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Aggressioni operatori sanitari Apss Trento: subito tavolo provinciale con Assessore Tonina.

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Le cronache di quest’ultimo periodo riportano con sempre maggior frequenza episodi di violenza nei confronti dei nostri professionisti sanitari dell’Apss e delle Apsp, sempre più preoccupati ed esposti al rischio di subire aggressioni da pazienti e familiari. Gli ultimi episodi in Pediatria, Pronto soccorso, Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del S. Chiara e Ambulatori Borgo Valsugana non sono altro che la punta di un iceberg su un fenomeno ormai “sociale” molto più vasto e complesso, dove si intrecciano dinamiche di vario tipo, come la carenza di personale sanitario e di supporto, l’allungamento dei tempi di attesa per ricevere le prestazioni e un rapporto fiduciario con l’utenza che deve essere rinsaldato e per certi versi ricostituito.

Si tratta di eventi che possono portare a gravi lesioni e lasciare conseguenze psicologiche negli operatori, continuamente esposti in determinati servizi ad aggressioni fisiche e verbali, ormai è un bollettino di guerra.

Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) definisce la violenza nel posto di lavoro come “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”.

Nursing Up crede che la maggior parte degli atti di violenza contro gli operatori sanitari, in prevalenza donne, siano prevenibili, contrariamente al pensiero fatalistico e minimizzante dell’Azienda sanitaria, che pensa di risolvere la problematica con un corsetto di aggiornamento. Per questo, al fine di prevenire gli atti di violenza, Nursing Up chiede con forza ai datori di lavoro dell’APSS di adempiere tempestivamente agli obblighi previsti dal D.lgs. 81/2008 e alla Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” n. 8 del Ministero della salute del novembre 2007

Al di là dei bei discorsi del direttore generale dott. Ferro, dove propone come soluzione a questo grave fenomeno dei corsi di formazione per gli operatori, alle questioni che gli abbiamo proposto e sottoposto nel corso di un incontro nel mese di luglio, non abbiamo ancora ricevuto nessun riscontro.

A nostro avviso devono essere messi in campo interventi di ben altro tenore e siamo stupiti di tanta pochezza! Abbiamo ripetutamente proposto:

– nuove assunzioni

– provvedimenti di tipo logistico, che strutturalmente prevedano anche zone di sicurezza dove il personale può rifugiarsi in attesa del soccorso da parte di altri operatori esterni.

– implementare la presenza di punti di polizia e vigilantes, presenti solo nei grossi ospedali

– rafforzare il coordinamento esterno con le Forze dell’ordine

-rivedere e rendere più snello ed efficace il sistema di incident reporting, per le segnalazioni delle aggressioni, nella stragrande maggioranza dei casi è sottaciuto dai dipendenti

-individuare idonee strutture per i pazienti psichiatrici di difficile gestione, con particolare riferimento agli adolescenti

-elaborare progetti educativi rivolti anche agli utenti

-implementare il supporto psicologico a favore dei dipendenti

A livello nazionale sono in atto delle iniziative legislative, come la previsione dell’arresto in flagranza di reato, anche differito, nei confronti dell’aggressore. Nursing up ha inoltre richiesto indennizzi risarcitori per gli operatori vittime di violenza, che dovranno essere inquadrati, trattati e ristorati come già accade per le malattie per causa di servizio.

Infine, abbiamo sottolineato l’importanza di riconoscere lo status di pubblico ufficiale ai professionisti sanitari, affinché possano essere meglio tutelati dalla legge.

Il sindacato Nursing up vuole essere soggetto proattivo e promotore di iniziative che possano individuare e stimolare tutta una serie di atti ed iniziative volte a tutelare maggiormente il personale, che risulta essere particolarmente esposto nei servizi/reparti di urgenza/emergenza (pronto soccorso,118) e dell’area della salute mentale (spdc, csm).

Le paure e preoccupazioni generano situazione di stress lavoro correlato e portano spesso il lavoratore ad assumere un atteggiamento più chiuso e più distaccato nei confronti dell’ assistito, che compromette il ruolo terapeutico della relazione, riteniamo pertanto che la problematica sia rilevante e debba essere al più presto affrontata attraverso il coinvolgimento di più istituzioni e servizi (Provincia, Direzioni, Servizio Legale, Servizio di Prevenzione e Protezione, Medico Competente, RLS, Forze di Polizia…).

L’Assessore alla salute Tonina ha dichiarato di incontrare Il dott. Ferro ed i direttori di unità operativa, ma gli operatori più esposti alle aggressioni sono ben altri (infermieri, ostetriche, terapisti riabilitazione psichiatrica, Oss.) e devono essere finalmente ascoltati, abbiamo chiesto pertanto un incontro con lui, in rappresentanza dei 1800 professionisti sanitari associati nella nostra Provincia.

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