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AISI. Errori su esami ematici nelle farmacie, campanello d’allarme per non si può ignorare.

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Sanità, Saccomanno-Onesti (AISI). L’inchiesta de Le Iene sugli errori madornali compiuti negli esami del sangue effettuati nelle farmacie è un campanello di allarme che non possiamo ignorare.

Farmacie dei Servizi: un rischio concreto per la salute dei cittadini senza regolamenti certi. 

L’ultimo servizio de Le Iene e l’inchiesta pubblicata su Corriere della Sera hanno messo in evidenza una realtà preoccupante riguardo agli esami effettuati in farmacia, con margini di errore che arrivano fino al 200% rispetto agli esami di laboratorio. 

Un risultato allarmante che solleva seri interrogativi sull’affidabilità di prestazioni sanitarie fornite da strutture, in questo caso le farmacie, non solo non sempre adeguatamente preparate, ma che non nascono di fatto con determinate prerogative che sono peculiarità dei professionisti sanitari. 

In questo scenario, l’AISI (Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti) lancia un monito sulla crescente estensione delle farmacie dei servizi senza il supporto di regolamenti certi, con il rischio di delegare prestazioni fondamentali della sanità pubblica e di quella privata (accreditata e pura), come i test diagnostici, a figure non competenti, senza nulla togliere al valore dei farmacisti, minando nel profondo la sicurezza del sistema sanitario.

Secondo il presidente di AISI, Karin Saccomanno, “le farmacie, pur avendo strumenti tecnologicamente avanzati, non sono controllate con gli stessi criteri rigorosi dei laboratori di analisi. L’affidamento, inoltre, di prestazioni sanitarie di tale rilevanza, come gli esami del sangue, a figure che di fatto non possiedono le competenze di medici, biologi e infermieri, rappresenta una pericolosa deriva che non possiamo accettare. È un errore imperdonabile pensare che strumenti non validati possano sostituire l’attenta valutazione di un professionista sanitario.”

Giovanni Onesti, direttore generale di AISI, aggiunge: “Il fatto che un farmacista, pur avendo competenze nel dispensare farmaci, non abbia la preparazione necessaria per interpretare e analizzare risultati diagnostici, rappresenta una problematica di cui non possiamo non tenere conto. Le prestazioni che sono prerogative da sempre dei professionisti sanitari, come medici, infermieri e biologi, non possono essere delegate senza un’adeguata supervisione, creando di fatto una sanità ‘di serie B’ che rischia di colare in picco, in modo preoccupante, nella qualità, a discapito dell’incolumità dei soggetti più fragili.”

L’inchiesta di Le Iene ha evidenziato come i test effettuati in farmacia contengano spesso errori macroscopici, con un margine che può arrivare fino al 200% rispetto ai risultati ottenuti in laboratorio. Questo evidenzia l’urgenza di una regolamentazione adeguata che imponga agli operatori delle farmacie di garantire la stessa qualità, sicurezza e controllo dei laboratori di analisi. Un risultato inattendibile potrebbe compromettere la salute di migliaia di cittadini, esponendoli a diagnosi errate o addirittura ritardate, con gravi conseguenze.

Anche se il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha recentemente dichiarato la sua intenzione di estendere il progetto delle “farmacie dei servizi” a livello nazionale, uniformando le prestazioni sanitarie che si svolgono al loro interno, AISI esprime, in tal senso, forti e legittime preoccupazioni. “Non possiamo permettere che la spropositata evoluzione delle farmacie, giustificata dal voler snellire i tempi di attesa delle prestazioni del servizio pubblico, sostituisca il ruolo di professionisti sanitari qualificati. La medicina del territorio non può prescindere dalla supervisione di figure come medici, infermieri e biologi, che sono l’unico presidio in grado di garantire la sicurezza e l’affidabilità dei test diagnostici. Le farmacie possono e devono certamente supportare la sanità, ma devono farlo nel rispetto di un quadro normativo che garantisca la qualità e la sicurezza dei servizi,” sottolinea Saccomanno.

Inoltre, la stessa AISI esprime la sua contrarietà ai progetti che permettono alle farmacie di estendere la loro offerta di servizi sanitari, in particolare se questi non sono regolamentati come quelli delle strutture sanitarie private autorizzate e convenzionate. 

Le strutture sanitarie private sono sottoposte a norme rigorose e devono rispettare circa 420 requisiti, garantendo alti standard di qualità e sicurezza. Non vi è motivo, quindi, per cui le farmacie non debbano essere sottoposte agli stessi requisiti, se decidono di intraprendere attività sanitarie. AISI si oppone fermamente all’idea che le farmacie possano offrire prestazioni sanitarie senza garantire gli stessi criteri e controlli richiesti alle strutture sanitarie private.

AISI ribadisce che la salute dei cittadini non può essere sacrificata con decisioni paradossali e discutibili. Le prestazioni sanitarie devono rimanere nelle mani di chi possiede la formazione e la responsabilità professionale necessarie per garantire diagnosi precise e tempestive. 

“La lotta di AISI è una battaglia per la sicurezza e il rispetto delle competenze professionali. Non possiamo permettere che prestazioni diagnostiche, che possono cambiare il corso della vita di una persona, vengano affidate a chi non ha né la formazione né la responsabilità per gestirle,” conclude Saccomanno.

AISI continuerà a vigilare e a promuovere l’adozione di politiche sanitarie che tutelino la salute dei cittadini e la professionalità dei medici, infermieri e biologi, e soprattutto al ruolo chiave svolto, in Italia, da migliaia di ambulatori, laboratori di analisi e centri diagnostici che formano la vasta realtà della sanità privata, verso cui sempre più italiani si rivolgono e hanno a buona ragione fiducia, opponendosi fermamente a qualsiasi misura che possa compromettere la qualità e l’affidabilità del sistema sanitario nazionale, che per crescere ha sempre più bisogno di vedere rinascere il pubblico e nel contempo di veder valorizzare il privato, rappresentando entrambe, messe insieme, il baluardo per la tutela della salute dei cittadini.

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