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Alcol: il suo consumo in Italia e i danni che provoca all’organismo.

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L’alcol è una sostanza psicotropa che può portare dipendenza patologica e gravi danni alla salute, oltre ad essere correlata allo sviluppo di tumore.

Dai dati più recenti dell’ISTAT e dell’Istituto Superiore di Sanità, emerge che circa 35 milioni di italiani sopra gli 11 anni di età consumano alcol (78% uomini e 53,5% donne) e più di 8 milioni di questi hanno una modalità di bere a rischio: tra questi rientrano le modalità legate al binge drinking (consumi eccessivi di alcol, corrispondenti a 5 o più unità alcoliche assunte in un’unica occasione), quelle legate ad un consumo abituale eccessivo, e quelle legate al consumo eccessivo di alcol lontano dai pasti. Questo è il risultato dell’ultimo rapporto dell’OMS, che riguarda un’analisi condotta nel biennio 2022-2023.

Dalle evidenze scientifiche più recenti, inoltre, si evince come non sia possibile un alto consumo di alcol che non produca alcun effetto sulla salute. Per questo motivo, l’OMS raccomanda di non consumare per nulla bevande alcoliche. Il consumo di alcolici è sempre associato ad un rischio per la salute, che nel tempo può tradursi nell’espressione di una patologia.

Secondo un rapporto pubblico pubblicato a giugno 2024 dall’OMS, si stima che il consumo di alcol è associato a più di 200 problemi di salute, tra cui: cancro, malattie infettive, disturbi psichiatrici e neurologici, disturbi cardiovascolari, disturbi gastrointestinali, diabete mellito, ischemia e danni al fegato irreversibili. Il rischio di sviluppare problemi di salute correlati all’alcol risulta maggiore in persone che ne fanno uso in maniera quotidiana e frequente. L’OMS ha stimato che circa 2,6 milioni di decessi sono attribuiti all’alcol, che corrispondono al 4,7% di decessi a livello mondiale, in cui sono incluse anche morti premature dovute a condizioni trasmissibili materne.

Come agisce l’alcol nell’organismo?

L’alcol viene assorbito già in piccole quantità dalle mucose della bocca e dell’esofago, al momento dell’ingestione. Arrivato nello stomaco, viene assorbito di un ulteriore 20%; la restante parte viene metabolizzata dal fegato attraverso un processo enzimatico. La velocità con cui il fegato smaltisce l’alcol è di circa 1 bicchiere di qualsiasi bevanda alcolica in 2-3 ore.

L’alcol inoltre interagisce direttamente con il sistema nervoso e alcuni suoi neurotrasmettitori, ovvero composti chimici che fungono da messaggeri del nostro cervello coordinando i neuroni e il flusso delle informazioni. Di conseguenza, agendo sui neurotrasmettitori l’alcol ne riduce la loro funzione: provoca un rallentamento del pensiero e della memoria, e la comparsa di euforia per l’attivazione di dopamina e noradrenalina. Ad alte dosi invece l’alcol provoca una paralisi dei neuroni e, nei casi più gravi, il blocco dei motoneuroni responsabili del centro del respiro. 

L’alcol è una sostanza cancerogena e molto dannosa anche per il sistema cardiovascolare. Il falso mito secondo cui “un bicchiere di vino al giorno fa bene”, risulta ad oggi superato in seguito a numerose ricerche scientifiche: l’alcol non ha alcun effetto protettivo sulla salute e anche il consumo di 14 unità alcoliche o meno alla settimana potrebbe nuocere all’organismo.

Esiste una quantità a basso rischio da assumere?

Un’unità alcolica corrisponde a 12 grammi di etanolo: ad esempio, una lattina di birra e un bicchiere di vino contengono circa un’unità alcolica ciascuno. Le linee guida raccomandano di non superare 1 unità alcolica per le donne e 2 unità alcoliche negli uomini al giorno. Tuttavia l’OMS afferma che il rischio esiste a qualsiasi livello di consumo e aumenta progressivamente in base alla quantità consumata.

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Fonti:

  • Global status report on alcohol and health and treatment of substance use disorders. World Health Organization. 2024.
  • AIRC: Fondazione per la ricerca sul cancro.

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    Infermiera iscritta all'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli dal 26/05/2021. Ha maturato esperienza professionale soprattutto lavorando come infermiera in RSA, presso un laboratorio di analisi cliniche e attraverso l'assistenza domiciliare. Lavora come infermiera presso la cooperativa "Medicasa" responsabile del servizio ADI. Appassionata da sempre di scrittura, scrive articoli di divulgazione scientifica per la rivista di medicina online "Tagmedicina" e per la piattaforma di articoli online "Med4care". Ha proseguito gli studi con un master di I livello in salute mentale. Fa parte della Redazione di AssoCareNews.it.

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Infermiera iscritta all'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli dal 26/05/2021. Ha maturato esperienza professionale soprattutto lavorando come infermiera in RSA, presso un laboratorio di analisi cliniche e attraverso l'assistenza domiciliare. Lavora come infermiera presso la cooperativa "Medicasa" responsabile del servizio ADI. Appassionata da sempre di scrittura, scrive articoli di divulgazione scientifica per la rivista di medicina online "Tagmedicina" e per la piattaforma di articoli online "Med4care". Ha proseguito gli studi con un master di I livello in salute mentale. Fa parte della Redazione di AssoCareNews.it.

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