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Abuso di Professione. OSS preparavano e somministravano farmaci. Infermiere punito con la sospensione.

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In una Casa di Riposo situata in Emilia Romagna, è emersa una situazione allarmante che mette in luce gravi violazioni delle normative sanitarie. Gli Operatori Socio Sanitari (OSS) della struttura erano soliti preparare e somministrare la terapia farmacologica a pazienti non collaboranti o affetti da demenza, attività che rientra esclusivamente nelle competenze di Medici e Infermieri.

La denuncia dell’Infermiere.

La pratica irregolare è proseguita senza sosta fino a quando un Infermiere della struttura ha deciso di sollevare la questione alla direzione. In un primo momento, il Direttore ha preso le difese degli OSS, minimizzando la gravità della situazione. Tuttavia, dopo un’analisi più approfondita, ha riconosciuto la serietà del problema e ha inviato una comunicazione ufficiale a tutto il personale, intimando di rispettare le competenze professionali. Ha sottolineato che la preparazione e la somministrazione di farmaci devono essere effettuate esclusivamente da personale medico e infermieristico, mentre gli OSS possono solo fornire supporto, come la preparazione del materiale necessario.

La mancanza di denuncia alle autorità.

Nonostante l’intervento interno, rimane il dubbio se il Direttore abbia denunciato l’abuso alle autorità competenti. Questo solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla responsabilità della gestione delle strutture assistenziali. Gli episodi di abuso di professione nelle Case di Riposo, nei Centri Diurni e nelle Aziende Servizi alla Persona sono spesso sottovalutati e raramente portati alla luce, lasciando gli assistiti, spesso anziani e vulnerabili, esposti a rischi significativi.

La punizione dell’Infermiere.

In un paradosso inquietante, l’Infermiere che ha denunciato l’abuso è stato successivamente sospeso. La motivazione ufficiale è stata una presunta dimenticanza nella somministrazione di una Tachipirina richiesta da un paziente. Tuttavia, l’Infermiere ha chiarito che non si trattava di una dimenticanza: «In assenza del Medico, non potevo prescriverla in autonomia. Ho allertato la guardia medica, che ha poi eseguito la somministrazione». Questo episodio mette in evidenza le difficoltà che il personale sanitario può incontrare nel tentativo di far rispettare le regole e proteggere i pazienti.

La necessità di maggiore vigilanza.

Questa vicenda sottolinea l’importanza di una vigilanza rigorosa nelle strutture assistenziali. Gli abusi di professione non solo compromettono la qualità dell’assistenza, ma mettono anche a rischio la salute e la sicurezza dei pazienti. È fondamentale che episodi come questo vengano denunciati e affrontati con serietà, non solo per proteggere i diritti degli assistiti, ma anche per garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per tutti i professionisti della salute.

Serve intervenire e verificare cosa accade in queste strutture.

Le autorità competenti devono intervenire con decisione per indagare su episodi di abuso di professione e garantire che le normative sanitarie siano rispettate. La tutela degli assistiti deve essere una priorità assoluta, e il coraggio degli operatori sanitari che denunciano irregolarità deve essere riconosciuto e protetto, non punito.

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