Aggressioni Pronto Soccorso: le proposte degli Infermieri nella Tesi di Laurea Magistrale di Giuliana Loffredo.
Le aggressioni e gli atti di violenza contro i sanitari nei Pronto Soccorso di Napoli sono diventati oggetto di studio in una tesi di laurea che ha coinvolto oltre 90 infermieri. L’indagine, condotta da Giuliana Loffredo, 33enne infermiera di Torre del Greco, ha messo in luce le difficoltà e le proposte dei professionisti che operano in prima linea, spesso vittime di episodi di violenza e prevaricazione. La tesi, intitolata “La sindrome da burnout negli infermieri di pronto soccorso, analisi del fenomeno, fattori di rischio e possibili strategie di prevenzione”, è stata discussa pochi giorni fa all’Università Federico II di Napoli e sta già suscitando interesse tra le associazioni di categoria.
Negli ultimi anni, le aggressioni ai danni dei sanitari nei Pronto Soccorso sono aumentate in modo preoccupante. A Napoli, in particolare, il fenomeno ha raggiunto livelli allarmanti, con un incremento del 5,5% degli episodi di violenza. Gli infermieri, spesso in prima linea nell’assistenza ai pazienti, sono tra i più esposti a questi rischi, che hanno un impatto significativo sulla loro salute mentale e fisica.
Giuliana Loffredo, infermiera con una forte passione per il suo lavoro, ha deciso di affrontare questo tema nella sua tesi di laurea magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche. Attraverso questionari anonimi somministrati a oltre 90 infermieri dei Pronto Soccorso napoletani, ha raccolto dati e testimonianze dirette, evidenziando le principali cause del fenomeno e le possibili soluzioni.
Dall’indagine sono emerse diverse proposte concrete per contrastare le aggressioni e migliorare le condizioni di lavoro degli infermieri:
- Supporto Psicologico:
Gli infermieri hanno sottolineato la necessità di un supporto psicologico continuo per chi lavora nei reparti di emergenza. Gli episodi di violenza, infatti, lasciano un segno profondo, contribuendo allo sviluppo di sindrome da burnout e altre problematiche legate allo stress. - Miglioramento dell’Organizzazione dei Turni:
Una migliore gestione dei turni e una riduzione del carico di lavoro sono state indicate come priorità. Turni troppo lunghi e faticosi aumentano il rischio di errori e rendono gli infermieri più vulnerabili allo stress e alle aggressioni. - Presidi di Polizia 24/7:
La presenza di presidi di polizia all’interno degli ospedali, operativi 24 ore su 24, è stata un’altra richiesta frequente. Questo garantirebbe una maggiore sicurezza per il personale sanitario e per i pazienti. - Snellimento dei Tempi di Attesa:
Ridurre i tempi di attesa nei Pronto Soccorso è fondamentale per diminuire la frustrazione dei pazienti e, di conseguenza, il rischio di aggressioni. Una migliore organizzazione dei servizi e dei percorsi di assistenza potrebbe contribuire a raggiungere questo obiettivo.
Giuliana Loffredo ha discusso la sua tesi al nono mese di gravidanza, dimostrando una dedizione straordinaria al suo lavoro e alla sua formazione. Già madre di due bambini, ha sottolineato la sua passione per la professione infermieristica, che le permette di aiutare le persone sia dal punto di vista materiale che emotivo. La sua tesi, che ora è a disposizione di associazioni e comitati di categoria, rappresenta un importante contributo per la tutela dei diritti degli infermieri.
La tesi di Giuliana Loffredo ha già suscitato l’interesse delle associazioni di categoria, che vedono in questo lavoro un’opportunità per portare all’attenzione delle istituzioni le problematiche legate alle aggressioni nei Pronto Soccorso. Le proposte emerse dall’indagine potrebbero diventare la base per riforme concrete nel sistema sanitario, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro degli infermieri e garantire una maggiore sicurezza per tutti.
Le aggressioni nei Pronto Soccorso sono un problema serio e diffuso, che richiede interventi urgenti e mirati. La tesi di Giuliana Loffredo rappresenta un passo importante verso la consapevolezza e la risoluzione di questo fenomeno, offrendo proposte concrete per proteggere i sanitari e migliorare la qualità dell’assistenza. Con il sostegno delle istituzioni e delle associazioni di categoria, potrebbe essere possibile trasformare queste idee in realtà, garantendo un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso per tutti.
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