare rischi durante le trasfusioni, rendendo fondamentale l’identificazione di donatori con lo stesso gruppo raro.
Il team di Tilley, confrontando campioni simili raccolti nel tempo, ha scoperto che la particolarità del sangue AnWj-negativo è legata a una specifica mutazione genetica nel gene Mal, associato a diversi processi cellulari. La scoperta conferma che questa mutazione sopprime l’antigene AnWj sui globuli rossi.
Importanza della scoperta
La scoperta del gruppo AnWj ha implicazioni vitali per le persone che ne sono portatrici, stimabili in un numero estremamente ridotto. Trovare sangue compatibile è cruciale per garantire la sicurezza delle trasfusioni e prevenire gravi complicazioni, soprattutto durante operazioni mediche o gravidanze.
Sfide future e ulteriori ricerche
Sebbene il gruppo AnWj rappresenti una scoperta significativa, restano ancora interrogativi sul ruolo del gene Mal e sulle condizioni che influenzano la presenza o assenza dell’antigene. Alcune persone possono perdere temporaneamente l’antigene a causa di malattie ematologiche o tumori, il che complica ulteriormente la situazione.
Il lavoro del team di Tilley non si ferma qui: nuovi studi sui gruppi sanguigni sono già in corso, con la speranza di scoprire ulteriori sistemi che possano aiutare a migliorare le terapie mediche per le persone con gruppi sanguigni rari.
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