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Aggressioni al personale sanitario: arresto in flagranza di reato, il consenso unanime di Medici, Infermieri e OSS.

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Le aggressioni al personale sanitario sono ormai un fenomeno quotidiano in Italia, con episodi di violenza che colpiscono medici, infermieri e operatori socio sanitari nelle strutture di pronto soccorso e negli ospedali. In questo contesto di crescente preoccupazione, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha recentemente proposto una misura drastica: l’arresto in flagranza di reato per chi aggredisce i professionisti della sanità.

La proposta ha suscitato un ampio consenso, specialmente tra i presidenti degli Ordini professionali. «Si tratta di un fenomeno allarmante e quotidiano. Ben venga l’arresto in flagranza di reato per chi compie queste violenze», dichiarano i rappresentanti degli ordini. Anche Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI), ha espresso parere favorevole: «È un segnale importante di tutela nei confronti dei nostri professionisti».

Un fenomeno diffuso e preoccupante

Le aggressioni al personale sanitario non rappresentano un fenomeno isolato. Ogni giorno si registrano episodi di violenza fisica e verbale che mettono a rischio la sicurezza di chi lavora in prima linea per garantire la salute pubblica. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, nel 2023 sono stati segnalati oltre 3.000 casi di aggressione nei confronti di medici e infermieri. Le cause sono molteplici: sovraffollamento nei pronto soccorso, frustrazione dei pazienti per i lunghi tempi di attesa, e situazioni di emergenza che possono generare tensioni.

La risposta degli ordini professionali

Il sostegno degli ordini professionali alla proposta del ministro Schillaci è unanime. Giampiero Maccioni, presidente dell’Ordine dei Medici di Cagliari, ha sottolineato come «l’arresto in flagranza di reato sia una risposta necessaria per proteggere i medici e il personale sanitario dalle crescenti aggressioni». Anche Luciano Clarizia, presidente Ordine Professioni Infermieristiche di Pordenone, ha commentato l’importanza di questo provvedimento: «Gli infermieri spesso non denunciano le aggressioni subite perché mancano risposte adeguate da parte delle istituzioni».

Clarizia ha evidenziato come la maggior parte degli infermieri aggrediti non si senta adeguatamente supportata nel denunciare gli episodi di violenza. La paura di ripercussioni, la mancanza di protezione e il senso di abbandono da parte delle istituzioni sono fattori che frenano il ricorso alla denuncia. «L’introduzione dell’arresto in flagranza potrebbe rappresentare un passo avanti nella tutela dei lavoratori della sanità», ha aggiunto Clarizia.

Un nuovo capitolo nella lotta contro le aggressioni

L’arresto in flagranza di reato è solo uno dei possibili strumenti per contrastare questa emergenza. Il Ministero della Salute sta anche lavorando su un piano più ampio di prevenzione e sicurezza, che include l’implementazione di tecnologie di sorveglianza, la formazione del personale su come gestire situazioni critiche e la collaborazione con le forze dell’ordine.

La tutela del personale sanitario è una priorità per garantire un sistema sanitario efficiente e sicuro. I pazienti devono poter ricevere cure in un ambiente protetto e privo di tensioni, e gli operatori devono essere messi in condizione di lavorare senza temere per la propria incolumità.

Proposta accolta con favore.

La proposta del ministro Schillaci, accolta favorevolmente dagli ordini professionali, segna un importante passo avanti nella lotta contro le aggressioni al personale sanitario. Tuttavia, sarà fondamentale accompagnare questo provvedimento con altre misure di prevenzione e sensibilizzazione, affinché la violenza contro i professionisti della salute venga debellata alla radice.

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