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AMSI, UMEM E UNITI PER UNIRE SOSTENGONO LA RIFORMA SULLA CITTADINANZA ITALIANA

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AMSI, UMEM E UNITI PER UNIRE SOSTENGONO LA RIFORMA SULLA CITTADINANZA ITALIANA: STOP ALLE TRUFFE. PIÙ GARANZIE PER I VERI ITALIANI, LE NUOVE GENERAZIONI ED I PROFESSIONISTI DI ORIGINE STRANIERA 

Prof. Foad Aodi: “Bene la stretta sugli abusi dello ius sanguinis, ma servono misure concrete per facilitare l’accesso alla cittadinanza per chi lavora, ama e contribuisce alla crescita dell’Italia. Ringraziamo il Ministro Tajani per l’impegno e la stretta del Governo sulle irregolarità, ma vogliamo fatti e non parole!”

ROMA 31 MAR 2025 – L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire accolgono positivamente la nuova stretta sulle norme per ottenere la cittadinanza italiana, ma sottolineano la necessità di misure concrete che non restino solo proposte senza seguito, come troppe volte accaduto negli ultimi vent’anni.

“Il nostro commento è sicuramente positivo – dichiara il Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC (Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini) – basta che questa riforma si concretizzi e non resti l’ennesima proposta incompiuta. Servono regole chiare, applicabili e soprattutto giuste per chi ha diritto alla cittadinanza”.

STOP AL MERCATO DEI PASSAPORTI, MA ATTENZIONE AGLI OSTACOLI BUROCRATICI

Il Sudamerica è stato individuato come un’area in cui si è sviluppato un vero e proprio “mercato dei passaporti”. Da qui la decisione del governo di rafforzare i criteri per concedere la cittadinanza ai discendenti di italiani all’estero, garantendo un legame effettivo con il Paese. “Siamo d’accordo con la necessità di una stretta, ce lo confermano ogni giorno i professionisti sanitari sudamericani che raccontano le difficoltà nel sistema attuale”, continua Aodi.

Ma c’è anche il rovescio della medaglia: “O paghi, o devi aspettare per ottenere la cittadinanza, o addirittura non ottenerla, anche se hai i requisiti. Questo non è accettabile”. Secondo le nostre stime, “il 60% di coloro che presentano domanda di cittadinanza non ha un legame o una discendenza italiana effettiva”.

IL REFERENDUM PER LA CITTADINANZA A 5 ANNI: UNA BATTAGLIA CHE SOSTENIAMO DA OLTRE 20 ANNI

“Con le nostre associazioni, appoggiamo e voteremo il Referendum per la cittadinanza dopo 5 anni di residenza” – prosegue Aodi – “Già nel 2002 siamo stati i primi a proporlo, chiedendo anche l’accesso alla cittadinanza per i professionisti sanitari che lavorano in Italia da almeno cinque anni. Tuttavia, bisogna risolvere le criticità esistenti: l’Italia non è un Paese razzista, ma alcuni ostacoli burocratici sono inaccettabili in un Paese civile”.

CITTADINANZA E PROFESSIONISTI DELLA SANITÀ: STOP AI MERCATI ILLEGALI, SÌ A REGOLE CHIARE PER CHI CONTRIBUISCE ALL’ITALIA

Negli ultimi cinque anni, la maggior parte dei professionisti sanitari stranieri che arrivano in Italia proviene dal Sud America e dai Paesi arabi e sono diminuiti molto gli arrivi dai paesi dell’Est, tranne dall’Ucraina. Dai racconti di medici e operatori sanitari sudamericani emerge con chiarezza l’esistenza di un vero e proprio mercato della cittadinanza facile, sfruttando il legame di discendenza italiana come pretesto.

Proprio per questo, AMSI, UMEM e Uniti per Unire hanno evidenziato una statistica allarmante: il 60% di coloro che presentano domanda di cittadinanza non ha un reale legame con l’Italia. Questo fenomeno danneggia chi ha il diritto legittimo di ottenere la cittadinanza e chi vive e lavora nel nostro Paese da anni.

Allo stesso tempo, bisogna affrontare un’altra grande ingiustizia: i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia, che devono attendere fino ai 18 anni per poter richiedere la cittadinanza italiana, nonostante abbiano sempre vissuto qui, frequentando scuole italiane e contribuendo al tessuto sociale del Paese.

Basta con le scorciatoie e le ingiustizie burocratiche! Chiediamo:
-Più controlli sui mercati della cittadinanza illegale
-Cittadinanza garantita ai professionisti sanitari che lavorano in Italia da almeno 5 anni
-Riconoscimento automatico ai figli di immigrati nati e cresciuti in Italia

L’Italia ha bisogno di regole chiare e giuste, che favoriscano l’integrazione di chi lavora onestamente e contribuisce alla crescita del Paese, senza lasciare spazio ad abusi e scorciatoie.

PROFESSIONISTI SANITARI BLOCCATI DALLA BUROCRAZIA

Le attuali regole impediscono a molti professionisti sanitari di origine straniera di accedere ai concorsi pubblici:

– “Il 60% dei professionisti sanitari senza cittadinanza non può partecipare ai concorsi pubblici”.

– “Il 63% lavora nel settore privato o come libero professionista, mentre solo il 28% trova impiego nel settore pubblico proprio a causa di questi ostacoli”.

– “Questa situazione priva la sanità pubblica di risorse fondamentali, mentre nel privato si crea una condizione di sfruttamento e precarietà per molti professionisti altamente qualificati”.

Per questo motivo, AMSI, UMEM e Uniti per Unire continueranno a lavorare per una riforma che sia equa e funzionale, garantendo la cittadinanza a chi realmente vive e contribuisce alla crescita dell’Italia. “La riforma della cittadinanza è necessaria, ma deve essere equilibrata e non penalizzare chi da anni lavora e si integra perfettamente nella nostra società”, conclude Aodi.

“Basta con i paradossi! Basta con concessioni facili della cittadinanza, stretta sulle truffe ma aprire la porta ai cittadini stranieri che vivono e lavorano da anni nel nostro Paese, in particolare ai professionisti sanitari. E non dimentichiamo i figli di immigrati con padre e madre stranieri: è incredibile che, pur essendo nati in Italia, debbano attendere fino ai 18 anni per ottenere la cittadinanza”.

Dal 1° gennaio 2025 ad oggi, più di 2.430 dipartimenti, strutture e servizi sanitari non sono stati chiusi grazie all’impegno dei professionisti sanitari di origine straniera, dimostrando ancora una volta il loro ruolo essenziale per la sanità italiana.

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