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Dott. Alfredo Iannaccone
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AMSI-UMEM-MOVIMENTO UNITI PER UNIRE ED AISC NEWS: Allarme femminicidi in Italia: in aumento del 10% nel 2024 rispetto al 2023 e in aumento del 15% nei primi mesi del 2025 rispetto al 2024.

Foad Aodi-Federica Federici-Laura Mazza: “La violenza contro le donne è un crimine inaccettabile che colpisce non solo la vittima, ma anche la società intera. I tragici eventi che hanno visto protagoniste giovani donne come Sara e Ilaria, uccise da uomini incapaci di accettare il rifiuto, rappresentano la punta di un iceberg di una violenza più vasta e silenziosa”
ROMA 4 APR 2025 – L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM), e il Movimento Internazionale UNITI PER UNIRE con il suo “Dipartimento DonneUnite”, esprimono solidarietà e profondo cordoglio per le vittime di femminicidi che, purtroppo, continuano a segnare le cronache del nostro paese.
È tempo di unire le forze, sensibilizzare e sensibilizzare ancora, unendo il mondo medico, la società civile, le istituzioni e le organizzazioni per arginare questo fenomeno devastante.
Il Presidente Prof. Foad Aodi, Fisiatra, Direttore dell’Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini (AISC), membro del Registro Esperti FNOMCEO, 4 volte consigliere dell’OMCeO di Roma, e docente dell’Università di Tor Vergata, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, dichiara in modo perentorio:
“La violenza contro le donne è un crimine inaccettabile che colpisce non solo la vittima, ma anche la società intera. I tragici eventi che hanno visto protagoniste giovani donne come Sara e Ilaria, uccise da uomini incapaci di accettare il rifiuto, rappresentano la punta di un iceberg di una violenza più vasta e silenziosa. La violenza di genere è una piaga che non ha confini, e in particolare per le donne straniere, il fenomeno è ancora più complesso, sia per le difficoltà nell’accesso alle tutele, sia per le difficoltà nell’integrazione sociale.”
AMSI ed il Movimento Internazionale Uniti per Unire è da anni impegnati a monitorare, sensibilizzare e raccogliere dati sui femminicidi, e da un’analisi interna emerge che le donne straniere sono vittime di violenza in percentuale più alta rispetto alle donne italiane, sia nelle relazioni familiari che professionali. La violenza psicologica, fisica e verbale in ambito lavorativo, nelle università e nei contesti sociali continua a colpire, sebbene le statistiche siano spesso inadeguate per fornire una visione completa della portata del fenomeno.
Nel 2024, AMSI ed il Movimento Uniti per Unire hanno registrato un netto incremento dei casi di femminicidi che coinvolgono donne di origine straniera, in particolare nei confronti di lavoratrici domestiche, professioniste del settore sanitario e universitarie, vittime di abusi da parte di colleghi di lavoro, superiori e professori.
L’ultima indagine, aggiornata al 31 marzo di quest’anno, rivela che il 38% degli abusi sessuali e psicologici denunciati provengono da ambienti di lavoro o studenteschi, mentre il 15% delle donne uccise nel 2023 erano straniere.
In particolar modo i luoghi di lavoro si rivelano, dopo la famiglia, al secondo posto assoluto come ambiente teatro di violenze e abusi da parte di colleghi e molto spesso superiori.
Ricordiamo che in totale i femminicidi in Italia sono in aumento del 10% nel 2024 rispetto al 2023 e risultano in aumento del 15% nei primi mesi del 2025 rispetto al 2024.
Il Coordinamento del Dipartimento Donne del Movimento UNITI PER UNIRE e del Dipartimento Unione Avvocati Internazionali con i vicepresidenti Prof.ssa Laura Mazza e l’Avv. Prof.Federica Federici, hanno espresso preoccupazione per l’aumento di violenze da parte di colleghi di lavoro, docenti universitari, e la difficoltà per molte donne di denunciare per paura di ritorsioni, licenziamenti o esclusioni sociali. Il Direttivo del Dipartimento Donne di UNITI PER UNIRE, in tal senso dichiara:
“La violenza nei confronti delle donne, spesso nascosta tra le mura della casa o nei luoghi di lavoro, è inaccettabile. Dobbiamo unire le forze per combattere una cultura che giustifica, tollera o minimizza il dolore delle donne. L’educazione, la sensibilizzazione e l’inclusione sociale sono il nostro primo scudo contro questi attacchi.”
Il Movimento UNITI PER UNIRE, attraverso le sue iniziative e programmi, ha promosso un’ampia rete di sostegno alle donne vittime di violenza, specialmente alle donne straniere, che spesso si trovano più vulnerabili e senza protezioni adeguate.
Dati Rilevanti
• Il 38% degli abusi sessuali e psicologici avvengono all’interno di ambienti professionali e accademici.
• Il 15% delle donne vittime di femminicidio sono straniere, provenienti da vari paesi, con un picco di segnalazioni tra coloro che lavorano come badanti, colf, e nel settore sanitario.
• Le donne che denunciano violenza sono in aumento, ma il 52% delle vittime non denuncia per paura di ritorsioni o per difficoltà di accesso alla giustizia.
Proposte per il Futuro
-Campagne di sensibilizzazione continua, per informare e supportare le donne su come riconoscere i segnali di violenza, con l’obiettivo di abbattere le barriere culturali, sociali e giuridiche che impediscono le denunce.
-Formazione e monitoraggio nelle università, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni educative per combattere e prevenire molestie e abusi, con interventi specifici per le donne immigrate.
-Miglioramento dell’accesso alle risorse legali e psicologiche, in particolare per le donne straniere, attraverso associazioni e fondazioni che si occupano di violenza di genere.
-Aumentare il numero e l’efficienza dei centri di ascolto, sostenendo le donne vittime di violenza e arginando sul nascere situazioni gravose che rischierebbero di finire in tragedia.
Il Prof. Foad Aodi conclude:
“La violenza sulle donne è un’emergenza che deve essere affrontata con urgenza e determinazione, coinvolgendo tutti gli attori della società civile e le istituzioni. In questo momento storico, è imperativo unire tutte le forze, perché solo insieme possiamo veramente combattere la violenza, promuovere il rispetto e la dignità, e garantire che nessuna donna viva nella paura.”
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