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Amsi, Umem e Uniti per Unire al fianco dell’UAP

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MANIFESTAZIONE A SOSTEGNO DELLA SANITA’ PRIVATA IL 25 SETTEMBRE AL TEATRO BRANCACCIO A ROMA / Aodi: «Saremo presenti con tutti i nostri rappresentanti e faremo sentire la nostra voce, presentando le nostre statistiche aggiornate, ad oggi, tra sanità pubblica e privata e nel mondo, nei paesi ricchi e poveri. Siamo di fronte ad una manifestazione massiva, di cui condividiamo a pieno le premesse e le motivazioni, che intende richiamare la politica al proprio impegno nei confronti dei professionisti sanitari e delle strutture che fanno parte della sanità privata».

ROMA 20 SET 2024 -«Si avvicina la fatidica data della manifestazione del 25 settembre, organizzata dall’UAP,  Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata, a tutela delle 95mila strutture della sanità privata presenti sul territorio nazionale, punto di riferimento fondamentale per milioni di cittadini da Nord a Sud, linfa vitale per le cure dei cittadini del nostro Paese.

Il tema fondamentale, caro a tutte le associazioni, federazioni e sindacati che saranno presenti, è quello del fondamentale ripristino della legalità e il rispetto delle normative vigenti, per tutelare professionisti e imprese, contro quello che, non a torto, è stato definito da tempo, il pericolo dell’avanzamento di lobbies che rischiano di minare nel profondo un equilibrio imprescindibile, rappresentato da una realtà, quella della sanità privata, sia accreditata che pura, che rischia di essere messa a dura da prova da progetti discutibili come quello delle farmacie dei servizi. 

Noi di Amsi, Associazione Medici di Origini Straniera in Italia, con Umem (Unione Medica Euromediterranea), il Movimento Internazionale Uniti per Unire, la Web Tv Unione per l’Italia, la Scuola Unione per l’Italia, Radio Co-mai Internazionale e ancora Unione Sportiva Euromediterranea (USEM) siamo presenti da tempo a sostegno della battaglia dell’UAP, al fianco della Presidente Mariastella Giorlandino, che ringraziamo per averci voluto nel comitato organizzativo e dell’informazione della manifestazione.

Siamo ben felici che la Presidente Giorlandino, che ringraziamo sentitamente, abbia potuto contare sul nostro apporto, utilizzando nei suoi recenti comunicati stampa lo slogan “Uniti per Unire”, a dimostrazione dell’unità di intenti che si respira, e della forza di un evento di cui faremo parte, in cui avremo anche noi il giusto spazio per dire la nostra, dal momento che, oltre tutto, saremo presenti al Teatro Brancaccio di Roma con una nostra numerosa delegazione».

Esordisce così il Prof. Foad Aodi, leader delle sopra citate associazioni, giornalista ed esperto di tematiche di salute globale. 

«Siamo di fronte ad una manifestazione massiva, di cui condividiamo a pieno le premesse e le motivazioni, che intende richiamare la politica al proprio impegno nei confronti dei professionisti sanitari, nonché della sanità privata.

Questo evento si pone come un fondamentale un grido di allarme e una ferma posizione contro alcune proposte delle politiche sanitarie del Governo, che rischiano di compromettere gravemente la salute dei cittadini e l’intero sistema sanitario nazionale.

Il diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione, non può e non deve essere sacrificato per favorire, lo ripetiamo, interessi di lobby o per imporre alle aziende sanitarie economie di scala che massificano le attività a scapito della qualità dell’assistenza. È inaccettabile che il Governo continui a ignorare le richieste e le proposte di un settore che rappresenta un pilastro fondamentale per la sanità italiana.

Le strutture sanitarie private autorizzate e accreditate sono sottoposte a rigidi controlli regionali, con oltre 420 requisiti tecnici, strutturali e professionali da rispettare, mentre si permette alle farmacie di operare in deroga a questi standard, senza le necessarie autorizzazioni regionali, senza garanzie di responsabilità civile e penale in caso di errore diagnostico e senza il rispetto delle normative sulla privacy. Questa disparità di trattamento è semplicemente inaccettabile.

Amsi e Uniti per Unire, da sempre, con le proprie battaglie, condividono a pieno il senso dell’allarme lanciato dall’UAP, come conferma il Prof. Aodi, e come nei fatti viene anche dimostrato dalla recente creazione del Manifesto “Uniti per i Medici”, con 45 punti a favore dei diritti dei professionisti sanitari, sottoposto all’attenzione del Ministro della Salute Schillaci e già sottoscritto da oltre 450 soggetti, tra associazioni, sindacati e singoli.

«Non c’è dubbio che in questo momento storico, così delicato per le professioni sanitarie e per il futuro delle strutture sanitarie private, occorre, tutti uniti, “richiamare” il Governo a ripristinare l’equilibrio perduto, con l’obiettivo da una parte, di valorizzare finalmente, economicamente e contrattualmente, i professionisti, dall’altra per sostenere le 95mila strutture, tra laboratori e ambulatori privati, che rappresentano la linfa vitale della sanità territoriale, offrendo competenza, professionalità, impegno, al fianco della collettività. 

Ed è per questo che ci saremo anche noi, continua Aodi, con i nostri esponenti, al Teatro Brancaccio di Roma, al fianco di UAP e tutte le sigle aderenti, per ascoltare il pensiero e la voce di tutti “gli attori” della sanità, e per dire anche noi la nostra sulle tante criticità che in questo momento affliggono il nostro sistema sanitario, e in particolare “il vissuto” quotidiano dei professionisti e la realtà della sanità privata, accreditata e pura. 

Senza dimenticare che per noi ha un valore immenso anche quella pubblica, che non abbiamo mai abbandonato, che abbiamo sempre sostenuto e che continueremo a sostenere, Regione per Regione, con le nostre campagne di comunicazione, con i nostri eventi-dibattiti, con i nostri appelli alla politica, con il Manifesto “Uniti per i Medici”, che abbraccia la necessità di un impegno collettivo di tutti noi per il pubblico e per il privato, per la crescita delle professioni sanitarie, in nome della qualità delle prestazioni offerte ai cittadini. 

Certo è che non possiamo fare tutto da soli, ed è per questo che accanto all’impegno e alla collaborazione di associazioni, sindacati, enti, singoli professionisti, con la necessità di abbattere i muri delle diatribe interne che spesso dividono le tante realtà sanitarie esistenti, che devono imparare a convivere, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, abbiamo il dovere, in manifestazioni del genere, che appoggiamo e promuoviamo a pieno, di “scuotere” le istituzioni a stare al nostro fianco, ad ascoltarci, a comprendere come ripartire tutti insieme, a sanare i deficit e i disservizi che certo non mancano, afferma Aodi, per il bene di tutto il Sistema Salute. 

Il tema forte, oltre a quello della valorizzazione dei professionisti sanitari, sarà, infatti, in questa manifestazione, la tutela del lavoro dei laboratori e degli ambulatori e delle tante strutture private dislocate sul territorio, la cui esistenza e il cui futuro non può essere messo a rischio da eccesso di burocrazia. 

Negli ultimi 5 anni, come Amsi, abbiamo avuto oltre 10mila richieste di specialisti, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, psicologi. È indubbio che c’è penuria di personale, sia per il pubblico che per il privato. Di queste richieste il 57% è arrivato dal pubblico, il 43% è arrivato dal privato. Inoltre registriamo, sempre negli ultimi 5 anni, l’aumento del 42% della fuga dalla sanità pubblica verso la sanità privata e l’estero. 

C’è una richiesta molto importante dal privato, dice ancora Aodi, riguarda i medici specialisti, in particolare i responsabili di branca e direttori tecnici di branca, e poi c’è tanta richiesta di fisioterapisti, osteopati, podologi, logopedisti, e poi, per quanto riguarda la collaborazione inter professionale, si registra la sempre più forte necessità di favorire l’autorizzazione per far esercitare i professionisti della sanità presso i poliambulatori, abbattendo i muri burocratici e “la zona grigia”, come abbiamo già chiesto alla Regione Lazio e con una proposta da Uniti per Unire e Amsi.

Ovvero, chiediamo alla Regione di consentire ai professionisti della sanità, non medici, di esercitare normalmente nei poliambulatori autorizzati a fianco dei medici specialisti, anche se per loro non si possono rilasciare dichiarazioni dalla regione come responsabili di branca, al pari dei medici specialisti.  È questa la nostra richiesta che abbiamo avanzato, già da tempo, al sistema sanitario della Regione Lazio per garantire i servizi di qualità ai pazienti e di mettere al centro dell’attenzione il paziente con maggiori collaborazioni interprofessionali», continua Aodi. 

Altro tema caldo, che ci vede appoggiare pienamente la causa dell’UAP, è quello del tariffario. Attualmente, le tariffe vigenti sono ferme dal 1991 e tutte le strutture che erogano prestazioni sanitarie con autorizzazioni regionali sono schiacciate da norme che richiedono stringenti requisiti, mentre il Governo ha destinato negli ultimi 3 anni oltre 120 milioni di euro alle farmacie per l’esecuzione di screening di cui nessuno si assume la responsabilità civile e penale in caso di errore diagnostico, prive quindi di requisiti e appropriatezza. Al contrario ancora si sta discutendo sui tagli da apportare al Nomenclatore tariffario e ai LEA, che lo scorso anno dovevano subire un taglio dell’80%, procrastinato al 2025, che avrebbe coinvolto le aziende e soprattutto gli ospedali pubblici delle Regini in piano di rientro. 

A tal proposito, l’Uap chiede che vengano mantenuti gli attuali LEA e l’attuale Nomenclatore Tariffario con l’indicizzazione del 75% di anno in anno come tutti i fornitori. Noi con le nostre associazioni abbiamo particolarmente a cuore anche questa delicata problematica e faremo sentire, fino in fondo, la nostra voce, ribadendo, in modo forte, il nostro impegno, a sostegno di una sanità privata che, lo diciamo da tempo, non va discriminata e che rappresenta un caposaldo delle cure per i cittadini».

LE NOSTRE STASTISTICHE PIU’ RECENTI A DISPOSIZIONE DEI RELATORI DELLA MANIFESTAZIONE CHE SARANNO ARGOMENTO DI DISCUSSIONE NELLA NOSTRA RELAZIONE AL TEATRO BRANCACCIO.

AGGRESSIONI PROFESSIONISTI SANITARI

– Italia: aumento del 43% degli episodi di violenze fisiche e psicologiche contro le professioniste sanitarie negli ultimi 3 anni di cui il 26 % nelle strutture private 

– Italia: 72% dei professionisti sanitari italiani che subisce una violenza è una donna, di cui il 33% nelle strutture private 

– – Italia: aumento del 35% delle discriminazioni contro le professioniste sanitarie di origine straniera ,di cui il 62% nelle strutture private ed anche per questa ragione, molte di loro, dopo i primi anni nel nostro Paese, preferiscono andare in Germania, in Svizzera, in Olanda o nel Regno Unito.

– Mondo: 84% dei professionisti sanitari che subisce violenza è una donna ,di cui il 46% nei paesi poveri ed il 54% nei paesi ricchi.

– Mondo: il 71% delle professioniste della sanità, in primis per le aggressioni, è a rischio potenziale suicidio. di cui il 72% nei paesi ricchi ed il 28% paesi poveri.

– Mondo: negli ultimi 5 anni aumento del 42% delle aggressioni contro i professionisti della sanità, la metà degli aumenti è collegato a violenze contro le donne. di cui il 55% paesi ricchi ed il 45% paesi poveri.

VOGLIA DI FUGA ALL’ESTERO 

Circa 11 mila professionisti della sanità italiani dal 2023 a oggi hanno chiesto all’Amsi informazioni per andare a lavorare all’estero, in particolare nei paesi del Golfo, Svizzera, Norvegia, Regno Unito. Da Gennaio 2023 a oggi .per colpa di tutte le criticità sollevate da noi negli ultimi 20 anni ;al primo posto le aggressioni e poi medicina difensiva ,turni massacranti mancanza di sicurezza e valorizzazione e poi gli stipendi.

CHIUSURA E ACCORPAMENTO REPARTI. 

Solo in questi mesi di luglio e agosto, secondo le nostre indagini aggiornate, in Italia più di mille reparti ospedalieri hanno subito una riduzione della mole di lavoro o addirittura la chiusura, per mancanza di professionisti, a discapito della qualità delle prestazioni offerte ai cittadini; in particolare Lazio, Sardegna, Sicilia, Calabria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

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