Aggressione al Pronto Soccorso di Ciriè: arrestato il paziente. Nuove misure dell’Asl TO4.
Un’altra aggressione ai danni di un operatore sanitario scuote il sistema ospedaliero, questa volta al pronto soccorso di Ciriè (Asl TO4). L’infermiere, colpito da un calcio nello stomaco mentre era in servizio al triage, è stato aggredito da un paziente di 26 anni, già noto alle forze dell’ordine. Subito dopo l’incidente, il giovane, Cristopher Ursino, è stato arrestato dai carabinieri. L’infermiere, curato presso lo stesso pronto soccorso, ha riportato ferite lievi.
La denuncia del sindacato Nursind.
Il sindacato Nursind, attraverso il rappresentante Giuseppe Summa, ha espresso forte preoccupazione per la sicurezza del personale sanitario. “Avevamo segnalato criticità strutturali e organizzative al pronto soccorso di Ciriè la scorsa settimana, ma i vertici dell’Asl continuano a mostrare immobilismo”, afferma Summa. Il sindacato lamenta la mancanza di interventi concreti per prevenire aggressioni, pur riconoscendo che il problema è di portata nazionale.
Le azioni dell’Asl TO4.
La direzione dell’Asl TO4, guidata da Stefano Scarpetta, ha espresso solidarietà all’infermiere aggredito e ha annunciato l’introduzione di nuove misure:
- Rimozione dei nomi dai cartellini identificativi delle divise per i dipendenti dei pronto soccorso, al fine di garantire maggiore privacy e sicurezza.
- Potenziamento di videosorveglianza e vigilanza, con un aumento del numero di passaggi delle forze dell’ordine nei presidi ospedalieri.
- Collaborazione rafforzata con le forze dell’ordine attraverso protocolli specifici.
Queste modifiche, che entreranno in vigore gradualmente nel prossimo mese, puntano a tutelare gli operatori sanitari, sempre più spesso bersaglio di violenze e minacce.
Un problema nazionale.
L’aggressione a Ciriè evidenzia un fenomeno preoccupante che riguarda gli operatori sanitari in tutta Italia. Secondo i dati recenti, le aggressioni nei pronto soccorso e in altri contesti ospedalieri sono in aumento, spingendo i sindacati e le associazioni di categoria a chiedere interventi più decisi, sia a livello locale che nazionale.
“Vogliamo più tutele per chi lavora in prima linea,” ribadisce il Nursind, sottolineando l’urgenza di azioni strutturali per garantire la sicurezza del personale sanitario e la continuità dei servizi essenziali per i cittadini.
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