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AMSI, UMEM, AISC, UNITI PER UNIRE: “Riforma della Medicina Generale, un’opportunità per il rilancio della sanità territoriale”

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medico AMSI, UMEM, AISC, UNITI PER UNIRE: "Riforma della Medicina Generale, un'opportunità per il rilancio della sanità territoriale"

Servono scelte coraggiose per la valorizzazione economica, la depenalizzazione dell’atto medico e il sostegno ai giovani medici”.

Aodi: “Il 13% dei medici di AMSI e UNITI PER UNIRE sono Medici di Medicina Generale, a testimonianza dell’importanza di rafforzare il ruolo dei medici di famiglia nella sanità territoriale, attraverso misure concrete che garantiscano tutele, risorse e condizioni di lavoro dignitose”.

ROMA 31 GEN – L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e il Movimento Internazionale UNITI PER UNIRE accolgono con favore l’iniziativa volta a ridefinire e rafforzare il ruolo dei Medici di Medicina Generale (MMG), riconoscendo la loro centralità nell’assistenza territoriale. Tuttavia, sottolineano la necessità di un approccio più concreto per garantire ai medici di famiglia un ambiente di lavoro più sereno e una valorizzazione economica adeguata.

Il Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC, membro del Registro Esperti FNOMCEO e quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma, ha dichiarato:

“Questa riforma è un primo passo importante, ma servono scelte coraggiose e concrete. Non può esistere un reale rilancio della medicina territoriale senza una valorizzazione adeguata dei medici di famiglia, che sono il primo punto di riferimento per la salute dei cittadini. Se vogliamo alleggerire il carico sugli ospedali e realizzare gli obiettivi della Missione 6 del PNRR, è indispensabile garantire ai MMG strumenti, tutele e risorse adeguate.”

Il ruolo chiave dei Medici di Medicina Generale
I medici di famiglia rappresentano il pilastro della sanità territoriale, con un ruolo cruciale nella prevenzione, nella gestione delle cronicità e nella riduzione degli accessi impropri ai pronto soccorso. Il rafforzamento del loro operato attraverso un nuovo modello organizzativo, basato sul lavoro in équipe e l’integrazione con ospedali di comunità e specialisti, è un obiettivo condivisibile. Tuttavia, AMSI, UMEM e UNITI PER UNIRE ribadiscono che per ottenere risultati concreti servono misure incisive e immediate.

Depenalizzazione dell’atto medico e lotta alla medicina difensiva
Un punto essenziale che non può più essere rimandato è la lotta alla medicina difensiva e la tutela dei professionisti sanitari. “Serve un atto di coraggio: la depenalizzazione dell’atto medico è indispensabile per restituire serenità ai professionisti, oggi spesso vittime di un sistema che li espone a contenziosi legali e pressioni insostenibili. La medicina difensiva non solo mette in difficoltà i medici, ma genera costi enormi per il Servizio Sanitario Nazionale” ha sottolineato il Prof. Aodi.

Valorizzazione economica e sostegno ai giovani medici
La proposta di garantire un compenso equo ai medici di famiglia, con una quota variabile legata agli obiettivi sanitari, è un aspetto positivo, ma non sufficiente. “La valorizzazione economica deve essere strutturale e adeguata alla complessità del lavoro del medico di famiglia. Inoltre, bisogna incentivare concretamente i giovani medici, garantendo loro prospettive di carriera chiare e condizioni di lavoro dignitose per evitare l’emorragia di professionisti verso l’estero”.

Un cambiamento necessario per il futuro della sanità
AMSI, UMEM e UNITI PER UNIRE chiedono che la riforma non resti un’iniziativa parziale, ma diventi il punto di partenza per una revisione complessiva della sanità territoriale, con investimenti reali, snellimento della burocrazia e un maggiore supporto ai professionisti sanitari. “Ben venga la riforma, ma servono scelte concrete e strutturali. Solo così potremo garantire ai cittadini un’assistenza efficiente e di qualità”, conclude il Prof. Aodi.

Per salvare la sanità italiana nel suo momento più grave e peggiore, sotto tutti gli aspetti, sia per la sanità privata sia pubblica, vanno affrontate tutte le criticità e tutte le professioni e tutti i professionisti, altrimenti risolvendo un sintomo, non si cura tutta la patologia e le criticità che vanno dalla medicina difensiva, alla depenalizzazione, alla fuga all’estero, alle aggressioni, allo stress presso i pronto soccorso, alle criticità dei giovani specializzandi e alla soluzione dei medici di origine straniera e la cittadinanza, fino alle stabilizzazioni della cura in Italia. E questa è la sfida e noi ci siamo e continuiamo ad essere come AMSI, come UMEM, come Uniti per Unire.

Dato statistico: Il 13% dei medici AMSI e Uniti per Unire sono medici di famiglia.

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