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Aggressioni Medici e Infermieri. Il caso di Foggia: “non siamo assassini!”.

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Il recente episodio di violenza al Policlinico di Foggia, dove un gruppo di 50 persone ha fatto irruzione nel reparto ospedaliero aggredendo infermieri e operatori sanitari, ha scatenato l’indignazione delle principali associazioni di categoria. I leader di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, Pierino Di Silverio e Guido Quici, hanno espresso la loro rabbia e frustrazione per l’ennesimo attacco, sottolineando la gravità di una situazione che sta diventando insostenibile per chi lavora negli ospedali.

Una violenza inaccettabile e impunita.

La violenza subita dagli operatori sanitari è sintomatica di un problema più ampio: la totale assenza di misure di sicurezza adeguate nelle strutture sanitarie. Di Silverio e Quici denunciano l’indifferenza delle istituzioni e delle aziende sanitarie, che non sembrano prendere sul serio il problema. Non si tratta solo di episodi isolati, ma di una tendenza pericolosa che si ripete con allarmante frequenza, trasformando la violenza in corsia in una triste normalità.

La richiesta di interventi urgenti.

I leader sindacali chiedono un piano straordinario per la riforma del sistema delle cure e dell’emergenza sanitaria, sollecitando un incontro immediato con il Ministro della Salute. Secondo loro, è indispensabile condividere e attuare misure urgenti che possano prevenire ulteriori aggressioni. Le dichiarazioni di solidarietà e i tavoli di confronto non bastano più: servono azioni concrete e tempestive per garantire la sicurezza del personale sanitario e degli ospedali.

Il monito: abbandonare gli Ospedali senza risposte.

La situazione è talmente grave che, in mancanza di risposte concrete da parte delle istituzioni, i sindacati avvertono che non rimarrà altra soluzione che abbandonare gli ospedali. Questa affermazione non è solo una provocazione, ma un grido d’allarme che evidenzia la disperazione di chi, ogni giorno, rischia la propria incolumità sul posto di lavoro.

Il supporto ai colleghi aggrediti.

Di Silverio e Quici concludono assicurando che si costituiranno parte civile in caso di denunce, offrendo supporto legale e psicologico ai colleghi aggrediti. Questo gesto rappresenta un forte segnale di unità e solidarietà all’interno della categoria, ma allo stesso tempo evidenzia quanto la situazione sia diventata insostenibile senza un intervento immediato e strutturato.

Problema endemico.

Le aggressioni agli operatori sanitari sono un problema ormai endemico, che mette a rischio la sicurezza di chi lavora per garantire la salute pubblica. Senza un intervento deciso delle istituzioni, il rischio è che il personale sanitario sia costretto ad abbandonare gli ospedali, aggravando ulteriormente una situazione già critica. La richiesta di misure urgenti non può più essere ignorata: è tempo di agire per proteggere chi, ogni giorno, si dedica alla cura degli altri.

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