Mar. Lug 2nd, 2024

Salute, Onesti (DG Aisi): «Paradossale e avventata l’azione di alcune Regioni che hanno stanziato fondi per la sperimentazione delle Farmacie dei Servizi, quando, di fatto, non esiste ancora nessuna norma nazionale, a riguardo, che la consente».

Il Governo faccia chiarezza sulla base di un DDL spinoso e delicato che richiede doverose valutazioni e un indispensabile confronto con realtà associative come la nostra.

ROMA 21 GIU 2024 – «Si sta generando, negli ultimi giorni, una situazione realmente paradossale nel nostro Sistema Sanitario, in relazione alla quale non possiamo esimerci dall’esprimere profonda preoccupazione, augurandoci che il Governo faccia al più presto chiarezza con un intervento urgente, atto a ripristinare un doveroso equilibrio.

Ci riferiamo all’incredibile, così possiamo definirla, “presa di posizione” di alcune Regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia ed altre, che hanno previsto di stanziare diversi milioni di euro per sostenere l’avviamento della sperimentazione delle cosiddette “Farmacie dei Servizi”, il discusso provvedimento su cui noi, come Aisi, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, non abbiamo mai mancato di manifestare profonde perplessità, paventando il rischio che le farmacie, che per legge godono di mere autorizzazioni commerciali comunali, arrivino addirittura a effettuare prestazioni sanitarie in regime di convenzionamento, senza rispettare le stesse normative stringenti richieste oggi ai laboratori di analisi, specialistica medica, poliambulatori, cliniche, centri diagnostici e ospedali pubblici e privati, che invece necessitano di autorizzazioni regionali ed erogano servizi sanitari certificati Iso:9001, proprio a tutela della salute dei cittadini».

Così Giovanni Onesti, Direttore Generale di Aisi.

«In attesa di comprendere come intende realmente agire l’Esecutivo, rispetto all’azione “avventata” di Regioni che agiscono in totale dissonanza con le normative vigenti, in barba all’iter intrapreso dal Governo, non possiamo che dare atto alla maggioranza di avere quanto meno scorporato il DDL Farmacie dal Piano di Abbattimento Liste di Attesa, comprendendo la necessità di dover valutare con estrema ratio una situazione fin troppo delicata e spinosa.

Non comprendiamo, però, come sia possibile, in relazione, quindi, ad un Disegno di Legge che di fatto deve ancora essere discusso e in merito al quale confidiamo di poter essere ascoltati e di poter interagire direttamente con i vertici del Ministero della Salute, con quale ardire determinate Regioni abbiano addirittura deciso, incredibilmente, di anticipare i tempi, erogando risorse per una sperimentazione che il Governo non ha affatto ancora approvato e in merito alla quale, ripetiamo, auspichiamo possano trionfare buon senso ed equità.

In questa prospettiva, noi siamo per il mantenimento della normativa vigente, ovvero, il D.Lgs. numero 153 del 2009, in base al quale l’esecuzione di esami di laboratorio nelle farmacia resta limitata a “prestazioni analitiche di prima istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo”, vale a dire i test gestibili direttamente dai pazienti o dal farmacista mediante il prelievo di sangue capillare. 

E per tutto il resto, ai fini autorizzativi, per qualsiasi diagnosi, chiediamo il mantenimento del D.Lgs. numero 502 del 1992 attualmente vigente, su cui si basa tutto l’impianto delle cure erogate dal nostro SSN a tutela della salute dei cittadini, come ad esempio, tra i tanti articoli che contiene, quello che prevede che ogni pratica medica o laboratoristica svolta in farmacia venga eseguita da personale specialistico adeguatamente formato con laurea in medicina e chirurgia o biologia e che debba seguire sempre i dettami della stessa L. n. 502/1992, ovvero locali adibiti ad uso esclusivo, criteri strutturali e personale dedicato, oltre al fabbisogno territoriale», conclude Onesti.

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